Indagine analizza quanto le necessità verso una corretta igiene femminile siano prese in considerazione all’interno dei bagni pubblici e al lavoro
“Donne, Donne, oltre alle gambe c’è di più” diceva così una famosa canzone italiana per sottolineare che, quando si parla di donne, c’è tutto un mondo da scoprire che va ben oltre la narrazione dei corpi. Personalità e identità li rendono unici e ad attraversare questa unicità vi è una linea comune che si chiama benessere. Soprattutto nella sfera femminile c’è un tipo di benessere che unisce quello fisico e quello mentale e contribuisce al loro equilibrio: è il benessere intimo.
Proprio su questo Initial, azienda partner delle imprese nella fornitura di servizi per l’igiene, anche femminile, la purificazione dell’aria e le profumazioni per ambiente, si è posta alcune domande: quanto l’igiene femminile viene presa in considerazione quando si è fuori dal contesto domestico, e all’interno dei servizi pubblici? Quanto al lavoro? Per indagare questi temi l’azienda ha condotto una survey così da scattare una fotografia sulla situazione attuale in Italia.
Donne e servizi igienici pubblici: 1 su 5 preferisce non utilizzarli, neanche in emergenza
Sono dati interessanti quelli ottenuti dal sondaggio che mostrano come anche l’offerta di servizi essenziali sia, a volte, non così scontata. Parlando di igiene, 7 donne su 10 dichiarano di non sentirsi sicure nell’utilizzare i bagni pubblici. Ben l’81% delle partecipanti al sondaggio è spaventata dall’idea di toccarne le superfici mentre 1 donna su 5 preferisce non utilizzarli affatto, anche sentendone l’esigenza. I bagni pubblici sono risultati sporchi e privi di elementi fondamentali secondo molte delle intervistate che hanno evidenziato in particolare l’assenza di dispenser per rotoli di carta igienica (93%), di cestini getta rifiuti per assorbenti (87%) e di igienizzante per le superfici del WC (76%).
Il ciclo, quel compagno a cui è difficile dare le giuste attenzioni fuori casa
Le cose cambiano quando si parla di bagni pubblici e ciclo. Quasi la totalità delle intervistate non si sente a suo agio nell’utilizzarli durante quel periodo e di queste il 69% lo usa solo perché obbligate e con una forte dose di coraggio. Anche in questo caso si conferma che 1 donna su 5 preferirebbe non utilizzare il bagno pubblico. Secondo il 75% delle intervistate è necessario dare maggiore attenzione al benessere femminile già in una prima fase di progettazione e gestione della toilette, un dato molto significativo che delinea la percezione della toilette pubblica come un servizio molto arretrato. A chiarirlo ancora di più una domanda sui dispositivi automatici che toglie ogni dubbio: il 90% delle intervistate preferisce quelli con attivazione no-touch così da evitare del tutto il contatto con qualsiasi superficie. Diversa invece la situazione al lavoro, dove ben il 54% delle donne dichiara di utilizzare il bagno durante il periodo del ciclo sentendosi a proprio agio, quasi come se fosse quello di casa.
Toilette a lavoro, un passo avanti verso un servizio che può e deve ancora migliorare
Partendo da quest’ultima percentuale, è chiaro che le donne si sentano molto più a loro agio nell’utilizzare il bagno del luogo di lavoro rispetto ai bagni pubblici. Una conferma di come il workplace sia percepito in tal senso sicuro e ben vivibile, espressione di attenzione e cura da parte dell’azienda per garantire ai propri impiegati un luogo ben attrezzato per trascorrere molto tempo.
Anche in questo caso, però, molte donne, seppur più soddisfatte rispetto all’utilizzo del bagno pubblico fuori dall’ufficio, pongono l’accento su ulteriori servizi utili. Infatti, il 58% delle intervistate sarebbe contenta di avere il distributore gratuito di assorbenti igienici perché significherebbe un’attenzione in più da parte del mondo del lavoro verso un tema molto delicato in Italia, nonché la “normalizzazione” di un periodo naturale per ogni donna. In aggiunta, il 45% delle intervistate vorrebbe trovare l’igienizzante per le superfici del WC e 1 donna su 4 implementerebbe i servizi del bagno dell’ufficio anche con il cestino getta assorbenti.
La maggior parte delle donne intervistate (84%) è infine più incentivata a utilizzare la toilette del proprio posto di lavoro se dotata di un profumatore per ambiente. Dalla survey, infatti, emerge come la profumazione sia un elemento decisivo per l’utilizzo del bagno in ufficio. Il 25% delle intervistate infatti ha timore di utilizzare un bagno senza profumatore mentre il 55% decide soprattutto in base alla sua posizione e per la privacy che ne deriva.
BENESSERE INTIMO E IGIENE FEMMINILE: UNA STRADA IN SALITA DA PERCORRERE INSIEME
Dalla ricerca si evince come alcuni servizi che dovrebbero essere considerati la base dell’igiene pubblica, vengano invece percepiti come un plus dalle intervistate, proprio perché spesso assenti. La cattiva gestione, in particolar modo del bagno pubblico, ha modificato la percezione di un servizio che dovrebbe invece garantire la fruizione sicura di un bene di prima necessità. In una società sempre più attenta al wellbeing, inteso come benessere fisico e mentale, è necessario accendere i riflettori su una situazione problematica soprattutto per le donne.
A volte basta davvero una piccola attenzione in più per assicurare la giusta organizzazione e fornitura delle toilette pubbliche e in questo Initial si mette al fianco delle aziende e delle strutture pubbliche e private nella fornitura dei servizi per l’igiene negli spazi condivisi, al fine di creare un ambiente bagno curato e rafforzare l’idea che il benessere si possa trovare ovunque… anche fuori dalla comodità delle mura domestiche!