Nell’area tra Turchia e Siria già colpita ieri registrate nuove scosse di terremoto. Il bilancio si aggrava: oltre 4.000 morti
Continua lo sciame sismico dopo il potentissimo terremoto che ha devastato Turchia e Siria, provocando migliaia di morti. Dalla serata di ieri, come riporta l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, proseguono le scosse, di magnitudo superiore a 4,5, nella zona della Turchia orientale e del nord della Siria. Le autorità turche hanno aggiornato nuovamente il bilancio dei morti, che sono oltre 3.300. A cui si aggiungono almeno 1.500 vittime in Siria. Ma la conta è in continuo aggiornamento.
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E mentre iniziano ad arrivare i primi aiuti da tutto il mondo, l’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze comunica che solo in Turchia sono crollati oltre 5.000 edifici. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha proclamato sette giorni di lutto nazionale in seguito ai due terremoti di 7,9 e 7,5 gradi della scala Richter che hanno colpito nell’arco di dodici ore dieci province del Paese: Kahramanmaras, Kilis, Diyarbakir, Adana, Osmaniye, Gaziantep, Sanlirurfa, Adiyaman, Malatya e Hatay.
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Intanto, l’Unicef lancia l’allarme sui bambini: “È probabile che migliaia di case siano state distrutte, sfollando le famiglie ed esponendole alle intemperie in un periodo dell’anno in cui le temperature scendono regolarmente sotto lo zero e la neve e la pioggia gelata sono comuni. Di recente, forti tempeste di neve hanno colpito anche parti della Siria e della Turchia, e si prevedono ulteriori temperature sotto lo zero. Migliaia di bambini e famiglie sono a rischio”.
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