Pubblicate le nuove linee guida sugli oppioidi per la gestione del dolore riviste di recente dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC)
Le linee guida sugli oppioidi riviste di recente dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomandano di privilegiare le opzioni sicure, efficaci e personalizzate per alleviare il dolore. In molti casi gli oppioidi non sono necessari o utili ma, se usati, è importante valutare l’equilibrio tra benefici e rischi.
Le precedenti linee guida, che risalgono a sei anni fa, avevano lo scopo di aiutare a ridurre l’incredibile numero di vite perse per overdose da oppioidi da prescrizione, un obiettivo che purtroppo non è stato raggiunto. Come conseguenza non intenzionale, alcune persone che stavano assumendo questi medicinali hanno incontrato difficoltà nel farseli prescrivere o a ottenere un dosaggio sufficiente per gestire il loro livello di dolore o evitare spiacevoli sintomi di astinenza.
Principali raccomandazioni
- Gli oppioidi non dovrebbero essere antidolorifici di prima linea. Prima di prescriverli sarebbe opportuno provare altre strategie per alleviare il dolore.
- Chiunque prescriva oppioidi, come ossicodone, idrocodone e idromorfone, ha il dovere di spiegare chiaramente al paziente i possibili benefici e rischi, compresa la possibilità di dipendenza e sovradosaggio, monitorando regolarmente la situazione del paziente nel tempo. Il prescrittore dovrebbe anche discutere su come interrompere l’assunzione qualora i rischi superino i benefici o se questi farmaci non migliorano le capacità del paziente di svolgere le attività quotidiane.
- Anche se utili per alcune persone, gli oppioidi creano una forte dipendenza, così come le benzodiazepine utilizzate per il controllo dell’ansia, come lorazepam, diazepam e alprazolam. Se vengono combinate con gli oppioidi, aumentano ulteriormente il rischio di overdose. Quando possibile, oppioidi e benzodiazepine non dovrebbero essere prescritti insieme.
Per molti tipi di dolore gli oppioidi non sono la soluzione migliore
Gli antidolorifici non oppioidi, tra cui ibuprofene, paracetamolo, naprossene o le forme topiche da applicare localmente, come anche le terapie non farmacologiche, sono da preferire per gestire sia il dolore acuto (fino a un mese di durata), sia quello subacuto (da uno a tre mesi) che quello cronico (oltre tre mesi di durata).
La ricerca ha dimostrato che questi farmaci sono efficaci almeno quanto gli oppioidi per molte condizioni dolorose. Gli oppioidi possono essere prescritti per aiutare ad alleviare il dolore acuto grave, come dopo un intervento chirurgico o procedure dentistiche. Tuttavia, è più sicuro assumerli per il minor tempo possibile necessario a superare il dolore peggiore, che in genere dura solo pochi giorni, per poi passare ad alternative non oppioidi.
Anche le terapie non farmacologiche, come la terapia fisica, la terapia cognitivo comportamentale, le tecniche di consapevolezza, i massaggi e l’agopuntura, possono alleviare efficacemente il dolore se adattate a condizioni e situazioni specifiche.
Nel dolore cronico, spesso la combinazione di queste strategie può aiutare il paziente ad affrontare le attività essenziali e a migliorare la qualità della vita.
Quali cambiamenti nelle nuove linee guida?
Le leggi approvate da molti stati dopo le prime linee guida originali e la concomitante crisi degli oppioidi hanno ulteriormente limitato la capacità dei medici di prescrivere questi farmaci. Ad esempio, aiutare le persone a passare da una dose più alta a una più bassa (tapering) può essere la scelta giusta dal punto di vista della salute per molti pazienti, ma non per tutti, e per alcuni richiederà più tempo rispetto ad altri per essere gestito in sicurezza. Inoltre avere ridotto la flessibilità dei medici prescrittori nella gestione dei pazienti potrebbe essere stata dannosa per alcune persone.
Le nuove linee guida raccomandano di:
- spiegare la natura complessa del dolore
- sottolineare l’importanza della flessibilità e delle sfumature nel trattamento delle persone che soffrono di dolore cronico
- raccomandare di iniziare la terapia con oppioidi con la dose minima efficace per il minor tempo possibile. Il rischio di dipendenza e di altri effetti collaterali cresce con l’aumentare del dosaggio e della durata dell’assunzione. È importante evitare che l’equilibrio tra rischi e benefici peggiori
- consentire a medici e pazienti di giudicare quale siano le modalità di trattamento più idonee, piuttosto che fissare limiti rigorosi al dosaggio
- incoraggiare i medici a offrire o organizzare un trattamento efficace per le persone con disturbo da uso di oppioidi, per ridurre al minimo i rischi di sintomi di astinenza, ricaduta nell’uso di droghe e overdose, che a volte risulta fatale.
E’ inoltre importante sottolineare che le nuove linee guida non sono intese per il dolore correlato al cancro, le crisi dolorose nell’anemia falciforme, le cure palliative o le cure di fine vita, perché in tali casi può essere appropriato un uso meno restrittivo degli oppioidi.
Referenze
Dowell D et al. CDC Clinical Practice Guideline for Prescribing Opioids for Pain — United States, 2022. Recommendations and Reports / November 4, 2022 / 71(3);1–95