Gestione sostenibile delle foreste: l’Appennino tosco emiliano lancia i crediti di sostenibilità da comprare per salvare i boschi
Il parco dell’Appennino tosco emiliano inaugura un nuovo corso per la sua “Amazzonia”- circa un miliardo di alberi nelle due regioni- basato sulla gestione sostenibile delle foreste, la certificazione di questa pratica e la compravendita di crediti di sostenibilità. I boschi, oltre a prodotti come legna, castagne o funghi, forniscono infatti servizi preziosi per tutta la collettività, chiamati “ecosistemici”, che riguardano ad esempio la biodiversità, la regimazione dell’acqua e l’assorbimento della CO2. Ora per la prima volta in Europa, questi “vantaggi immateriali” sono stati riconosciuti, certificati da due enti specializzati– Fsc (Forest stewardship council) e Pefc (Programme for endorsement of forest certification schemes)– e immessi sul mercato volontario in forma di “crediti di sostenibilità” dove già 11 imprese e altri soggetti pubblici e privati li hanno acquistati per compensare le loro emissioni, o nell’ambito di programmi di responsabilità sociale.
Il progetto “pioniere” del Parco nazionale è iniziato circa due anni fa. Per prima cosa l’ente ha raggruppato 13 proprietari di aree boschive (Usi civici e altri soggetti pubblici di Lunigiana e Garfagnana, Modena, Parma e Reggio Emilia). Con loro ha poi sottoscritto specifici accordi per applicare “buone pratiche” di gestione delle foreste (accanto a quelle in uso da secoli) e tutelarle in modo ancora più sostenibile. Come risultato si sono ottenute 4.000 tonnellate di anidride carbonica in più assorbite all’anno, che nel progetto del Parco sono state trasformate in “crediti”.
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Per il presidente dell’ente Parco Fausto Giovannelli, si è quindi di fronte ad un vero e proprio cambio di paradigma culturale perché “è dal 1923 che in Italia è stabilita la tutela dei boschi, ma fino ad oggi solo imponendo dei tetti al taglio del legname. Noi, cercando di attuare la strategia nazionale di forestazione, mettiamo invece a valore anche economico tutti gli aspetti positivi (compresi quelli turistici) e cediamo i crediti certificati a soggetti che volontariamente contribuiscono ad un beneficio per tutta la comunità“.
Altro aspetto innovativo, continua Giovannelli è che “per la prima volta i proprietari dei boschi saranno remunerati per la loro attività per cui fino ad ora non ricevevano nulla in cambio” e i proventi saranno reinvestiti nella gestione ancora più sostenibile delle aree verdi. Per il Parco la sperimentazione è però solo un punto di partenza: il progetto a pieno regime coinvolge infatti 35.000 ettari di boschi e 33 proprietari a cui in futuro se ne potranno aggiungere altri. Il Parco nazionale è coperto per il 70% da foreste e ha una superficie di 26.000 ettari, ma coordina con le due regioni una riserva di biosfera dell’Unesco di 550.000 ettari, boschiva per oltre la metà.