Stipendi diversi per gli insegnanti di Nord e Sud per adeguarli al costo della vita? Valditara fa dietrofront: “Il contratto nazionale non verrà toccato”
Dietrofront del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sull’idea di differenziare le retribuzioni degli insegnanti su base regionale. Il ministro era intervenuto ieri al dibattito ‘Italia 2023 Persone, Lavoro, Impresa. L’immaginario sulla scienza e le competenze sul futuro’, organizzato da Pwc e Gruppo Gedi. Valditara aveva detto che “il contratto nazionale non verrà toccato” ma che avrebbe ascoltato la richiesta delle Regioni di “una maggiore equità dove il costo della vita è più alto. Bisogna capire come fare perché il lavoratore che si trova a sostenere un costo della vita più elevato, non ha di fatto uno stipendio più basso”.
Parole che hanno suscitato la pronta risposta di politici e sindacati. Per il Movimento 5 Stelle, Valditara “vuole realizzare la scuola delle disuguaglianze”. “Garantire stipendi più alti al Nord perché il costo della vita è più alto non ha nulla a che vedere con il merito, né tiene conto degli sforzi enormi che molti docenti mettono in campo in contesti disagiati, dove la scuola rappresenta il principale presidio democratico”, hanno detto Luca Pirondini e Anna Laura Orrico, capigruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione
Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd, ha definito l’idea di Valditara “una scelta politica molto grave” che rischia di creare “insegnanti di serie A e di serie B”. Anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi si è detto preoccupato della proposta del ministro, che “renderebbe il Meridione un deserto”, mentre il sindaco di Firenze Dario Nardella l’ha definita un’idea “abominevole”.
Contro la proposta di Valditara si sono schierati anche i sindacati, che hanno difeso il contratto collettivo nazionale. “Qualsiasi idea di differenziare gli stipendi dei docenti in base alla regione in cui insegnano è inaccettabile e in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo cui il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro – ha detto il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio – pagare diversamente per la stessa prestazione lavorativa, dunque, sarebbe incostituzionale”.
Ma in una nota, il ministro ha precisato però che il contratto nazionale del mondo della scuola “non è mai stato messo in discussione”. “Non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane- ha sottolineato il ministro – Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”.