Dermatite atopica: abrocitinib efficace sui sintomi


In percentuali elevate di pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, una dose di 200 mg di abrocitinib ha raggiunto rigorosi endpoint di efficacia

Dermatite atopica: miglioramento della malattia con minimi effetti collaterali dopo la terapia topica mirata contro lo Staphylococcus aureus

In percentuali elevate di pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, una dose di 200 mg del JAK inibitore abrocitinib ha raggiunto rigorosi endpoint di efficacia performando meglio di dupilumab, come rilevato da uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice.

«Siamo in un periodo entusiasmante per il trattamento della dermatite atopica, abbiamo molti farmaci nuovi e persino nuove classi per gestire al meglio questa malattia» ha dichiarato l’autore Peter Lio, professore assistente clinico di dermatologia e pediatria presso la Feinberg School of Medicine della Northwestern University. «Gli inibitori della Janus chinasi (JAK) rappresentano una classe di farmaci molto nuova ed entusiasmante, e abrocitinib è uno dei due farmaci di questa classe disponibili per l’eczema».

A suo parere i JAK inibitori sembrano avere un’enorme efficacia in almeno tre dimensioni, ovvero la rapidità, la profondità/entità dell’effetto e la sua durata. «Questo documento ha cercato di approfondire lo studio di fase III JADE COMPARE che aveva dupilumab come comparatore attivo, uno dei trattamenti sistemici più consolidati per la dermatite atopica, così da poter comprendere meglio i diversi profili di questi farmaci» ha commentato.

Importante miglioramento di sintomi, segni e qualità di vita
Il trial JADE COMPARE ha coinvolto 541 pazienti con eczema moderato e 296 con malattia grave che hanno ricevuto 100 mg (n = 238) o 200 mg (n = 226) di abrocitinib per via orale una volta al giorno, 300 mg (n = 242) di dupilumab per via sottocutanea ogni 2 settimane o placebo (n = 131) per 16 settimane in aggiunta alla terapia topica di base.

I punteggi dell’Eczema Area and Severity Index (EASI), che hanno evidenziato un miglioramento del 50%, 75% e 90% rispetto al basale, hanno distinto i pazienti sottoposti ad abrocitinib 200 mg dai punteggi dei gruppi dupilumab e placebo tra i giorni 15 e 29.

Inoltre, il 25% del gruppo abrocitinib 200 mg, il 18,7% del gruppo abrocitinib 100 mg, il 9,7% del gruppo dupilumab e il 3,9% del gruppo placebo hanno ottenuto miglioramenti del 100% rispetto al basale nei punteggi EASI (EASI 100) alla settimana 16.

La valutazione delle percentuali dei pazienti che hanno raggiunto il punteggio pari a 0 (assenza completa di lesioni) nell’Investigator Global Assessment (IGA) ha rilevato tassi più alti alla settimana 16 nei gruppi abrocitinib 200 mg (14,9%) e 100 mg (12,6%) rispetto a dupilumab (6,5%) e placebo (4,8%).

Le percentuali di pazienti che hanno raggiunto i punteggi di 0/1 (impatto nullo o quasi nullo della malattia sulla qualità della vita) nel Dermatology Life Quality Index (DLQI) erano del 29,7% nel gruppo abrocitinib 200 mg, del 21,6% nel gruppo 100 mg, del 24% con dupilumab e del 10,6% con il placebo.

Alla settimana 16, i gruppi abrocitinib 200 mg e 100 mg hanno avuto una variazione percentuale della media dei minimi quadrati nei punteggi della Peak Pruritus Numerical Rating Scale del –64,1% e –49,1% rispetto al basale, mentre nel gruppo dupilumab era –58,5% e nel gruppo placebo –30,3%.

Le percentuali di pazienti che hanno riportato un impatto minimo o nullo della malattia sul prurito notturno (Night Time Itch Scale) alla settimana 16 comprendevano il 57,1% del gruppo abrocitinib 200 mg, il 44,5% del gruppo 100 mg, il 46,1% del gruppo dupilumab e il 31,9% del gruppo placebo.

Gli eventi avversi insorti durante il trattamento sono stati riportati dal 61,9% e dal 50,8% dei gruppi abrocitinib 200 mg e 100 mg, dal 50% del gruppo dupilumab e dal 53,4% del gruppo placebo, con nausea, rinofaringite, congiuntivite e acne come i più frequenti, indicando un buon profilo di sicurezza e tollerabilità.

«Questi risultati non sorprendono, considerata l’esperienza che i medici stanno acquisendo con abrocitinib» ha commentato Lio. «Ma rafforzano la nostra opinione sul farmaco e sui JAK inibitori in generale. Agiscono molto rapidamente e consentono di raggiungere un livello di miglioramento che ci permette, almeno per alcuni pazienti, di stabilire effettivamente obiettivi più elevati per la terapia».

«Dobbiamo diffondere il messaggio su questi nuovi farmaci, sia ai pazienti che ai medici» ha aggiunto. «Si tratta di terapie potenti che comportano anche dei rischi, superabili, ma che sono reali e vanno compresi. Il trattamento di certo è efficace e questi dati mostrano che possiamo ottenere un gruppo consistente di pazienti che può migliorare anche fino al 90% o addirittura cancellare la malattia. Alcuni dei miei assistiti stanno meglio per la prima volta da molto tempo».

Referenze

Reich K et al. Magnitude and Time Course of Response to Abrocitinib for Moderate-to-Severe Atopic Dermatitis.  J Allergy Clin Immunol Pract. 2022 Sep 13;S2213-2198(22)00926-6. 

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