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Leucemia linfatica: risposta durevole con ibrutinib più venetoclax

Leucemia linfatica cronica zanubrutinib

Leucemia linfatica cronica: efficacia e risposte durevoli dal trattamento a durata fissa ibrutinib più venetoclax

Al congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) 2022 sono stati presentati i nuovi dati a quattro anni di follow-up dello studio di fase 3 GLOW (Abstract #93), che dimostrano che il trattamento a durata fissa con ibrutinib più venetoclax (I+V) è in grado di ridurre il rischio di progressione della malattia o morte fino al 79 per cento, rispetto al trattamento con clorambucile più obinutuzumab (Clb+O), in pazienti anziani o classificati unfit con leucemia linfatica cronica (LLC) precedentemente non trattati.

La leucemia linfatica cronica è la forma di leucemia più comune nei paesi occidentali e non ha ancora una cura. Nonostante il significativo progresso dei trattamenti reso possibile dallo sviluppo di farmaci sempre più mirati, c’è ancora bisogno di nuove opzioni terapeutiche, tra le quali i regimi a durata fissa.

“I risultati dello studio GLOW dimostrano le potenzialità del trattamento a durata fissa con I + V come nuova opzione terapeutica in prima linea a disposizione di pazienti anziani e unfit con LLC. Questa combinazione a dose fissa potrebbe rappresentare un nuovo regime flessibile per pazienti candidabili ad una terapia con durata limitata nel tempo,” afferma Carsten Niemann,  M.D., Ph.D., Clinical Associate Professor and Principal Investigator at Rigshospitalet, Copenhagen, Denmark. “Questa nuova combinazione orale e a durata fissa dimostra un vantaggio in termini di sopravvivenza complessiva per il trattamento in prima linea della LLC e rappresenta un’opzione terapeutica innovativa per i pazienti.”

Lo studio ha mostrato una significativa efficacia della terapia a durata fissa con I+V in pazienti anziani o unfit con LLC non precedentemente trattati, con un beneficio superiore e durevole in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei quattro anni di follow-up. Il 75 per cento dei pazienti trattati con la combinazione sono risultati vivi e senza progressione della malattia dopo 3,5 anni. Il trattamento I+V ha anche dimostrato un vantaggio nella sopravvivenza complessiva (OS) rispetto al trattamento Clb+O. Analisi esplorative dei dati hanno mostrato che i tassi PFS dopo il trattamento sono stati più alti per il trattamento con I+V (n=106) rispetto a Clb+O (n=105), indipendentemente dallo stato di malattia minima residua (MRD) dopo il trattamento.

“Nello studio GLOW sono stati combinati due trattamenti molto attivi contro i tumori del sangue creando così una nuova terapia orale e a durata fissa. Questa combinazione ha ottenuto un vantaggio rispetto a quella di clorambucile più obinutuzumab come trattamento in prima linea della leucemia linfatica cronica in termini di sopravvivenza libera da progressione della malattia e complessiva”, dice Edmond Chan, MBChB, M.D. (Res), EMEA Therapeutic Area Lead Haematology, Janssen-Cilag Limited.” Questi ultimi risultati presentati all’ASH ribadiscono il nostro costante impegno nello sviluppare innovazioni che possano non solo migliorare gli outcome clinici dei nostri pazienti, ma anche fornire agli operatori sanitari una sempre maggiore flessibilità per andare incontro ai bisogni dei pazienti con le terapie a base di ibrutinib.” Risultati dello studio GLOW

I dati più recenti hanno mostrato un profilo di sicurezza del regime I+V in linea con i profili di sicurezza di ibrutinib e venetoclax.

“Ibrutinib ha contribuito a cambiare lo standard di cura per i pazienti adulti con LLC e altre neoplasie ematologiche a carico delle cellule B. Questo studio aggiunge importanti evidenze a supporto del suo potenziale per migliorare la sopravvivenza dei pazienti con LLC,” aggiunge Craig Tendler, M.D., Vice President, Late Development and Global Medical Affairs, Janssen Research & Development, LLC. “In Janssen, ci impegniamo a rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti con LLC continuando a investire nel nostro programma di sviluppo clinico di ibrutinib.”

Oltre ai risultati dello studio GLOW, sono stati presentati anche i nuovi dati dello studio di fase 2 CAPTIVATE riferiti alla coorte MRD (PCYC-1142) (Abstract #92), che condivide con lo studio GLOW lo stesso piano terapeutico I+V per i primi 15 cicli. Dopo i primi 15 cicli, i pazienti con una uMRD confermata (n=86) sono stati randomizzati per ricevere ibrutinib o placebo.

La sopravvivenza libera da malattia a tre anni dopo la randomizzazione è stata del 93 per cento per ibrutinib e 85 per cento per il placebo. I tassi di PFS a quattro anni dall’inizio del trattamento sono stati rispettivamente del 95 e 88 per cento e i tassi OS del 98 e 100 per cento.

Nel corso dei tre anni dopo la randomizzazione, non si sono verificati eventi nuovi di fibrillazione atriale nel braccio placebo e non ci sono stati eventi emorragici di grado tre o superiore in nessun braccio dello studio CAPTIVATE. Le incidenze di ipertensione, artralgia, neutropenia e diarrea sono state generalmente poco frequenti nel braccio placebo nel corso dello studio. Nel corso dei 12 mesi di follow-up non ci sono state morti in nessuno dei due bracci dello studio.

Nell’agosto 2022, la Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per l’uso di ibrutinib in combinazione con venetoclax in adulti con LLC non precedentemente trattati.8 L’approvazione si è basata sui dati degli studi GLOW di fase 3 e CAPTIVATE di fase 2.

Lo studio GLOW
Lo studio di fase 3 GLOW (n=211; età media, 71 anni) è uno studio randomizzato, in aperto che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento in prima linea di I+V a durata fissa vs. Clb+O in pazienti anziani (età superiore a 65 anni) con LLC o linfoma linfocitico a piccole cellule o di età compresa tra 18 e 64 anni con un punteggio CIRS (Cumulative Illness Rating Scale) superiore a 6 o valori di clearance della creatinina inferiori a 70 mL/min, senza delezioni p17 o mutazioni TP53 note. I pazienti nello studio sono stati randomizzati per ricevere inizialmente tre cicli di ibrutinib in monoterapia, seguiti da 12 cicli della combinazione I+V (n=106) o 6 cicli di Clb+O (n=105).

Nei pazienti con una risposta parziale o superiore, è stata valutato il tasso di MRD nel sangue periferico (PB) con il next-generation sequencing (NGS) attraverso la piattaforma ClonoSEQ durante il trattamento e a intervalli di 3-6 mesi dopo il trattamento. I dati ClonoSEQ sono stati usati come parte del test di clonalità linfoide.

L’endpoint primario è stato la valutazione della PFS da parte di un comitato di revisione indipendente. Gli endpoint secondari includono un tasso negativo della MRD, un tasso di risposta completa, un tasso di risposta complessiva, OS, durata della risposta e tempo al trattamento successivo.

Lo studio CAPTIVATE
Lo studio di fase 2 CAPTIVATE è stato condotto su pazienti adulti con meno di 70 anni, inclusi pazienti con malattia ad alto rischio, divisi in due coorti: una coorte definita dalla MRD (n=164; età mediana 58 anni) e una coorte con terapia a durata fissa (n=159; età mediana 60 anni).10 I pazienti nella prima coorte hanno ricevuto tre cicli iniziali di ibrutinib come monoterapia seguiti da 12 cicli di I+V (ibrutinib orale [420 mg/d]; venetoclax orale [aumento del dosaggio in 5 settimane fino a 400 mg/d]). I pazienti che hanno raggiunto una uMRD confermata, criterio stringente per l’assegnazione nei due bracci di randomizzazione, sono stati assegnati in doppio cieco con un rapporto 1 : 1 al braccio placebo o ibrutinib; i pazienti senza una uMRD confermata sono stati randomizzati in aperto a ibrutinib o I+V. L’endpoint primario a 1 anno è stato il tasso di sopravvivenza libera da malattia nella popolazione con uMRD confermata.

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