Alla guida o in ufficio, quale è la città in cui si impreca di più in Italia? In cima alla classifica c’è Venezia, mentre Taranto è la città meno volgare
Diciannove imprecazioni al giorno, poco meno di una ogni ora, notte compresa. È Venezia la città italiana che guida l’inusuale classifica stilata da Preply, piattaforma di apprendimento delle lingue. Si resta al Nord per completare il podio, con un secondo posto spartito pari merito tra Brescia e Padova, con 17 imprecazioni al giorno. Medaglia di legno per Genova, con 14. Prima città del Sud è Messina, quinta in classica con un’imprecazione ogni due ore. La città meno “volgare” è invece Taranto, con sole cinque imprecazioni al giorno per ciascun cittadino, una in meno di quanto fatto registrare a Napoli, Verona, Parma, Bari, Bologna e Catania.
IL BOOM NELLA FASCIA 16-24
L’analisi, effettuata in 19 città, ha rivelato che in Italia, ogni cittadino impreca mediamente 8,91 volte al giorno. Sono gli uomini a “scaricarsi” più spesso con qualche improperio: 11,6 volte al giorno contro 6,3 delle donne, praticamente il doppio. Sono soprattutto i giovani a fare un utilizzo più consistente di “parolacce”: nella fascia dai 16 ai 24 anni, se ne dicono in media 14 al giorno, dato che cala a 8,5 tra i 25 e i 34 anni, risale a 8,6 tra i 35 e i 44 anni e crolla a 3,9 tra gli over 55.
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A CASA, ALLA GUIDA OPPURE IN UFFICIO
Esistono, poi, luoghi e contesti in cui gli italiani si lasciano andare più facilmente: accade spesso a casa (34,05%), ma anche quando ci si trova in compagnia degli amici (17,46%). Altre situazioni che mettono a dura prova i nervi degli italiani sono quelle lavorative, con il 16,98% di intervistati che ammette di utilizzare imprecazioni in ufficio, oppure durante la guida, specie quando si è bloccati nel traffico (16,78%). Più nel dettaglio, i catanesi si lasciano andare più facilmente tra le mura di casa, mentre i genovesi quando sono tra amici, i tarantini sono più insofferenti mentre si trovano alla guida, i veneziani sul luogo di lavoro. Ci sono, infine, situazioni in cui gli italiani si trattengono maggiormente, ovvero in presenza di bambini (78,31%) o di un proprio superiore (74,71%).
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PAROLACCE A SE STESSI, AGLI AMICI O AGLI SCONOSCIUTI
Curioso anche il dato sui destinatari dell’imprecazione: il 21,07% dice di farlo preferibilmente contro se stesso o senza un obiettivo preciso (17,27%). Tra i bersagli preferiti, poi, ci sono gli amici (17,17%), i collaboratori (11,22%), i partner (10,83%), gli sconosciuti (9,17%), sorelle e fratelli (7,80%) e genitori (5,46%).