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Psoriasi: i pazienti preferiscono i farmaci biologici

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Con la pandemia da Covid-19, le preferenze dei pazienti giapponesi con psoriasi hanno privilegiato i farmaci biologici con meno somministrazioni e visite

A seguito delle misure di blocco correlate alla pandemia da Covid-19, le preferenze dei pazienti giapponesi con psoriasi hanno privilegiato i farmaci biologici con somministrazioni e visite meno frequenti e un minor rischio di infezioni gravi che richiedono il ricovero in ospedale, secondo i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Dermatology.

Nel trattamento della psoriasi, i farmaci biologici sono stati associati a una maggiore soddisfazione per il trattamento e a una migliore qualità della vita rispetto ad altre opzioni terapeutiche. La scelta di un biologico deve tenere conto della del meccanismo di azione e dell’efficacia di ciascun farmaco, hanno osservato i ricercatori, oltre al background del paziente e alcune caratteristiche della terapia, come il dosaggio e la frequenza.

In Giappone ci sono da 430mila a 560mila pazienti affetti da psoriasi e sono stati approvati 11 farmaci biologici che sono utilizzati nella pratica clinica per il trattamento della malattia da moderata a grave.

«Una migliore comprensione delle preferenze dei pazienti potrebbe aiutare i medici a selezionare i farmaci biologici ottimali, in grado di soddisfare le esigenze di ogni singolo paziente e di garantire l’aderenza terapeutica» hanno scritto gli autori dello studio. «Pochi studi hanno valutato le preferenze dei pazienti giapponesi per i farmaci biologici nel trattamento della psoriasi e avevano come obiettivo principale il miglioramento dei sintomi cutanei».

Valutazione tramite un questionario basato sul web
Per colmare questa lacuna e descrivere le preferenze dei pazienti riguardo all’uso di farmaci biologici, oltre a valutare i fattori sociali e clinici (analisi dei sottogruppi) che le influenzano, ai pazienti è stato somministrato un questionario basato sul web utilizzando l’approccio ”esperimento a scelta discreta” (DCE). Ai partecipanti sono stati presentati due ipotetici scenari di scelta basati su una combinazione di attributi di farmaci biologici, ed è stato loro chiesto di selezionare lo scenario più favorevole.

Gli attributi della terapia biologica su cui esprimere una preferenza erano l’efficacia a 1 anno (risoluzione di almeno il 90% dei sintomi che si mantenuta per 52 settimane dopo l’inizio del trattamento), l’efficacia sui sintomi cutanei e altre manifestazioni, il tasso annuale di infezioni gravi che richiedono il ricovero, l’incidenza di reazioni al sito di iniezione (come dolore, gonfiore e/o arrossamento), la via di somministrazione e le visite (una combinazione di intervallo di somministrazione, via di somministrazione e frequenza delle visite ospedaliere) e le indicazioni per varie tipologie di pazienti.

I dati del sondaggio sono stati raccolti dal 4 all’8 ottobre 2021, poco dopo la fine della dichiarazione di stato di emergenza da parte del governo giapponese a causa del Covid, in vigore da aprile fino alla fine di settembre 2021. «Pertanto questo studio riflette l’impatto della pandemia sulle preferenze dei pazienti per i farmaci biologici nel trattamento della psoriasi» hanno sottolineato gli autori.

I partecipanti al sondaggio del questionario erano soggetti con psoriasi (circa 4.000) registrati nel database della società di ricerche di mercato INTAGE Healthcare di Tokyo. I pazienti eleggibili dovevano avere almeno 20 anni al momento dello screening, una precedente diagnosi di psoriasi da parte di un medico e dovevano essere in trattamento per la psoriasi. Le loro preferenze sono state valutate utilizzando il peso dell’importanza e l’importanza relativa (RI).

L’analisi ha interessato un totale di 357 soggetti (età media 55,9 anni, 75,35% maschi). La localizzazione più comune delle lesioni cutanee era il cuoio capelluto (54,06%), seguito dagli arti inferiori (dalla coscia alla caviglia 52,10%) e dai glutei (39,50%). Unghie, cuoio capelluto, mani, piedi, genitali e viso erano considerate aree difficili da trattare e 292 pazienti (81,79%) presentavano psoriasi in queste aree.

Frequenza di somministrazione e di visita gli attributi ritenuti più importanti
Gli attributi maggiormente preferiti per la scelta dei farmaci biologici in generale erano la via di somministrazione e le visite (RI 24,21%), seguiti dal rischio di infezioni gravi che richiedono l’ospedalizzazione (RI 23,10%), l’efficacia a 1 anno (RI 16,63%), e l’incidenza di reazioni al sito di iniezione (RI 14,43%). La preferenza relativa era inferiore per le indicazioni (RI 3,87%) e l’efficacia sui sintomi cutanei e altre manifestazioni (RI 3,54%).

Le analisi dei sottogruppi hanno inoltre mostrato che la preferenza tendeva a essere più alta per la via di somministrazione e le visite e il rischio di infezioni gravi che richiedessero il ricovero:

I ricercatori hanno rilevato che questi risultati sono in contrasto con quanto emerso in studi precedenti, nei quali la massima importanza era stata attribuita all’efficacia del farmaco, ma che possono riflettere l’impatto personale e sociale dell’epidemia di Covid-19 al momento del sondaggio.

«La guida giapponese per l’uso dei farmaci biologici per il trattamento della psoriasi sottolinea l’importanza della selezione dei farmaci biologici dopo la debita considerazione dei fattori relativi alla malattia, al trattamento e alle caratteristiche del paziente, oltre che alla condivisione di tali informazioni con il malato» hanno concluso. «Auspichiamo che questi risultati supporteranno i medici a scegliere correttamente tra i farmaci biologici in risposta alle esigenze dei pazienti, portando in futuro a una maggiore soddisfazione e aderenza al trattamento».

Referenze

Tada Y et al. Psoriasis patient preferences for the use of biologics during the coronavirus era. J Dermatol. 2023 Jan 11. 

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