In questa guida ti forniremo tutte le informazioni utili riguardo la Naspi, quella che comunemente chiamiamo disoccupazione. Spiegheremo nel dettaglio cos’è, a chi è destinata, a quanto ammonta, come calcolare l’importo e altri dettagli. Faremo tutto questo alla luce degli ultimi interventi in materia.
NASpI: cos’è l’indennità di Disoccupazione
Acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, la NASpI è una misura di sostegno al reddito concessa su domanda ed erogata dall’Inps a chi ha perso involontariamente il lavoro.
Introdotta in sostituzione dell’Aspi e mini-Aspi dalla Legge n.22/2015, la NASpI non viene concessa in tutti i casi di perdita involontaria dell’occupazione. Vedremo, infatti, che la platea degli aventi diritto è circoscritta e anche che, per gli aventi diritto, è necessario il possesso di alcuni requisiti.
A riguardo, la Legge di Bilancio 2022, intervenendo anche in materia di contrasto alla disoccupazione, ha introdotto importanti modifiche sia per quanto riguarda i destinatari della misura sia semplificando e riducendo i requisiti di accesso alla stessa. Altri interventi riguardano, invece, la durata e l’importo.
Tutte queste nuove disposizioni resteranno in vigore anche nel 2023.
Chi sono i Destinatari della NASpI 2022 e 2023
Come anticipato nel paragrafo precedente, la NASpI spetta a chi ha perso il proprio lavoro per cause non dipendenti dalla sua volontà. La legge individua specifiche categorie di lavoratori cui il beneficio spetta.
Nello specifico si tratta di:
Lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il lavoro;
apprendisti;
dipendenti pubblici assunti con contratto di lavoro a tempo determinato;
soci di cooperative, se in rapporto di lavoro subordinato all’interno delle stesse;
personale del mondo dello spettacolo assunto con contratto di lavoro subordinato;
operai agricoli a tempo indeterminato assunti con contratto di lavoro subordinato da cooperative e loro consorzi, secondo quanto disposto dalla circolare INPS n.2 del 4 gennaio 2022. A questi ultimi la NASpI spetta da gennaio 2022, essendo prima di questa data destinatari della disoccupazione agricola.
Ai lavoratori assunti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (c.d. co.co.co.), invece, spetta un’altra forma di indennità, denominata DIS-COLL, di cui abbiamo parlato in questo approfondimento.
A chi non spetta la Disoccupazione
Di contro, non hanno diritto all’indennità di disoccupazione:
dipendenti della Pubblica amministrazione assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
operai agricoli con contratto a tempo determinato;
lavoratori stagionali extracomunitari, ai quali è destinata una specifica normativa;
lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per richiedere il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, salvo non scelgano la NASpI.
Naspi: Casi Eccezionali
Tra i non aventi diritto all’indennità rientra anche chi si licenzia. La legge, tuttavia, riconosce una deroga a questo divieto in casi particolari:
Licenziamento per Giusta Causa;
Dimissioni intervenute durante il periodo di maternità, considerato in un arco di tempo che va dai 300 giorni prima della presunta data del parto e fino al compimento del primo anno di vita del figlio;
cessazione del rapporto di lavoro su base consensuale, intervenuta nell’ambito della procedura di conciliazione ex art.7 L. n.604/66; a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi in una sede troppo distante o difficile da raggiungere dal luogo di residenza del lavoratore; nel caso di accettazione, in caso di licenziamento, dell’offerta di conciliazione.
Requisiti NASpI
La Legge di Bilancio 2022 è intervenuta anche a modificare i requisiti di accesso alla prestazione. In particolare, stando alle modifiche, possono presentare domanda per la NASpI tutti coloro rientranti nelle categorie sopracitate che non solo hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà e quindi sono in stato di disoccupazione, ma che hanno anche maturato tredici settimane contributive nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
La novità introdotta dalla Legge di Bilancio riguarda, invece, l’eliminazione, a partire dal 1 gennaio 2022, del requisito delle 30 giornate di lavoro effettivamente svolto nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
Importo NASpI: a quanto ammonta e come calcolarlo
Un’altra importante novità riguarda la riduzione dell’importo dell’indennità a partire da gennaio 2022. Il criterio adottato, infatti, si basa su una riduzione legata all’età anagrafica.
Ma cosa si intende per riduzione dell’importo NASpI?
Annualmente l’importo dell’indennità viene rivalutato sulla base delle variazioni dell’Indice ISTAT e fissato per legge entro i limiti di un tetto massimo, attualmente è pari a 1335,40 euro.
Questo parametro è importante per il calcolo dell’importo dell’indennità, a cui è legato di conseguenza il discorso circa la riduzione dello stesso. Procediamo con ordine.
Come calcolare l’importo NASpI
Il calcolo dell’importo della NASpI può essere effettuato attraverso una semplice operazione, per la quale bisogna considerare:
il numero di settimane di contribuzione (che ricordiamo deve essere almeno di 13);
la retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni;
il coefficiente numerico 4,33.
Tenendo conto di questi parametri, si applica la seguente formula:
(retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni / settimane di contribuzione) x 4,33
Se il risultato è pari o inferiore a 1227,55 euro la misura dell’indennità sarà pari al 75% della retribuzione media mensile; mentre se è superiore al 75%, al totale va sommato un ulteriore 25%, purché non venga superato il tetto massimo del 1355,40 euro stabilito per legge.
Riduzione Importo Naspi
Sapere quanto si percepirà di indennità di disoccupazione è utile anche ai fini di calcolare le riduzioni dell’importo che, trascorsi alcuni mesi dalla corresponsione, si applicano. Abbiamo accennato al fatto che da gennaio 2022 si applica un nuovo criterio legato all’età anagrafica.
In sintesi, le riduzioni vengono così applicate:
riduzione del 3% dell’importo mensile Naspi a partire dal sesto mese di fruizione;
riduzione del 3% dell’importo mensile dall’ottavo mese di fruizione per gli over 55 o per chi ha compiuto gli anni alla data di presentazione della domanda.
Si sono allungati i tempi di applicazione delle riduzioni rispetto al passato, laddove nel primo caso decorrevano a partire dal quarto mese di fruizione.
Come presentare la domanda Naspi?
Non è sufficiente l’evento della perdita del lavoro per far scattare in automatico il diritto all’indennità. Per ottenere la NASpI, infatti, è necessario presentare un’apposita domanda all’Inps. La stessa deve essere inoltrata entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro in modalità online sul portale dedicato disponibile sul sito Inps; in alternativa tramite l’ente di Patronato o Caf territorialmente competente oppure avvalendosi del supporto del Contact Center, disponibile al numero verde 803164.
Una volta presentata, è possibile monitorare lo stato di avanzamento della procedura nella propria area riservata MyINPS, dove è anche disponibile una sorta di guida interattiva che spiega tutto ciò che è utile sapere riguardo i pagamenti, gli importi, le modalità di erogazioni e altre notizie rilevanti.
Dalla stessa, inoltre, è possibile monitorare anche tutto ciò che riguarda la propria NASpI una volta che la domanda è stata accolta.
NASpI: Come e quando viene effettuato il pagamento
L’accoglimento o rigetto della domanda viene notificato all’utente dall’Inps attraverso un sms.
In caso di esito positivo, il diritto alla prestazione decorre:
8 giorni dopo la data in cui il rapporto di lavoro si è concluso, nel caso in cui la domanda è stata presentata entro questo termine;
dal giorno successivo alla data di presentazione della domanda se questa è stata inviata successivamente all’ottavo giorno, purché entro il termine massimo stabilito dalla legge.
L’indennità di disoccupazione viene corrisposta mensilmente. Per quanto attiene alla sua durata essa è erogata per un numero di settimane corrispondenti alla metà di quelle contributive versate negli ultimi 4 anni, per un massimo di 24 mesi.
Esiste, però, anche la possibilità di richiedere il versamento dell’indennità in un’unica soluzione.
NASpI Anticipata e Incentivo all’Autoimprenditorialità
All’Inps può essere inoltrata anche la richiesta di riscuotere in un’unica soluzione l’intero importo dell’indennità di disoccupazione spettante. Si parla in questo caso di NASpI anticipata, che non può essere richiesta sempre, ma solo in un particolare caso.
La domanda per quest’ultima, infatti, può essere inoltrata solo da chi, avendo perso il lavoro e trovandosi in stato di disoccupazione, intende:
avviare una propria attività;
avviare un’impresa individuale
sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa.
In quest’ultimo caso, tra l’altro, l’importo anticipato non è imponibile ai Irpef, cosa che avviene invece in tutti gli altri casi.
La domanda per la NASpI anticipata va presentata nelle stesse modalità di quella ordinaria; cambia solo il termine per l’inoltro che non è di 68 giorni, ma di 90 dalla data di inizio dell’attività o, se l’attività è iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente, il cui termine ha dato luogo alla NASpI, entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda di disoccupazione.
Qualora il richiedente venisse rioccupato con un contratto di lavoro subordinato nel periodo di spettanza dell’indennità, allora sarà tenuto a restituire l’intero importo, salvo il caso di rapporto di lavoro instaurato con la cooperativa con cui ha sottoscritto una quota di capitale sociale.
Se, invece, la persona che beneficia della NASpI anticipata viene assunto con contratto di collaborazione nel periodo di spettanza della stessa, ma il rapporto di collaborazione termina in questo arco di tempo, può fare domanda per la DIS-COLL, che verrà corrisposta nel limite delle mensilità che non si vanno a sovrapporre al periodo di spettanza dell’indennità NASpI.
Sospensione e decadenza
La NASpI viene corrisposta in virtù dello stato di disoccupazione del lavoratore. Se questi, però. dovesse essere rioccupato in un rapporto di lavoro subordinato, cosa accade? Dipende dalla tipologia di contratto (se a tempo determinato o indeterminato), da un eventuale lavoro all’estero o dal mancato adempimento di alcune procedure richieste dall’Inps.
In tutti questi casi, la prestazione può essere sospesa o decadere.
Essa viene sospesa nei casi in cui:
l’avente diritto viene assunto con contratto di lavoro a tempo determinato di durata non superiore ai 6 mesi e con un reddito annuo inferiore agli 8000 euro. La sospensione decade allo termine del rapporto di lavoro.
l’avente diritto trova un’occupazione all’estero.
Si decade, invece, dal diritto all’indennità nei casi in cui il richiedente:
viene assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o comunque superiore ai sei mesi;
inizia un’attività lavorativa autonoma o parasubordinata senza comunicare all’Inps entro un mese dall’avvio, il reddito presunto
ha raggiunto i requisiti per richiedere il pensionamento pensionistici;
è titolare di assegno di invalidità e non ha fatto richiesta di sostituzione con la NASpI;
non ha partecipato, senza giustificato motivo, alle iniziative di orientamento organizzate dai Centri per l’Impiego.