Bpco più grave se terapia triplice inalatoria inizia in ritardo


Un ritardo nell’inizio della terapia triplice inalatoria nei pazienti con Bpco si associa ad un innalzamento significativo del rischio di episodi successivi di riacutizzazione

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Un ritardo nell’inizio della terapia triplica inalatoria dopo un secondo evento di esacerbazione moderata nei pazienti con Bpco si associa ad un innalzamento significativo del rischio di episodi successivi di riacutizzazione.
Queste le conclusioni di uno studio recentemente presentato nel corso dell’edizione 2022 del congresso CHEST, recentemente tenutosi a Nashville (Tennesse, Usa).

Nello specifico, lo studio ha dimostrato che il ricorso alla terapia triplice inalatoria entro un mese dalla manifestazione di un evento di esacerbazione moderata di Bpco si associa ad un minor rischio di andare incontro ad un evento di esacerbazione severa di malattia entro un anno dall’inizio del trattamento rispetto a quelli che avevano ritardato l’inizio della terapia per un tempo pari o superiore a 6 mesi.

Razionale e disegno dello studio
Le persone affette da Bpco che sperimentano esacerbazioni moderate di malattia presentano, notoriamente, un rischio elevato di andare incontro ad eventi successivi, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Tuttavia, aggiungono, l’intensificazione del trattamento per questi pazienti risulta spesso ritardato nel tempo.

In questa analisi post-hoc dello studio PRIMUS, questo l’acronimo dello studio presentato al Congresso (Prompt Initiation of Maintenance Therapy in the US), i ricercatori si sono prefissi l’obiettivo di valutare se un inizio precoce della triplice terapia inalatoria dopo un secondo evento di esacerbazione moderata di malattia entro 12 mesi fosse associato ad un rischio ridotto di esacerbazioni successive di Bpco.

A tal scopo, gli autori di questa analisi hanno attinto al database di erogazione di prestazioni sanitarie Usa IBM MarketScan  per estrapolare i dati prescrittivi relativi a pazienti con diagnosi di Bpco di età uguale o superiore a 40 anni nel corso di un decennio (2010-2019).

I criteri di eleggibilità prevedevano: 1) la prescrizione di una terapia triplice ICS/LABA/LAMA “aperta” o chiusa, con la prima prescrizione effettuata alla data del trattamento indice; 2) due o più episodi di esacerbazione moderata occorsi nei 12 mesi precedenti il trattamento indice.

Erano esclusi dallo studio i casi di pazienti con malattie respiratorie selezionate e i pazienti oncologici
Gli sperimentatori hanno stratificato la coorte finale di pazienti (n=17.988) in base alla tempistica della prescrizione di TT dopo l’esacerbazione indice nei 3 gruppi seguenti:
– Inizio tempestivo della terapia (entro 30 giorni – 25,6%)
– Inizio ritardato della terapia (da 31 a 180 giorni – 42,7%)
– Inizio molto ritardato della terapia (più di 6 mesi – 31,7%)

I partecipanti allo studio avevano un’età media (SD) di 61,3 (10,9) anni, il 61,5% del campione era costituito da donne, mentre il  98% era stato sottoposto ad un trattamento pregresso con una monoterapia o una doppia terapia inalatoria.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che la proporzione di pazienti che era andata incontro ad almeno un’esacerbazione di malattia in base alla durata del ritardo nell’inizio della terapia triplice era la seguente:
– Pazienti con inizio tempestivo della triplice terapia: 66,6%
– Pazienti con inizio ritardato della triplice terapia: 81,3%
– Pazienti con inizio molto ritardato: 88,5% (p<0,01)

Il numero medio di esacerbazioni moderate o gravi per ciascun gruppo è stato di 1,5 (±1,7), 2,1 (±1,8) e 2,9 (±2,2) rispettivamente per i gruppi tempestivo, ritardato e molto ritardato (P<0,01).
Non solo: i ricercatori hanno riportato anche un aumento della proporzione di pazienti andati incontro ad esacerbazione durante il periodo di studio.

Nello specifico, l’aumento è stato così quantificato:
– +12,6% nei pazienti con inizio ritardato della terapia triplice
– + 17,2% nei pazienti con inizio molto ritardato della terapia

Riassumendo
In conclusione “…I ritardi nell’inizio della terapia triplice possono comportare rischi evitabili di esacerbazioni future, comprese le ospedalizzazioni”, scrivono i ricercatori nelle conclusioni dell’abstract del lavoro presentato al Congresso.

“Questi risultati – aggiungono – suffragano l’adozione di un approccio più proattivo alla gestione della Bpco dopo eventi di esacerbazione moderata, con particolare riferimento al timing di inizio della terapia triplice”.

Bibliografia
Evans KA et al. Promptly initiating triple therapy following second moderate exacerbation among patients with COPD in the United States: analysis of the PRIMUS study. Chest. 2022;162:SupplA1901-1902.