Dermatite atopica: risultati promettenti con rocatinlimab


Dermatite atopica: arrivano risultati promettenti con l’anticorpo sperimentale rocatinlimab secondo uno studio pubblicato su Lancet

Dermatite atopica: miglioramento della malattia con minimi effetti collaterali dopo la terapia topica mirata contro lo Staphylococcus aureus

Nei pazienti con dermatite atopica da moderata a grave, l’anticorpo sperimentale rocatinlimab diretto contro l’OX40, cruciale per la differenziazione e l’induzione delle cellule T della memoria, ha mostrato risultati promettenti sia durante che fino a 20 settimane dopo il trattamento. È quanto emerge da uno studio clinico di fase IIb pubblicato su Lancet.

«La dermatite atopica, il tipo più comune di eczema, è una malattia infiammatoria cronica debilitante della pelle che colpisce 1 americano su 10 e milioni di persone in tutto il mondo. Spesso si sviluppa in età molto giovane, causando infiammazione, arrossamento, prurito, dolore e secchezza della pelle, tutti sintomi che influenzano notevolmente la qualità della vita di un paziente» ha affermato il primo autore dello studio Emma Guttman-Yassky, Waldman Professor e System Chair del Kimberly and Eric J. Waldman Department of Dermatology presso la Icahn School of Medicine al Mount Sinai. «Penso che rocatinlimab sarà il prossimo grande progresso nel trattamento di questa condizione. Oltre al fatto che tutte le dosi hanno mostrato miglioramenti significativi rispetto al placebo negli endpoint primari e secondari, questo farmaco prende di mira le cellule T della memoria, comprese quelle di tipo 2, e questo fa pensare che possa modificare la malattia».

Rocatinlimab è un anticorpo diretto contro l’OX40 (CD134), una glicoproteina transmembrana membro della superfamiglia del TNFR/TNF espressa sulle cellule T CD4 e CD8 attivate, nonché su numerose altre cellule linfoidi e non linfoidi. I segnali costimolatori da OX40 a una cellula T convenzionale ne promuovono la divisione e la sopravvivenza. Inoltre regola la produzione di citochine da cellule T, cellule presentanti l’antigene, cellule NK e cellule NKT e modula la segnalazione del recettore delle citochine. In linea con queste importanti funzioni modulatrici, è stato scoperto OX40 svolge un ruolo centrale nello sviluppo di molteplici malattie infiammatorie e autoimmuni ed è una delle più importanti molecole di costimolazione note per controllare le cellule T.

Uno studio di fase IIb
Il trial clinico, multicentrico, in doppio cieco e controllato con placebo, è stato condotto in 65 siti secondari e terziari negli Stati Uniti, Canada, Giappone e Germania. I pazienti eleggibili avevano almeno 18 anni di età con dermatite atopica confermata (criteri di consenso dell’American Academy of Dermatology o criteri diagnostici locali) con attività di malattia da moderata a grave, come definito da un punteggio dell’Eczema Area and Severity Index (EASI) di almeno 16, un punteggio nell’Investigator’s Global Assessment for Atopic Dermatitis convalidato di 3 (moderato) o 4 (grave) e una superficie corporea interessata (BSA) di almeno il 10% sia allo screening che al basale, con anamnesi documentata (entro 1 anno) di risposta inadeguata a farmaci topici o nei quali i trattamenti topici erano sconsigliati dal punto di vista medico.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale in rapporto 1:1:1:1:1 a ricevere rocatinlimab per via sottocutanea ogni 4 settimane (150 mg o 600 mg) o ogni 2 settimane (300 mg o 600 mg) o placebo fino alla settimana 18, con un’estensione del trattamento attivo di 18 settimane e un follow-up di 20 settimane. L’endpoint primario era la variazione percentuale rispetto al basale nel punteggio EASI alla settimana 16 e durante l’estensione attiva e il follow-up.

Riduzione della gravità della malattia e delle recidive
I pazienti che assumevano rocatinlimab hanno visto una variazione percentuale media dei minimi quadrati significativamente maggiore nel punteggio EASI rispetto al basale (150 mg ogni 4 settimane –48,3, 600 mg ogni 4 settimane –49,7, 300 mg ogni 2 settimane –61,1, 600 mg ogni 2 settimane –57,4) rispetto al placebo (–15).

I miglioramenti nella gravità della malattia osservati alla settimana 16 sono continuati per tutto il periodo di estensione fino alla settimana 36. La maggior parte dei soggetti nei gruppi rocatinlimab con miglioramento dell’EASI del 75% rispetto al basale (EASI 75) (150 mg ogni 4 settimane 44%, 600 mg ogni 4 settimane 40%, 300 mg ogni 2 settimane 54%, 600 mg ogni 2 settimane 39%) hanno mantenuto la risposta durante il follow-up senza trattamento attivo.

Inoltre, nei pazienti nei gruppi rocatinlimab con EASI 75 alla settimana 36, la probabilità di non incorrere in una recidiva alla settimana 56 variava dal 73% al 96%, un dato definito da Guttman-Yassky «davvero sorprendente, perché nessun altro farmaco in questo momento mostra un simile risultato».

«Alla settimana 36, tutti i partecipanti erano in trattamento da almeno 18 settimane» ha commentato. «A questo punto, abbiamo osservato che non solo il farmaco ha raggiunto gli endpoint primari con tutti i dosaggi testati rispetto al placebo, ma anche che migliora nel tempo, il che è davvero insolito e unico tra le opzioni di trattamento attualmente disponibili. Il nostro studio di fase III nel 2023 includerà gli adolescenti e, se avrà successo, potremmo essere in grado di curare i bambini sufficientemente presto per prevenire lo sviluppo dell’asma e, potenzialmente, l’intera marcia atopica».

Gli eventi avversi sono stati simili tra i gruppi rocatinlimab, con piressia (17%), rinofaringite (14%), brividi (11%), cefalea (9%) ulcera aftosa (7%) e nausea (6%) come i più frequenti.

Referenze

Emma Guttman-Yassky E et al. An anti-OX40 antibody to treat moderate-to-severe atopic dermatitis: a multicentre, double-blind, placebo-controlled phase 2b study. Lancet. 2022.

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