Processo Patrick Zaki: in Egitto nuovo rinvio al 9 maggio


Patrick Zaki è accusato di diffusione di notizie false e attende ancora un verdetto dopo essere rimasto in carcere in Egitto per quasi due anni

Egitto: Patrick Zaki lascia il carcere

Ennesimo aggiornamento nel processo a carico di Patrick Zaki, il ricercatore e studente egiziano dell’università Alma Mater studiorum di Bologna a lungo in carcere in Egitto e ancora impossibilitato a lasciare il Paese a causa delle accuse di “diffusione di notizie false”. Stando a quanto conferma all’agenzia Dire il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, i giudici della corte di Mansoura presso cui si sta svolgendo il processo hanno aggiornato il procedimento al 9 maggio. Il ricercatore è stato arrestato al suo ritorno in Egitto dall’Italia nel febbraio 2020 ed è stato poi rilasciato nel dicembre 2021, senza essere prosciolto.

ZAKI: “PRESTO TORNERÒ A BOLOGNA”

Poco prima del verdetto della corte, Zaki ha scritto su Twitter: “Sempre con i diritti umani. Al più presto ritorno a Bologna“. Ieri nel capoluogo emiliano si è anche svolto un sit-in organizzato da Amnesty per “chiedere l’assoluzione e la rimozione del divieto di viaggio all’estero, che consentirebbero a Patrick di tornare a Bologna per riprendere i suoi studi”, come segnala il comune di Bologna. “Continua ormai da tre anni questa persecuzione contro una persona colpevole solo di essere un difensore dei diritti umani; a maggio saranno per l’esattezza tre anni e tre mesi”, commenta Noury alla Dire. “È importante che le autorità italiane utilizzino queste settimane di attesa per fare pressione sulle quelle egiziane affinché si arrivi a un’assoluzione di Patrick e a una rimozione del divieto di viaggio, così da permettere al ricercatore di tornare a Bologna”.

IL RETTORE DI BOLOGNA: “RINVIO CHE CREA ANGOSCIA”

L’ennesimo rinvio del processo a carico di Patrick Zaki è una notizia che “accogliamo con una sempre più forte amarezza e angoscia”. Questo il commento del rettore dell’Alma Mater Giovanni Molari alla decisione del Tribunale di Mansoura di aggiornare il processo al 9 maggio. “Ieri – ricorda Molari in una nota – ancora una volta in tante e tanti ci siamo ritrovati in piazza Nettuno per un’iniziativa di Amnesty International sostenuta dal Comune e dall’Università, e lì, nel cuore di Bologna, ho ricordato che il nostro Patrick Zaki è per noi non solo oggetto di preoccupazione e dedizione, ma anche una ricca fonte di ispirazione“, in quanto “la sua tenace difesa dei diritti umani è una lezione per tutti e un esempio che rafforza il nostro costante impegno”.

A Zaki, dunque, il rettore manda a dire che “non sei e non sarai mai solo“, aggiungendo che “la tua città e la tua università ti aspettano a braccia aperte” e che “fino a quando non potremo rivederti tra noi, non smetteremo di mostrare a tutto il mondo la nostra volontà di esserti accanto”.