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“Il Sirio” è il nuovo singolo del progetto Terrøir

musica voglio tornare negli anni 90

Fuori per Ohimeme e in distribuzione Artist First, “Il Sirio“, il nuovo singolo del progetto Terrøir dopo il fortunato incontro con Luca Grossi

Esce per Ohimeme (http://www.ohimeme.com) e in distribuzione Artist First, “Il Sirio“, il nuovo singolo del progetto Terrøir dopo il fortunato incontro con Luca Grossi (Ohimeme / Flat Scenario Studio / Ave Quasàr). Terrøir è una nuova anima di Davide Canepa, cantautore conosciuto con il nome Mosto. “Il Sirio”, già disponibile in download esclusivo sul sito di Ohimeme, è una totale reinterpretazione di un brano popolare che affonda le sue radici nel tragico naufragio dell’omonimo mercantile, carico di emigranti italiani, che era salpato alla volta del Sud America nell’agosto del 1906. Un affondamento che vide la morte in mare di oltre 200 persone, molte delle quali provenienti dalle zone delle Quattro Province.

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La prima volta che ho letto  il testo di questa canzone, la mia mente è subito andata ad un racconto estremamente e drammaticamente simile che avevo da poco letto nel libro “La Frontiera” di Alessandro Leogrande, che raccontava di un analogo naufragio avvenuto pochi anni fa al largo di Tripoli. Lì ho capito che scavare davvero nelle nostre radici poteva insegnarci, senza retorica, qualcosa sul nostro presente e sul nostro futuro”.

Due anime e due parti: la prima, più cantata, vuole dare spazio alle parole cariche di emozione e di drammaticità, la seconda, tramuta quelle sensazioni in una parte strumentale che ha l’ambizione di creare un “viaggio consapevole”, che vuole portare le persone a “ballare insieme alla proprie radici e ai propri antenati”.

Volto del progetto è una maschera ispirata a quelle della tradizione popolare contadina (dai Mamuthones sardi alle maschere cornute di Aliano). Grazie a questa, il dj e cantante può trasfigurare e rappresentare, come si faceva nelle antiche feste contadine, un’entità terza che personifica le grandi paure e le grandi emozioni che abbiamo in comune con i nostri antenati: l’amore, la morte, la speranza della pioggia, la paura del buio o delle bestie feroci.

Il progetto Terrøir nasce durante la pandemia del 2020 da Davide Canepa, già conosciuto come Mosto, cantautore dei colli piemontesi che racconta storie di vita e vite. Dopo anni di studio della cultura del vino e delle tradizioni dei suoi colli piemontesi, incontra finalmente da vicino la musica tradizionale delle Quattro Province, un territorio fatto di valli e colline a cavallo tra le province di Alessandria, Pavia, Piacenza e Genova, che proprio grazie alla sua morfologia e alla sua posizione geografica, così centrale ma anche così periferica, ha saputo conservare la sua tradizione di musiche popolari. Musiche tenute in vita e riscoperte grazie soprattutto al duo Valla-Scurati, capofila di un movimento che oggi porta i ragazzi di quelle valli a ritrovarsi nelle piazze dando vita a canti spontanei e a studiare i due strumenti chiave del genere: la fisarmonica e il piffero.

Canzoni vecchie di oltre 150 anni, ma che ci raccontano di storie di vita contadina estremamente attuali, grazie alla semplicità universale dei loro testi. Terrøir prende quei testi e li riarrangia in versione elettronica, mixandoli con le sonorità che vanno dell’elettronica alla french house, dalla IDM alla techno. L’idea parte dell’intuizione che la musica popolare nasce per far ballare le persone in piazza, cantando testi semplici e spesso ripetitivi: lo stesso obiettivo della musica elettronica, che ha sostituito fisarmoniche e pifferi con synth e batterie elettroniche e le piazze dei paesi con i dancefloor dei club.

Arriva così l’incontro con Luca Grossi (Ohimeme / Flat Scenario Studio / Ave Quasàr) con cui inizia uno scambio creativo che porta ad evolvere le produzioni musicali del progetto e definire un sound sempre più preciso.

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