Il rischio complessivo di incidenza di retinopatia in pazienti trattati con idrossiclorochina (HCQ) per un tempo pari o superiore a 5 anni è ridotto secondo un nuovo studio
Il rischio complessivo di incidenza di retinopatia in pazienti trattati con idrossiclorochina (HCQ) per un tempo pari o superiore a 5 anni è ridotto, ma tende progressivamente ad innalzarsi a dosi di farmaco impiegato più elevate.
Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio di recente pubblicazione su Annals of Internal Medicine, ad oggi la miglior stima del rischio di retinopatia nei pazienti trattati con il farmaco antimalarico in Reumatologia, che deriva dal calcolo della dose cumulativa assunta nel corso dei primi 5 anni di utilizzo.
Razionale e disegno dello studio
L’idrossiclorochina (HCQ), ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio è un farmaco antimalarico di provata efficacia, raccomandato nei pazienti affetti da lupus e da altre condizioni infiammatorie. Il suo impiego a lungo termine (almeno 5 anni), tuttavia, si associa allo sviluppo di retinopatia, una condizione che si connota per la perdita progressiva della vista.
La malattia è spesso asintomatica, anche se alcuni pazienti presentano uno scotoma paracentrale e una riduzione della visione dei colori, o avere difficoltà a leggere. Alla fine, la retinopatia da HCQ può portare alla perdita dell’acuità visiva, alla perdita della visione periferica e alla perdita della visione notturna.
Fino ad ora, in letteratura, non esistevano molti studi sull’associazione tra l’impiego a lungo termine di HCQ e la retinopatia, nonché sugli effetti del dosaggio di questo farmaco che, stando alle linee guida attuali, dovrebbe essere pari o inferiore a 5 mg/kg di peso corporeo al giorno.
In questo contesto, “…studi recenti hanno rilevato che un dosaggio inferiore di HCQ si associa ad un rischio più elevato di attività infiammatoria e di ospedalizzazioni rispetto a un dosaggio più elevato, suggerendo la necessità di raggiungere un compromesso clinicamente significativo tra rischi e benefici derivanti dall’impiego di questo farmaco”, scrivono i ricercatori.
Di qui il nuovo studio di coorte, che si è proposto di approfondire le conoscenze sui rischi a lungo termine di retinopatia da HCQ e sul ruolo giocato dalla posologia di somministrazione del farmaco su tale rischio.
A tal scopo, attingendo ai dati provenienti dalle cartelle cliniche di pazienti reumatologici trattati con HCQ e a quelli di erogazione del farmaco provenienti dalle farmacie, i ricercatori hanno valutato i dati di 3.325 persone che erano state sottoposte a trattamento con HCQ per almeno 5 anni, tra il 2004 e il 2020, classificando i casi di retinopatia identificati come lievi, moderati o gravi.
Inoltre hanno approssimato la stima del rischio di sviluppo di retinopatia dopo 15 anni sulla base della posologia media di somministrazione del farmaco nei primi 5 anni di utilizzo.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che 81 pazienti lupici avevano sviluppato una retinopatia da HCQ: 56 casi erano lievi, 17 moderati e otto gravi. Hanno inoltre documentato incidenze cumulative di retinopatia del 2,5% e dell’8,6%, rispettivamente, a 10 e 15 anni.
Lo studio ha anche mostrato che dosi maggiori di HCQ erano associate ad un rischio progressivamente più elevato di retinopatia.
Nello specifico, a 15 anni, i tassi cumulativi di retinopatia sono risultati pari a:
– 2,7% per 5 mg/kg al giorno o meno;
– 11,4% per 5-6 mg/kg al giorno;
– 21,6% per dosi superiori a 6 mg/kg al giorno
Inoltre “…abbiamo osservato un rischio maggiore di retinopatia da idrossiclorochina per i pazienti con CKD di stadio 3 o superiore o di età superiore ai 55 anni, oltre al rischio associato alla dose di idrossiclorochina – aggiungono gli autori dello studio”.
Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ricordato che “…le linee guida dell’American Academy of Ophthalmology del 2016 raccomandano di evitare l’uso di dosaggi di HCQ superiori a 5 mg/kg di peso corporeo per ridurre al minimo il rischio di retinopatia da HCQ e di effettuare uno screening annuale per questa retinopatia mediante tomografia a coerenza ottica nel dominio spettrale (SD-OCT) della retina dopo 5 anni di utilizzo del farmaco”.
“Le nostre stime di rischio, – aggiungono – combinate con l’eccellente affidabilità intra-rater degli esiti della retinopatia per SD-OCT… suggeriscono che l’incidenza reale della retinopatia è più elevata di quanto riportato prima del ricorso dello screening di routine con SD-OCT. Fortunatamente, abbiamo osservato che la retinopatia grave (“a occhio di bue”) era rara con lo screening di routine”.
“Dato che – concludono – la maggior parte dei casi lievi e moderati sono in genere asintomatici ed è improbabile che progrediscano verso una retinopatia grave dopo la sospensione di HCQ, i nostri risultati suggeriscono che, in base alle attuali raccomandazioni di screening e ai modelli di dosaggio, la perdita dell’acuità visiva dovuta alla retinopatia da farmaco antimalarico dovrebbe essere rara”.
Bibliografia
Melles RB et al. Hydroxychloroquine Dose and Risk for Incident Retinopathy. Hydroxychloroquine Dose and Risk for Incident Retinopathy : A Cohort Study. Ann Intern Med. 2023 Jan 17. doi: 10.7326/M22-2453. Epub ahead of print. PMID: 36645889.
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