Bpco: nuovi dati su ensifentrina dimostrano la capacità di questo farmaco sperimentale di ridurre il tasso di esacerbazioni o gli episodi di peggioramento rapido di malattia
Nelle settimane scorse i dati di un trial clinico di fase III, lo studio ENHANCE-2, avevano dimostrato come ensifentrina, un doppio inibitore sperimentale degli enzimi PDE3 e PDE4 che combina attività broncodilatatrice e antinfiammatoria in un unico composto, dimostrasse miglioramenti significativi di alcune misure chiave della funzione polmonare quando utilizzato come trattamento di mantenimento.
E’ recente, invece, la pubblicazione di un nuovo comunicato stampa emesso da Verona Pharma, l’azienda responsabile dello sviluppo clinico di ensifentrina, dal quale emerge la capacità di questo farmaco sperimentale di ridurre il tasso di esacerbazioni o gli episodi di peggioramento rapido di malattia, in un ampio spettro di sottogruppi di pazienti con Bpco di grado moderato-severo.
Informazioni su ensifentrina e lo studio ENHANCE-2
Ensifentrina è un farmaco sperimentale che combina proprietà broncodilatatorie e antinfiammatorie; è stato progettato per massimizzare l’efficacia e ridurre gli eventi avversi attraverso un’elevata selettività per le fosfodiesterasi 3 e 4 (PDE3 e PDE4) rispetto ad altri enzimi e recettori, così da minimizzare gli effetti fuori bersaglio. La somministrazione diretta ai polmoni tramite inalazione ha lo scopo di massimizzare l’esposizione polmonare alla molecola, riducendo al minimo la distribuzione sistemica e i potenziali eventi avversi. Negli studi clinici che hanno coinvolto oltre 1.400 pazienti il farmaco è già risultato ben tollerato.
Lo studio di fase III ENHANCE-2 (Ensifentrine as a Novel inHAled Nebulized COPD thErapy) ha randomizzato 789 pazienti con Bpco sintomatica da moderata a grave a ricevere ensifentrina nebulizzata o placebo due volte al giorno per 24 settimane. L’endpoint primario era rappresentato dalla misurazione dell’effetto del trattamento in base all’area sotto la curva (AUC) del volume espiratorio medio in 1 secondo (FEV1) 0-12 ore dopo la dose alla settimana 12. Gli obiettivi secondari includevano il picco e il minimo mattutino del FEV1, i sintomi della BPCO e le riacutizzazioni dopo 24 settimane.
Lo studio ha documentato miglioramenti importanti della funzione polmonare grazie all’impiego di questo farmaco sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Nello specifico, ensifentrina ha ridotto in modo significativo il rischio di esacerbazioni (-42%) rispetto al placebo. Inoltre, il farmaco ha superato il placebo nel migliorare anche la FEV1, insieme ad un profilo di safety favorevole.
Nel nuovo comunicato stampa rilasciato dall’azienda produttrice del farmaco, sono stati resi noti i dati dell’analisi per sottogruppi dei pazienti che ha messo a confronto gli outcome relativi alle esacerbazioni in diversi gruppi di pazienti nel corso di 24 settimane.
I ricercatori hanno comunque tenuto a puntualizzare che il trial non era stato concepito per avere la potenza statistica necessaria ad esaminare i tassi di esacerbazione per ciascuno di questi singoli gruppi di pazienti.
Risultati principali e considerazioni finali
Dall’analisi dei dati è emerso che gli effetti del trattamento erano generalmente simili tra i sottogruppi in studio. Ad esempio, la riduzione del tasso di esacerbazioni è stata simile nei pazienti che assumevano o meno farmaci di fondo (43% e 41%). In questo caso, i farmaci di fondo comprendevano due classi di broncodilatatori: gli antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA) o i beta-agonisti a lunga durata d’azione (LABA).
Non solo: la riduzione del tasso di esacerbazione è stata simile anche tra i pazienti che assumevano o meno corticosteroidi per via inalatoria (44% e 42%).
Inoltre, sono stati registrati tassi di esacerbazione più bassi sia nei fumatori che nei non fumatori (56% e 26%).
Da ultimo, sia i pazienti residenti in Europa (59%) che in Nord America (31%) nonché i pazienti appartenenti a sottogruppi divisi in base all’emocromo, hanno registrato un calo dei tassi di esacerbazione.
In conclusione, i risultati di quest’analisi per sottogruppi dello studio ENHANCE-2 suffragano quelli già noti in precedenza dallo studio in questione.
Se i dati dello studio ENHANCE-1, tuttora in corso, saranno altrettanto positivi, l’azienda responsabile dello sviluppo clinico di ensifentrina conta di utilizzare entrambi i trial per supportare la domanda di registrazione del composto alla Fda statunitense, finalizzata all’impiego di questo farmaco sperimentale nella Bpco.