Sclerosi multipla: un nuovo e ampio studio non ha trovato prove che l’uso di teriflunomide sia associato a un aumentato rischio di eventi avversi di interesse speciale
Presentato all’ECTRIMS 2022, un ampio studio condotto su registri nazionali non ha trovato prove che l’uso di teriflunomide sia associato a un aumentato rischio di eventi avversi di interesse speciale (AESI). Solo i risultati contrastanti sull’insufficienza renale sono considerati non conclusivi.
«Teriflunomide è una terapia modificante la malattia (DMT) indicata per il trattamento delle forme recidivanti di sclerosi multipla (SM)» ha ricordato la prima autrice, Melinda Magyari, direttrice del registro danese della SM (DMSR, Danish Multiple Sclerosis Registry), consulente neurologa presso il Danish Multiple Sclerosis Center dell’Ospedale Universitario di Copenhagen (Rigshospitalet) e professore associato presso l’Università di Copenaghen (Danimarca).
«Questo studio di sicurezza post-marketing ha valutato i rischi di AESI associati all’uso di teriflunomide» ha precisato.
Studio basato sugli archivi elettronici di Danimarca, Francia, Belgio
Lo studio si è basato sull’uso secondario di dati individuali di pazienti provenienti dal DMSR, dal sistema nazionale francese di dati sanitari (SNDS), dal database nazionale belga delle indicazioni sanitarie (AIM-IMA) e dal registro belga dei trattamenti nella SM (BELTRIMS).
«Le coorti di studio» ha spiegato Magyari «includevano pazienti naïve al trattamento che avevano iniziato una DMT (disease modifying therapy, terapia modificante la malattia) o sono passati a un’altra DMT (come, per esempio, dimetilfumarato, glatiramer acetato, interferone beta-1a o 1b, peg-interferone beta-1a).
In ciascuna fonte di dati, i tassi di rischio (HR, hazard rates) e gli intervalli di confidenza al 95% degli AESI sono stati calcolati confrontando l’insorgenza degli stessi AESI nei pazienti trattati con teriflunomide con l’insorgenza di AESI nei pazienti trattati con una piattaforma DMT diversa dalla teriflunomide.
«Per EASI non cancerosi, l’HR è stato derivato da modelli di Cox con esposizione tempo-dipendente. Per EASI cancerosi, l’HR è stato derivato dal modello di Cox con esposizione “sempre/mai” (sempre teriflunomide vs mai teriflunomide, sempre peg-interferone beta 1-a). Gli HR sono stati aggiustati per genere, età, stato di utilizzatore nuovo o prevalente, comorbilità principali e (quando disponibile), Expanded Disability Status scale (EDSS)» ha spiegato Magyari.
Nessuna associazione con eventi avversi rilevanti
«Sono stati inclusi nello studio 81.620 pazienti (72% donne), di cui – sul totale – 22.324 (27%) sono stati trattati con teriflunomide» ha riferito la neurologa. «I dati disponibili si riferivano a un periodo compreso tra il 2013 e il 2021. L’intera coorte di studio comprendeva un 36% di pazienti di recente trattamento con un DMT e un 64% di utilizzatori prevalenti di DMT».
Dopo una durata mediana del trattamento con teriflunomide di 3,5 anni, l’uso del farmaco rispetto ad altre piattaforme DMT non è stato associato a:
- rischio di mortalità per tutte le cause;
- infezione grave;
- polmonite;
- riattivazione dell’herpes zoster;
- pancreatite;
- neuropatia periferica;
- disturbi cardiovascolari;
- condizioni cancerose.
Risultati coerenti tra le sorgenti di informazione
«I risultati sono stati per lo più coerenti tra le fonti di dati» ha evidenziato Magyari. «Tra gli utilizzatori di teriflunomide non è stato identificato alcun caso di leucoencefalopatia multifocale progressiva» ha aggiunto.
Riguardo alle infezioni opportunistiche, l’HR per teriflunomide rispetto ad altre piattaforme DMT era di 2,4 (1,2-4,8) nel registro francese SNDS, pur non essendo legato a un particolare tipo di agente opportunistico.
«Circa l’insufficienza renale, l’HR era pari a 2,0 (1,1-3,7) sempre nel SNDS, ma non era aumentata in altre fonti di dati. Tra i 187 pazienti francesi con storia di insufficienza renale e trattati con teriflunomide prima dell’ingresso in coorte, nessuno ha avuto un’insufficienza renale dopo l’inizio del trattamento con teriflunomide». A causa della scarsa numerosità di casi, i risultati relativi a malattia polmonare interstiziale, psoriasi e neuropatia periferica non erano informativi.
I messaggi-chiave
- Questo ampio studio condotto su sorgenti di dati di grandi nazioni europee Non ha trovato prove che l’uso di teriflunomide possa essere associato a un rischio aumentato di AESI.
- Questi risultati sono in linea con il noto profilo di sicurezza a lungo termine di teriflunomide e soprattutto sono coerenti tra le quattro sorgenti di dati consultate.
Fonte:
Magyari M, et al. Long-term safety of teriflunomide in multiple sclerosis patients: results of prospective comparative studies in three European countries. ECTRIMS 2022. Amsterdam (Nederland). Poster P738. leggi