Nei pazienti con orticaria cronica spontanea resistente agli antistaminici H1, miglioramenti significativi con il trattamento con dupilumab
Nei pazienti con orticaria cronica spontanea resistente agli antistaminici H1, il trattamento con dupilumab ha consentito di ottenere miglioramenti clinicamente e statisticamente significativi, secondo i risultati di uno studio presentato al congresso dell’American College of Asthma & Immunology 2022.
«Circa il 50% dei pazienti non risponde ai tipici antistaminici H1, anche assumendo quattro volte la dose autorizzata» ha affermato durante la presentazione Thomas Casale, professore di medicina interna e pediatria e capo della ricerca clinica e traslazionale nella divisione di allergia e immunologia presso lo University of South Florida Morsani College of Medicine.
«Quindi è necessario che vengano approvate altre terapie oltre a omalizumab, che al momento è l’unico trattamento autorizzato. Sappiamo che anche altri farmaci funzionano, ma non disponiamo di dati validi a supporto» ha aggiunto.
Uno studio di fase III
Il trial LIBERTY-CSU-CUPID Study A, randomizzato e controllato con placebo, ha coinvolto 138 pazienti di almeno 6 anni di età che soffrivano di orticaria cronica spontanea da almeno 6 mesi, con prurito e orticaria da almeno 6 settimane nonostante l’assunzione di antistaminici H1. Nessuno dei partecipanti aveva utilizzato omalizumab. La popolazione complessiva aveva livelli sierici medi totali al basale di IgE pari a 101,0 UI/ml. Il tempo trascorso dalla prima diagnosi della malattia cutanea era generalmente superiore a 5 anni e si avvicinava ai 6 anni, ha fatto presente il relatore.
Nel complesso 70 pazienti hanno ricevuto dupilumab. Gli adulti e gli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni che pesavano più di 60 kg hanno iniziato con una dose di carico di 600 mg, seguita da dosi da 300 mg ogni 2 settimane. Gli adolescenti di 12-17 anni e i bambini dai 6 anni in avanti che pesavano più di 30 kg ma meno di 60 kg hanno iniziato con una dose di carico di 400 mg seguita da dosi da 200 mg ogni 2 settimane. I bambini di età compresa tra 6 e 12 anni che pesavano tra 15 kg e 30 kg hanno iniziato con una dose di carico di 600 mg seguita da dosi da 300 mg ogni 4 settimane.
Altri 68 soggetti hanno ricevuto il placebo. Tutte le dosi nei gruppi di trattamento e placebo erano sottocutanee e somministrate in aggiunta al trattamento antistaminico H1.
Al basale e alla settimana 24 i ricercatori hanno valutato il 7-day Itch Severity Score (ISS7), l’Hives Severity Score (HSS7) e l’Urticaria Activity Score (UAS7). Al basale i punteggi medi dei gruppi di trattamento rispetto al placebo erano 16,1 vs. 15,7 per ISS7 e 31,9 vs. 30,8 per UAS7.
Miglioramenti significativi nei segni e nei sintomi della malattia
Alla settimana 24, le variazioni medie dei minimi quadrati (LS) rispetto al basale per il punteggio ISS7 erano –10,2 con dupilumab e –6 con il placebo (differenza media LS, –4,2, P=0,0005). Per UAS7 erano –20,5 per dupilumab e –12 per il placebo (differenza media LS, –8,5, P=0,0003).
Il gruppo di trattamento ha anche ottenuto una riduzione significativa dei valori totali di ISS7, HSS7 e UAS7 alla settimana 24, indipendentemente dalle IgE sieriche totali al basale. In particolare, per i soggetti dupilumab rispetto al gruppo placebo, i pazienti con IgE sieriche inferiori a 100 UI/ml oppure di 100 UI/ml o maggiori hanno mostrato differenze della media LS similmente maggiori nell’ISS7 (–4,2 e –4,6), nell’HSS7 (–4,2 e –6,1) e nello UAS7 (–8,2 e –10,6).
Si sono verificati 35 (50%) eventi avversi emergenti dal trattamento nel gruppo dupilumab e 40 (58,8%) nel gruppo placebo. Inoltre, si sono verificate otto reazioni al sito di iniezione (11,4%) nel gruppo di trattamento e nove (13,2%) nel gruppo placebo.
Non sono stati rilevati casi di congiuntivite nel gruppo attivo e un caso (1,5%) nel gruppo placebo. Infine, si sono verificati due (2,9%) eventi avversi gravi emersi dal trattamento nel gruppo dupilumab e cinque (7,4%) nel gruppo placebo.
«I dati complessivi sulla sicurezza evidenziano eventi avversi insignificanti, tranne per il fatto che le esacerbazioni dell’orticaria cronica spontanea e le esacerbazioni dell’angioedema erano maggiori nel gruppo placebo, un risultato prevedibile» ha concluso Casale. «In sintesi dupilumab ha dimostrato miglioramenti clinicamente e statisticamente significativi nei segni e nei sintomi della malattia resistente agli antistaminici H1, indipendentemente dal livello di IgE, accompagnato da un buon profilo di sicurezza e tollerabilità».
Referenze
Maurer M, et al. Abstract D009. Presented at: ACAAI Annual Scientific Meeting; Nov. 10-14, 2022; Louisville, Ky.