Superbonus, la premier Meloni risponde alle polemiche sul decreto che stoppa la cessione del credito e lo sconto in fattura: “Non era una misura gratis”
“La situazione è fuori controllo, a ogni singolo italiano il superbonus è costato circa 2.000 euro“. Per come è stato pensato, il provvedimento “si presta alla truffa e a creare una bolla che tende a far lievitare questo meccanismo. Risultato: il costo totale attualmente è di circa 105 miliardi di euro e sono stimate 9 miliardi di euro di truffe“. Sciorina i numeri la premier Giorgia Meloni per rispondere alle numerose proteste sul decreto approvato giovedì in Consiglio dei ministri che ha sancito lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per i bonus edilizi.
Meloni, nella sua consueta rubrica su Facebook ‘Gli appunti di Giorgia’, spiega: “Nel Cdm siamo tornati a occuparci dell’annosa vicenda del superbonus. Siamo tornati su questa materia perché ancora una volta abbiamo dovuto cercare di sanare una situazione che è diventata purtroppo fuori controllo, con esiti che possono essere imprevedibili e molto pesanti“.
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MELONI: “IL SUPERBONUS NON È UNA MISURA GRATIS”
“Dal mio punto di vista, l’ho detto e lo ripeto, il superbonus nasceva con intenti condivisibili – nota la premier – ma la misura è stata scritta e fatta così male che ha generato una serie enorme di problemi che noi oggi abbiamo ereditato e siamo tenuti a cercare di risolvere. Il costo totale attualmente è di circa 105 miliardi di euro. E questo è interessante – osserva Meloni – perché chi lo ha inventato è andato in campagna elettorale a dire che grazie a lui voi potevate gratuitamente ristrutturare casa. Però c’è un problema, che quando lo Stato fa una cosa non è mai gratuita, perché i soldi che spende sono soldi dei contribuenti, quindi da una parte lo Stato i soldi li mette e dall’altra li toglie”. Il costo di “poco meno di 2.000 euro”, rimarca la presidente del Consiglio, è ricaduto “anche sulle spalle di chi non ha una casa, su un senzatetto, su un bambino, su un neonato. Quindi non è stata una misura gratis”.
SUPERBONUS, LE TRUFFE E LA BOLLA
Il superbonus, dice ancora Meloni, “ha bisogno di essere sistemato anzitutto perché ci sono state moltissime truffe: ad oggi sono stimate 9 miliardi di euro di truffe, cioè di lavori che non sono stati fatti o di lavori che sarebbero stati fatti su edifici che non esistono”. Anche il suo predecessore Mario Draghi aveva sottolineato il problema delle truffe sulla misura, facendo arrabbiare il Movimento 5 Stelle che sosteneva l’esecutivo di larghe intese.
Con il superbonus, rimarca la premier come riferisce la Dire (www.dire.it), “ovviamente è accaduto anche che la bolla si è gonfiata così tanto che a un certo punto chi aveva questi crediti, le aziende prevalentemente, non poteva compensarli più perché aveva esaurito la sua possibilità di compensare quel credito con le tasse e non riusciva più neanche a cederli perché anche i cassetti fiscali delle banche e degli altri attori che potevano comprare quei crediti si sono chiusi. E c’è gente – sottolinea Meloni – perfettamente onesta che ha fatto dei lavori, che si è fidata dello Stato, che ha fatto quello che diceva lo Stato che si è ritrovata in mano con dei lavori fatti e dei soldi che non può prendere perché questo ha prodotto questa interessantissima misura gratuita. E noi oggi abbiamo migliaia di aziende che rischiano il tracollo e quindi siccome lo abbiamo ereditato noi, adesso noi dobbiamo cercare una soluzione perché qualcuno potesse dire in campagna elettorale che gratuitamente si ristrutturavano le case”, conclude la presidente del Consiglio in polemica con il M5S.