Alla Camera sono 245 i sì alla proposta di legge per la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, scomparse a Roma tra maggio e giugno 1983
L’aula della Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge ‘Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori’. I sì sono stati 245. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Nelle tribune dell’aula i familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori hanno assistito ai lavori.
CHI È EMANUELA ORLANDI
Nei mesi scorsi il Vaticano ha annunciato la riapertura delle indagini sul caso Emanuela Orlandi. L’allora 15enne, cittadina vaticana, scomparve il 22 giugno 1983 a Roma, dopo una lezione di musica nella scuola di Sant’Apollinare.
CHI È MIRELLA GREGORI
Ma poco più di un mese prima, un’altra adolescente sparì nel nulla in circostanze misteriose: anche Mirella Gregori aveva 15 anni quando, il 7 maggio 1983, nella Capitale si persero le sue tracce. Figlia di due titolari di un bar in via Volturno, Mirella uscì da casa nel primo pomeriggio di quel 7 maggio dicendo alla madre che avrebbe incontrato un suo ex compagno di classe a Porta Pia e da quel momento non si seppe più nulla. Anche per la sua scomparsa venne aperta un’indagine ma dopo anni di sospetti e piste poi rivelatesi non concrete, nel 2015 il Gip archiviò il fascicolo su Mirella Gregori.
IL FRATELLO DI EMANUELA ORLANDI: “COMMOVENTE APPLAUSO AULA”
Pietro Orlandi, ha raccontato a ‘Tag24’ l’emozione vissuta in mattinata e ha svelato cosa si aspetta adesso: “Siamo molto soddisfatti, mi ha fatto piacere ovviamente la votazione favorevole all’unanimità. Sono stato felice, essendo in Aula, di sentire le relazioni dei deputati che hanno parlato senza distinzione di schieramento politico analizzando in maniera sincera ciò che ci è successo. La volontà è quella di fare chiarezza su tutte quelle anomalie a cui abbiamo assistito in questi 40 anni. Ho notato una grande vicinanza da parte delle Istituzioni, come mai era accaduto prima. Ho sentito l’affetto vero in quel lungo applauso che tutta l’Aula ha rivolto noi. È stato davvero commovente”.
Un mistero vero e proprio che avrebbe coinvolto personaggi importanti, dal Vaticano alla Banda della Magliana, motivo per il quale, secondo Pietro, tanti testimoni avrebbero evitato di parlare in questi anni: “Alcuni dei colpevoli forse non ci sono più – ha detto – ma questo non significa che non si debba arrivare a capire chi è stato. Io considero colpevoli anche tutti coloro che sono a conoscenza di qualcosa e hanno evitato di parlare e di aiutarci in tutti questi anni”.
“Abbiamo fatto numerose istanze per essere ascoltati dai promotori di giustizia in Vaticano. Siamo in possesso di nuovi elementi che abbiamo raccolto da soli, dall’archiviazione del 2016 ad oggi, ma non ci hanno mai voluto ascoltare. Il 9 gennaio – ha continuato Pietro – hanno aperto un’inchiesta interna al Vaticano e noi il 10, tramite avvocati, abbiamo fatto richiesta di essere ascoltati. Sono passati due mesi e mezzo e per ora abbiamo ricevuto solo silenzio assoluto. In mano abbiamo prove interessanti, degli screenshot che coinvolgono persone vicine a papa Francesco e volevamo almeno poter comunicare i nomi così da avere la loro versione dei fatti, ma niente, non vogliono sapere”.
Pietro non si è mai arreso e in questi anni ha chiesto più volte di essere ascoltato dalle Istituzioni che finalmente, tramite l’istituzione di una Commissione d’inchiesta potranno ricominciare ad indagare. Da dove ripartire? “Dalla fine secondo me. Ho incontrato tante persone in questo periodo, il Presidente della Camera, del Senato, il sottosegretario di Stato Mantovano – ha detto il fratello della Orlandi – e ho raccontato ciò che abbiamo scoperto. Non dovrebbero esserci ostacoli in Senato e la commissione potrebbe essere costituita già per la fine di aprile. Si deve ricominciare da quello che è successo in Procura. Dall’ammissione del Vaticano di essere a conoscenza di qualcosa di importante e dal fascicolo consegnato a Capaldo, contenente i nomi di chi aveva responsabilità. Lui chiese addirittura la restituzione dei resti del corpo di Emanuela”.
“Sono cose gravissime perché le disse pubblicamente – ha proseguito Pietro Orlandi – e Pignatone, che finito il mandato venne promosso da papa Francesco a Presidente del Tribunale Vaticano, gli tolse l’inchiesta nel 2012 per poi arrivare all’archiviazione. Sono i primi che andrebbero ascoltati, insieme ai due emissari del Vaticano, l’ex comandante della Gendarmeria Giani e il suo vice Alessandrini. Mi ha fatto piacere che questo sia emerso anche nelle discussioni in Aula poiché ne ha parlato più di un deputato. Negli anni passati percepivo che le Istituzioni avessero sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano. Oggi per la prima volta è stato diverso. I discorsi in Aula sono pubblici, e oggi non hanno avuto alcun timore. Sono passati 40 anni ed è ancora uno dei misteri dello Stato Italiano. Ci sono state troppe intromissioni anche da parte di Stati esteri e questo può significare solo che c’è qualcosa che va oltre la semplice scomparsa di Emanuela”.
“Io e la sorella di Mirella, Maria Antonietta, siamo convinti che non ci sia un legame tra le due ragazze, se non quello con il terrorista Ali Agca. L’importante – ha concluso Pietro – è che se ne parli e che si mantenga alta l’attenzione su queste due storie. Lei vorrebbe che si potesse riaprire presso la Procura un’inchiesta sulla scomparsa di sua sorella a prescindere da Emanuela. Io ho fatto dei documentari su rapimenti di questo tipo e mi sono occupato anche di Mirella. Sono uscite fuori delle storie strane che non tornano e andrebbero approfondite. Questa ragazza è scomparsa e non si è più saputo nulla, come è possibile?”.
COSA PREVEDE LA LEGGE
La proposta di legge che istituisce una ‘Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori’, approvata oggi dalla Camera, è composta da sei articoli. L’articolo 1 del provvedimento riguarda i compiti della commissione: “È istituita, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, per la durata della XIX legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, di seguito denominata ‘Commissione’”.
La Commissione ha i seguenti compiti: a) ricostruire e analizzare in maniera puntuale la dinamica della scomparsa di Emanuela Orlandi e quella della scomparsa di Mirella Gregori; b) verificare ed esaminare il materiale e i dati acquisiti attraverso le inchieste giudiziarie e le inchieste giornalistiche riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi e quella di Mirella Gregori; c) esaminare e verificare fatti, atti e condotte commissive oppure omissive che possano avere costituito ostacolo o ritardo o avere portato ad allontanarsi dalla ricostruzione veritiera dei fatti necessaria all’accertamento giurisdizionale delle responsabilità connesse agli eventi, anche promuovendo azioni presso Stati esteri, finalizzate ad ottenere documenti o altri elementi di prova in loro possesso che siano utili alla ricostruzione della vicenda; d) verificare, mediante l’analisi degli atti processuali e del materiale investigativo raccolto negli anni, quali criticità e circostanze possano avere ostacolato il sistema giudiziario nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità. La Commissione, al termine dei propri lavori, presenta alle Camere una relazione sulle risultanze dell’inchiesta. Sono ammesse relazioni di minoranza.
L’articolo 2 riguarda la composizione della Commissione: “La Commissione è composta da venti senatori e da venti deputati, scelti rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di almeno un senatore per ciascun gruppo esistente al Senato della Repubblica e di almeno un deputato per ciascun gruppo esistente alla Camera dei deputati”.
L’articolo 3 (Audizioni e testimonianze), specifica, tra l’altro, che “per i fatti oggetto dell’inchiesta parlamentare non è opponibile alla Commissione il segreto d’ufficio, professionale o bancario. È sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell’ambito del mandato. Per il segreto di Stato si applica quanto previsto dalla legge 3 agosto 2007, n. 124″.
L’articolo 4, spiega la Dire (www.dire.it), si occupa dei ‘Poteri e limiti della Commissione’: “La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria“. L’articolo 5 interviene sull’obbligo dei componenti della commissione di mantenere il segreto. Infine, l’articolo 6 spiega l’organizzazione dei lavori della commissione.