Con un contratto regolare, dopo un anno di lavoro quanto spetta di liquidazione o TFR? Il datore accantona ogni mese una percentuale dello stipendio
La bellezza di avere un Contratto di Lavoro regolare è che, oltre allo stipendio mensile, il Datore di lavoro paga anche una parte della nostra Pensione Futura e accantona ogni mese una percentuale dello stipendio che ci verrà resa alla fine del nostro rapporto di lavoro, anche se questo dovesse durare solo 1 anno.
La Liquidazione o TFR (trattamento di fine rapporto) dopo un anno di lavoro corrisponde ad una mensilità circa lorda, nel dettaglio per fare il calcolo esatto occorre moltiplicare lo stipendio lordo annuale per il coefficiente del 6,91% e si ottiene la somma di cui si ha diritto che abbiamo detto corrisponderà circa ad un mese di stipendio.
Come calcolare la Liquidazione dopo un anno di lavoro
Per fare un calcolo più dettagliato possibile, supponiamo di percepire 30.000 € lordi all’anno.
30.000 € x 6,91% = 2.073 € di Liquidazione
Il calcolo è leggermente approssimativo perchè il tfr è indicizzato al 31 dicembre e occorre valutare anche i prezzi al consumo. Chiaramente il Lavoratore riceverà la cifra corretta al netto delle imposte di legge.
Il datore di lavoro è tenuto ad accantonare circa una mensilità di stipendio all’anno, che sarà versata al dipendente nel momento delle dimissioni. E’ possibile tuttavia chiedere un anticipo della liquidazione in base alla legge 2120 del codice civile.
I costi per la retribuzione del contratto indeterminato
Nel nostro paese esiste un sistema che prevede un trattamento economico minimo che è stato sottoscritto dai cosiddetti contratti collettivi del lavoro ossia i CCNL. I contratti collettivi del lavoro sono stati voluti dai sindacati che si occupano delle varie figure professionali, per la legge invece l’unica norma che regola la retribuzione minima per il lavoro è l’articolo 36 che recita: il lavoratore ha diritto ad ottenere una retribuzione proporzionata in base alla qualità e alla quantità del suo lavoro.
Questa norma insieme al trattamento economico minimo sono sottoscritti da tutti i sindacati che sono più rappresentativi. Quindi se un datore di lavoro aderisce a una specifica organizzazione imprenditoriale ad esempio: Confcommercio o Confindustria, allora dovrà applicare al proprio personale dipendente il CCNL siglato attraverso la propria associazione imprenditoriale. Se invece non si fa parte di una specifica associazione allora l’azienda e il datore di lavoro dovrà procedere ad applicare le regole che sono state definite dall’articolo 2070 del Codice Civile. Quest’articolo prevede l’applicazione di un contratto collettivo che fa comunque riferimento all’attività imprenditoriale che effettivamente si esercita.
Quindi per riuscire a capire quale sarà la retribuzione netta del lavoratore, devi andare a individuare, o chiedere al tuo commercialista, qual è il CCNL di riferimento per la tua azienda, quale l’operazione conseguente da verificare e a quale livello corrispondono le mansioni che dovrà seguire il lavoratore. Con tutti questi dati si ottiene così la retribuzione di partenza. Per quanto riguarda il livello del lavoratore questo è dato dalla sua esperienza, quindi se è il suo primo lavoro a tempo indeterminato la paga oraria sarà minore rispetto a chi invece a maturato anni di esperienza sul lavoro, che invece potrà accedere ad una paga oraria maggiore.