Pubblicati i risultati dello studio “Il potenziale impatto della riclassificazione della pillola progestinica sulle gravidanze non pianificate in Italia”
Lo studio “Il potenziale impatto della riclassificazione della pillola progestinica sulle gravidanze non pianificate in Italia”, condotto da un gruppo di esperti in economia sanitaria con il contributo non condizionante di HRA Pharma, ha messo a confronto il contesto attuale della contraccezione in Italia con lo scenario, oggi ipotetico, in cui l’accesso alla pillola contraccettiva a base di solo progestinico (POP) sia facilitato tramite una dispensazione senza prescrizione medica.
Dall’analisi del mix contraccettivo utilizzato dalle donne italiane, basato sulla media dei dati pubblicati da Istat nel 2017 e nel 2019, emerge che tra le donne che attualmente non hanno pianificato una gravidanza, ma che sono sessualmente attive e in grado di concepire, il 23% non usa alcun metodo contraccettivo, nel nostro Paese, e il 18,4% si affida al coito interrotto, con percentuali di fallimento registrate in un anno rispettivamente dell’85% e del 22%. Lo studio ha messo a confronto questi dati con una simulazione di quanto potrebbe avvenire qualora la POP fosse disponibile senza obbligo di prescrizione medica e le donne che non usano alcun metodo contraccettivo o che usano il coito interrotto la adottassero.
“Se solamente il 10% delle donne che attualmente non usa alcun contraccettivo utilizzasse la POP, avremmo una riduzione di oltre il 5,5% di gravidanze non pianificate” afferma Noushin Mirjalili, Medical Affairs Manager – Women Health di HRA Pharma. “Se ad assumere la pillola fosse il 50% di quelle donne, ci troveremmo di fronte ad una riduzione di oltre il 27,6% di gravidanze non pianificate. Sono numeri importanti, che possono migliorare la vita di tante donne e risparmiare ricadute economico-sociali sul Paese”.
La stessa simulazione è stata anche condotta sulla popolazione di donne che riferisce l’utilizzo del coito interrotto. La riduzione delle gravidanze non pianificate si attesterebbe tra lo 0,76% se il 10% di queste donne assumesse la POP e il 3,78% se ad assumerla fosse il 50% delle stesse. È importante considerare anche che le simulazioni condotte in questo studio, che indaga il potenziale impatto sulle gravidanze non pianificate della riclassificazione della POP in Italia, sono supportate da precedenti analisi che evidenziano come oltre il 40% delle donne intervistate siano propense a cambiare il proprio metodo contraccettivo qualora la POP fosse disponibile senza obbligo di prescrizione.
La ricerca evidenzia quanto il fenomeno delle gravidanze non pianificate sia ancora diffuso in Italia, causando notevoli problematiche sia per le donne che per l’intero sistema sanitario, da un punto di vista emotivo, professionale, sessuale, economico e sociale. Inoltre, si dimostra che riclassificare la POP a farmaco senza obbligo di prescrizione, come già avvenuto nel Regno Unito e come potrebbe accadere nel 2023 negli USA, significherebbe garantire maggiore facilità di accesso alla contraccezione, riducendo così il numero di gravidanze non pianificate.
Per consultare la ricerca: Link