Parole cambiate ed espressioni ritoccate in centinaia di romanzi di Roald Dahl: la decisione è stata presa dalla società che gestisce le royalty in nome del politicamente corretto
Le parole “brutto” o “grasso” sono politicamente scorrette e non sono adatte al giorno d’oggi, dove l’attenzione per la scelta linguistica anti pregiudizio e anti discriminazioni è irrinunciabile. Ecco perché la Roald Dahl Story Company – che ha ereditato la gestione dei diritti d’autore dagli eredi dello scrittore icona Roald Dahl – ha preso la decisione deciso di mettere mano al testo di alcuni suoi capolavori, accettando di modificare alcuni termini ‘scomodi’ (ma anche molte altre espressioni) per far risultare i romanzi dello scrittore accettabili per tutti. Ed ecco che Augustus Gloop de ‘La fabbrica di cioccolato’ diventa “enorme” e non più “enormemente grasso“. E per una delle ‘Streghe’ (uno dei testi più modificati) non si parla più di fare la “cassiera in un supermercato o dattilografa per un uomo d’affari” ma di lavorare come “scienziato di punta o gestisce un’azienda”. Insomma, via tutti i riferimenti potenzialmente sessisti o discriminatori, per quella che è la mentalità e sensibilità odierna, da testi che sono stati scritti decine e decine di anni fa, dal momento che Roald Dahl nacque nel 1916. La decisione, annunciata con un lungo articolo sul Telegraph uscito venerdì 17 febbraio, è destinata a far discutere. E ad alimentare un dibattito in particolare nel mondo della letteratura su quella che di fatto appare come una forma di ‘censura’. Ma come si è arrivati alla scelta di intervenire sui testi?
ROALD DAHL RIFERIMENTO DELLA LETTERATURA PER RAGAZZI
A quanto ricostruito in questi giorni, gli eredi di Roald Dahl avevano già da tempo preso in considerazione un lavoro di revisione dei testi: ci ragionavano fin dal 2020, quando ancora la Roald Dahl Story Company apparteneva agli eredi di Dahl e non a Netflix. Roald Dahl, che nonostante il tempo trascorso, è tuttora uno degli autori di riferimento della letteratura per ragazzi, è da tutti conosciuto proprio per il suo stile irriverente e anche ‘cattivo’, si potrebbe dire, in certi passaggi, in particolare nel suo soffermarsi sulle caratteristiche fisiche dei personaggi (quelli negativi soprattutto). Vengono spesso sottolineati dettagli fisici. Viene esasperata la bruttezza e la grassezza. I mangioni, ad esempio, sono spesso presi di mira e visti negativamente per il fatto di mangiare troppo (basta pensare alla ‘Fabbrica di cioccolato’ e al trattamento riservato al ragazzino più robusto e più goloso degli altri).
LO SPETTRO DEL CATTIVO ESEMPIO
Questi aspetti linguistici, negli ultimi anni, come riferisce la Dire (www.dire.it) erano spesso stati sottolineati da una parte e dall’altra, in modo negativo: era stato fatto notare che alcuni concetti o espressioni potevano essere di cattivo esempio per i ragazzi, e che potevano finire per essere d’ispirazione per prese in giro o magari per atteggiamenti di bullismo. Va ricordato che lo stesso Roald Dahl intervenne su alcuni suoi testi, quando era ancora in vita, per apportare piccole modifiche e mettersi al riparo dalle accuse di razzismo: successe ad esempio per gli Umpa-Lumpa, gli operai della ‘Fabbrica di cioccolato’, che venivano inizialmente descritti come “pigmei neri” trovati nella “giungla africana” da Willy Wonka. Nella nuova versione divennero personaggi di fantasia, che nulla avevano a che vedere con l’Africa.
“CAMBIAMO IL LINGUAGGIO PER FAR APPREZZARE IL LIBRO ANCORA OGGI”
Nelle nuove edizioni, le modifiche vengono segnalate da una breve nota inserita nella pagina iniziale, in cui si legge: “Le parole sono importanti. Le magnifiche parole di Roald Dahl possono trasportare in mondi diversi e far conoscere personaggi meravigliosi. Questo libro è stato scritto tanti anni fa e quindi ne rivediamo regolarmente il linguaggio per assicurarci che possa essere apprezzato da tutte le persone anche oggi”. Al Telegraph, dalla Roald Dahl Story Company hanno assicurato che le modifiche letterarie sono state fatte “mantenendo la trama della storia, i caratteri dei personaggi e l’irriverenza e lo spirito acuto del testo originale” e che sono “piccole e valutate con grande attenzione”. Ma di fatto le modifiche fatte nei libri di Roald Dahl sono centinaia. Per decidere in che modo intervenire sui testi, la casa editrice Puffin Books (marchio editoriale del gruppo Penguin Random House) e la Roald Dahl Story Company si sono rivolta a Inclusive Minds, un’organizzazione che si occupa di “inclusione e accessibilità nella letteratura per bambini” e che è molto in voga in Gran Bretagna per sbrogliare le questioni di ‘sensibilità’ dei lettori.
LE CRITICHE: “È UN’ASSURDA CENSURA”
Questo intervento è destinato sicuramente a far discutere, anche perché sulla scorta di questo, quante operazioni di ‘correzione’ andrebbero fatte su testi e canzoni ormai datati? Qualcuno ha trovato eccessive le modifiche, qualcuno ha anche gridato allo scandalo, in particolare diversi intellettuali si sono schierati contro questa operazione definendola negativamente una “censura”. Su Twitter, per fare un esempio, lo scrittore Salman Rushdie è intervenuto così: “Roald Dahl non era un angelo, ma questa è una censura assurda. Puffin Books e i gestori dei diritti di Dahl dovrebbero vergognarsi”. C’è da dire, però, che forse in questo caso la differenza la fa il fatto che si tratti di libri destinati a bambini e adolescenti, persone in età di crescita, per cui una parola non viene valutata con il giusto senso critico e la capacità di contestualizzare come se invece si trattasse di libri per adulti.