Nuove evidenze dell’efficacia dello screening con la Tac spirale a basso dosaggio nell’aumentare la sopravvivenza dei pazienti con tumore al polmone
Nuove evidenze dell’efficacia dello screening del tumore del polmone con la Tac spirale a basso dosaggio nell’aumentare la sopravvivenza. Ulteriori dati a conferma della validità di questa misura di prevenzione arrivano, infatti, da uno studio internazionale su larga scala presentato dai ricercatori del Mount Sinai Hospital di New York al congresso della Radiological Society of North America.
Secondo la ricerca, i pazienti ai quali è stato diagnosticato un cancro ai polmoni in uno stadio iniziale grazie allo screening con la Tac spirale hanno un tasso di sopravvivenza a 20 anni dell’80%. Attualmente. il tasso medio di sopravvivenza a 5 anni per tutti i pazienti con tumore del polmone è del 18,6%, perché solo nel 16% dei casi il cancro viene diagnosticato in una fase iniziale. Più della metà dei pazienti muore entro un anno dalla diagnosi, dato che pone il tumore del polmone al primo posto per quanto riguarda i decessi per cancro. Quando compaiono i sintomi, spesso è troppo tardi.
Strumento importante per individuare i tumori in fase iniziale
Questi risultati sono gli ultimi in ordine di tempo a dimostrare l’importanza dello screening di routine nell’individuazione dei tumori quando sono abbastanza piccoli da poter essere curati mediante l’asportazione chirurgica. Tuttavia, negli Stati Uniti, meno del 6% delle persone ammissibili allo screening vi accede effettivamente. Nel nostro Paese, lo screening del tumore del polmone con la Tac spirale a basso dosaggio non è ancora rimborsato dal Servizio sanitario nazionale, ma ai primi di ottobre ha preso il via il reclutamento nel programma ministeriale RISP (Rete Italiana Screening Polmonare), che punta a coinvolgere oltre 7300 persone, forti fumatori, monitorandole periodicamente con la Tac spirale a basso dosaggio. Si tratta per ora di un progetto pilota, ma avviato per porre le basi per l’inserimento dello screening polmonare all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), alla stregua dei programmi di prevenzione secondaria dei tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina, già in atto.
«Sebbene lo screening non prevenga lo sviluppo di tumori, è uno strumento importante per identificare i tumori polmonari nella loro fase iniziale, quando possono essere rimossi chirurgicamente», ha affermato l’autrice principale dello studio, Claudia Henschke, Professore di Radiologia Diagnostica, Molecolare e Interventistica e Direttore dell’Early Lung and Cardiac Action Program presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital. «In definitiva, chiunque sia interessato a essere sottoposto a screening deve sapere che se è abbastanza sfortunato da sviluppare un tumore del polmone, può essere curato se il tumore viene individuato presto».
Nonostante siano stati fatti progressi notevoli nella cura dei tumori in stadio avanzato grazie all’immunoterapia e ai farmaci a bersaglio molecolare (terapie target), in primis proprio il tumore del polmone e il melanoma, lo strumento migliore contro i decessi per cancro ai polmoni è la diagnosi precoce attraverso lo screening con la Tac spirale a basso dosaggio prima che si manifestino i sintomi.
«Nel tumore del polmone, i sintomi si manifestano principalmente quando il tumore è già in uno stadio avanzato; pertanto, il modo migliore per trovare un cancro ai polmoni in stadio iniziale è aderire a un programma di screening annuale», ha sottolineato la Henschke.
Attualmente, la US Preventive Services Task Force raccomanda lo screening annuale del tumore del polmone con la Tac a basso dosaggio negli adulti di età compresa tra 50 e 80 anni che hanno una storia di fumo di almeno un pacchetto al giorno per 20 anni e che attualmente fumano o hanno smesso negli ultimi 15 anni.
Sopravvivenza complessiva a 20 anni dell’80%
Nel loro studio, la Henschke e i colleghi hanno monitorato il tasso di sopravvivenza a 20 anni di 1285 pazienti che sono stati sottoposti a screening nell’ambito dell’International Early Lung Cancer Action Program (I-ELCAP) e ai quali è stato successivamente diagnosticato un tumore del polmoni in stadio iniziale. Anche se la sopravvivenza complessiva a 20 anni dei partecipanti è risultata dell’80%, il tasso di sopravvivenza per i 139 partecipanti con noduli polmonari cancerosi non solidi e i 155 con noduli che avevano una consistenza parzialmente solida è risultata del 100%. Per i 991 partecipanti con noduli solidi, invece, la sopravvivenza è risultata del 73%, mentre per quelli con tumori in stadio 1A che misuravano non più di 10 mm è risultata del 92%.
La Henschke e i suoi collaboratori studiano da anni l’efficacia dello screening con la Tac a basso dosaggio nell’individuazione dei tumori e i loro sforzi hanno portato alla creazione dello I-ELCAP. Avviato nel 1992, questo programma di ricerca multicentrico e internazionale ha arruolato finora più di 87.000 partecipanti provenienti da oltre 80 centri.
Nel 2006, i ricercatori avevano stimato un tasso di sopravvivenza a 10 anni dell’80% per i pazienti ai quali era stato diagnosticato un tumore mediante lo screening con la Tac spirale a basso dosaggio; in questo nuovo studio, hanno valutato i tassi di sopravvivenza a 20 anni. «Quello che presentiamo qui sono i dati di follow-up a 20 anni sui partecipanti al nostro programma di screening a cui è stato diagnosticato un cancro ai polmoni e che successivamente sono stati trattati», ha spiegato la Henschke.
«La scoperta chiave è che anche dopo questo lungo intervallo di tempo (nella stragrande maggioranza dei casi, ndr) non sono morti di cancro ai polmoni. E anche se nel tempo venissero loro diagnosticati nuovi tumori del polmone, fintanto che continuassero con lo screening annuale, sarebbero a posto», ha concluso l’autrice.