Bpco: le esacerbazioni accelerano enfisema negli ex fumatori


Gli ex fumatori affetti da Bpco che vanno incontro ad esacerbazioni di malattia si connotano per un declino più ampio della densità polmonare

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Gli ex fumatori affetti da Bpco che vanno incontro ad esacerbazioni di malattia si connotano per un declino più ampio della densità polmonare (andando quindi incontro più velocemente ad enfisema polmonare) rispetto ai pazienti non esacerbati. Queste le conclusioni di un piccolo studio, pubblicato sotto forma di comunicazione breve (Letter) sulla rivista Annals of the American Thoracic Society.

Razionale e disegno dello studio
L’enfisema, un importante fenotipo radiografico di Bpco, si caratterizza per la distruzione irreversibile degli spazi alveolari in ragione della progressione continua dell’infiammazione. Questa condizione è notoriamente associata a morbi- mortalità significativa, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Per quanto l’enfisema sia considerato una condizione progressiva, va anche ricordato, però, che il suo avanzamento non è uniforme e che non sono ancora del tutto ben chiari i fattori responsabili alla base della sua progressione.

E’ acclarato che la progressione di enfisema può essere rallentata dalla cessazione del fumo di sigaretta; ciò detto, i tassi di declino della funzione polmonare si mantengono elevati anche nei pazienti che hanno smesso di fumare rispetto agli individui sani.

Alcuni studi sembrano suggerire che la presenza di enfisema, di per sé, rappresenti un fattore di rischio per la sua progressione e che una condizione di enfisema generi altro enfisema.
La base fisiopatologica di questa associazione risiede, molto probabilmente, nella presenza di un meccanismo di meccano-trasduzione: le aree colpite da enfisema avrebbero un impatto sul tessuto polmonare sano circostante, con conseguente distruzione ulteriore dei setti polmonari alveolari.

Dato che questo processo è probabilmente di entità maggiore in presenza di tosse, come nel caso delle esacerbazioni di Bpco, i ricercatori hanno voluto verificare se la presenza di esacerbazioni acute di malattia fosse associata ad una progressione più rapida dell’enfisema.

A tal scopo i ricercatori hanno attinto ai dati dello studio COPDGene, estrapolando quelli relativi a 3.874 pazienti adulti con Bpco (età media: 63,4 anni; 50,2% donne; 25% afroamericani) fumatori attuali (n = 1.522) o ex fumatori (n = 2.352).

I pazienti in questione erano sono stati sottoposti a spirometria e Tc all’ingresso nello studio e a distanza di 5 anni, monitorando le esacerbazioni occorse a cadenza trimestrale-semestrale nel corso del follow-up.

Considerando la coorte in toto, 1.829 pazienti erano classificati allo stadio 0 della Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD), 357 allo stadio 1, 756 allo stadio 2, 365 allo stadio 3  e 87 allo stadio 4 GOLD al basale.

Risultati principali
I ricercatori hanno caratterizzato i pazienti in base alla frequenza delle esacerbazioni nell’arco di 5 anni. In questo modo hanno osservato che 2.590 (67%) pazienti non avevano avuto esacerbazioni di Bpco, 1.284 (33%) erano andati incontro ad almeno una esacerbazione, 864 (22%) da una a quattro eventi e 420 (11%) ad almeno cinque esacerbazioni.

Aggiustando i dati per la presenza di alcune variabili come l’età, il sesso, la razza e il BMI, i ricercatori hanno riscontrato che un numero maggiore di riacutizzazioni era legato ad una riduzione maggiore della densità polmonare aggiustata.

Gli ex fumatori che avevano sperimentato cinque o più episodi di riacutizzazione hanno registrato una variazione della densità polmonare di -5,22 g/L (IC95%: da -6,23 a -4,21) rispetto ad una variazione di -4,16 g/L (IC95%: da -4,91 a -3,41) tra coloro che erano andati incontro a 1-4 riacutizzazioni e ad una variazione di -3,27 g/L (IC95%: da -3,81 a -2,74) tra coloro che non erano andati incontro a questi eventi (P < 0,0001 per tutti).
Le stime corrette della densità polmonare includevano gli effetti dell’invecchiamento, che i ricercatori hanno stimato in 0,36 g/L all’anno.

I ricercatori hanno documentato risultati simili quando hanno valutato gli ex fumatori con almeno il 5% di enfisema (5 riacutizzazioni: -5,92 g/L, IC95%: da -7,13 a -4,71; 1-4 riacutizzazioni: -4,68 g/L, IC95%: da -5,67 a -3,69; nessuna riacutizzazione: -3,73 g/L, IC95%: da -4,6 a -2,87), mentre questa associazione non è stata verificata per i pazienti con meno del 5% di enfisema al basale, indipendentemente dallo status di fumatore.

D’altra parte, i pazienti che fumavano abitualmente hanno presentato variazioni medie aggiustate della densità polmonare di entità maggiore rispetto agli ex fumatori (5 riacutizzazioni: -5,61 g/L, IC95%: da -7,39 a -3,83; 1-4 riacutizzazioni: -5,58 g/L, IC95%: da -6,84 a -4,32; nessuna riacutizzazione: -4,89 g/L, IC95%: da -5,63 a -4,16).

In questo caso, però, l’associazione tra l’incremento del numero di riacutizzazioni e la progressione di enfisema rispetto ad un numero ridotto o assente di esacerbazioni. non ha raggiunto la significatività statistica.

A tal proposito, i ricercatori hanno ipotizzato che le misure per valutare l’enfisema, probabilmente alterate dalla presenza dell’esposizione continua al fumo di sigaretta, in combinazione con il numero ridotto di partecipanti allo studio classificati come fumatori abituali ne corso dei 5 anni di follow-up, avrebbero prodotto risultati non accurati.

Riassumendo
“In conclusione, le esacerbazioni sono correlate alla progressione dell’enfisema in modo dipendente dal numero di eventi – scrivono i ricercatori nelle conclusioni -. Tuttavia, anche una bassa frequenza di esacerbazioni è associata ad un rischio elevato di progressione dell’enfisema, soprattutto quando l’enfisema è già insorto. Dato che l’enfisema è una condizione irreversibile, questi risultati sottolineano l’importanza di prevenire le esacerbazioni di Bpco”.

Bibliografia
Bhatt SP, et al. Acute Exacerbations Are Associated with Progression of EmphysemaAnn Am Thorac Soc. 2022;doi:10.1513/AnnalsATS.202112-1385RL.
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