Dermatite atopica: buoni risultati con lebrikizumab e cura steroidea


Dermatite atopica da moderata a grave: miglioramenti significativi con l’aggiunta di lebrikizumab alla terapia steroidea topica rispetto ai soli steroidi più placebo

Dermatite atopica: miglioramento della malattia con minimi effetti collaterali dopo la terapia topica mirata contro lo Staphylococcus aureus

I pazienti adulti e adolescenti con dermatite atopica da moderata a grave hanno mostrato miglioramenti significativi con l’aggiunta di lebrikizumab alla terapia steroidea topica rispetto ai soli steroidi più placebo dopo 16 settimane. Sono i risultati dello studio di fase III ADhere pubblicato sulla rivista JAMA Dermatology.

«Lebrikizumab, un anticorpo monoclonale che inibisce l’interleuchina-13, combinato con i corticosteroidi topici è stato associato a una ridotta gravità complessiva della malattia, con un profilo di sicurezza coerente con i precedenti studi condotti con il farmaco» ha osservato l’autore principale Eric Simpson, professore di dermatologia presso la Oregon Health & Science University di Portland.

Un trial multicentrico di 16 settimane
Lo studio di fase III ADhere in doppio cieco è stato condotto in 54 siti in Germania, Polonia, Canada e Stati Uniti e ha coinvolto 211 pazienti con un’età media di 37,2 anni, il 48,8% dei quali erano donne e circa il 22% adolescenti. Quasi il 15% dei soggetti erano asiatici e circa il 13% neri.

Al basale i partecipanti avevano un punteggio di almeno 16 nell’Eczema Area and Severity Index (EASI), un punteggio di almeno 3 nell’Investigator’s Global Assessment (IGA), un coinvolgimento di almeno il 10% della superficie corporea (BSA) e una storia di risposta inadeguata al trattamento con farmaci topici.

Dopo un periodo di washout minimo di 1 settimana dalla terapia topica e sistemica, i pazienti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere lebrikizumab più steroidi per via topica (n = 145) o placebo più steroidi topici (n = 66) per un totale di 16 settimane.

Lebrikizumab e il placebo sono stati somministrati mediante iniezione sottocutanea ogni 2 settimane. La dose di carico e alla settimana 2 di lebrikizumab era di 500 mg, seguite successivamente da 250 mg. Tutti i pazienti sono stati istruiti a utilizzare steroidi topici di potenza medio-bassa a propria discrezione forniti dai siti di studio (media potenza triamcinolone acetonide 0,1% crema, bassa potenza idrocortisone 1% crema). Sulle aree cutanee sensibili era consentito l’impiego di inibitori topici della calcineurina.

Con lebrikizumab miglioramento significativo di segni e sintomi
Gli endpoint primari a 16 settimane includevano una riduzione di almeno 2 punti dell’IGA rispetto al basale e un miglioramento di almeno il 75% del punteggio EASI (EASI 75). I pazienti nel braccio lebrikizumab hanno raggiunto entrambi gli obiettivi, con significatività statistica rispettivamente già alle settimane 8 e 4 e che si è mantenuta fino alla settimana 16. In particolare ha ottenuto una riduzione di almeno 2 punti nell’IGA il 41,2% dei soggetti nel gruppo attivo rispetto al 22,1% di quelli trattati con placebo più steroidi topici (P=0,01), mentre la percentuale di pazienti con risposta EASI-75 è stata rispettivamente del 69,5% vs 42,2% (P<0,001).

I partecipanti sottoposti a lebrikizumab hanno anche mostrato miglioramenti statisticamente significativi rispetto alla sola terapia steroidea topica in tutti i principali endpoint secondari, inclusi clearance cutanea, miglioramento del prurito e dell’interferenza del prurito sul sonno e miglioramento della qualità della vita.

«Questo studio ha catturato il beneficio clinico di lebrikizumab attraverso l’endpoint combinato del segno clinico di clearance della pelle valutato dal medico (EASI 75) e l’esito riferito dal paziente del miglioramento del prurito» hanno riportato gli autori. «La percentuale dei soggetti che hanno raggiunto l’endpoint combinato è stata più del doppio per il gruppo lebrikizumab più steroidi topici rispetto al gruppo di controllo, indicando una maggiore probabilità con lebrikizumab di ottenere un miglioramento dei segni cutanei e del prurito».

La maggior parte degli eventi avversi emersi dal trattamento erano di gravità lieve o moderata e non hanno portato all’interruzione dello studio. Tra questi congiuntivite (4,8%), cefalea (4,8%), ipertensione (2,8%), reazioni al sito di iniezione (2,8%) e infezione da herpes (3,4%), eventi che si sono verificati in meno dell’1,5% dei soggetti nel gruppo placebo più steroidi.

«Una maggiore incidenza di congiuntivite è stata segnalata anche con altri farmaci biologici che inibiscono la segnalazione della IL-13 e/o IL-4, così come negli studi in monoterapia con lebrikizumab» hanno fatto presente i ricercatori. Anche se i motivi non sono del tutto chiari, è stato riportato che la scarsità di cellule caliciformi congiuntivali dovuta all’inibizione di IL-13 e IL-4 e i successivi effetti sull’omeostasi della superficie della mucosa congiuntivale provocano eventi avversi oculari.

Sempre più opzioni terapeutiche per la dermatite atopica
«Questo è davvero un momento di grande speranza e promessa per i nostri pazienti che soffrono di dermatite atopica» ha commentato Zelma Chiesa Fuxench del Dipartimento di Dermatologia dell’Università della Pennsylvania, Filadelfia. «L’avvento di nuovi agenti mirati per l’eczema continua a rivoluzionare l’esperienza terapeutica per i nostri pazienti, offrendo la possibilità di un maggiore controllo della malattia con un profilo di rischio favorevole e una minore necessità di monitoraggio delle analisi del sangue rispetto ai farmaci sistemici tradizionali».

«Sarebbe utile avere dati di confronto diretto con dupilumab, il primo biologico approvato dalla Fda per la dermatite atopica. Tuttavia, sulla base di questi risultati ci aspetteremmo che lebrikizumab funzioni almeno in modo simile, sulla base dei miglioramenti riportati nel punteggio IGA e EASI» ha aggiunto. «Il farmaco ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole. I tassi di congiuntivite sembrano essere inferiori a quelli riportati nel trial LIBERTY AD CHRONOS con dupilumab, un risultato che merita un’ulteriore valutazione dato che questo è uno degli eventi avversi che riscontro più di frequente nella mia pratica clinica».

Referenze

Simpson EL et al. Efficacy and Safety of Lebrikizumab in Combination With Topical Corticosteroids in Adolescents and Adults With Moderate-to-Severe Atopic Dermatitis: A Randomized Clinical Trial (ADhere). JAMA Dermatol. 2023 Jan 11. 

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