L’attore Mario Brega, icona dei film ‘Bianco, rosso e Verdone’, ‘Un sacco bello’ e ‘Borotalco’, ora è ricordato a Roma con una targa in via Oderisi da Gubbio 18
Una targa per Mario Brega, l’attore portato sul grande schermo da Sergio Leone e Carlo Verdone, “rimasto impresso nella memoria del popolo romano“. Così si legge sul pennello commemorativo scoperto in via Oderisi da Gubbio 18, dove l’attore ha vissuto gli ultimi trent’anni della sua vita.
Morto nel 1994, Brega è stato omaggiato da Verdone e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri in occasione del centenario della sua nascita. “Sta targa po esse piuma e po esse fero“, grida un uomo citando una famosa battuta di ‘Bianco, Rosso e Verdone’.
VERDONE: “BREGA SPAVALDO E CORAGGIOSO, L’ULTIMO CARATTERISTA”
“Mario Brega era un coraggioso, uno spavaldo, al cinema ha portato se stesso. Lui ed Elena Fabrizi sono stati gli ultimi caratteristi veri che Roma ha avuto”. Carlo Verdone ricorda Mario Brega, l’attore che negli anni Ottanta ha recitato nei suoi primi film di grande successo: ‘Bianco, rosso e Verdone‘, ‘Un sacco bello‘, ‘Borotalco‘. L’occasione è l’inaugurazione di una targa in memoria di Brega, scoperta da Verdone e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri in via Oderisi da Gubbio 18, dove l’attore morto nel 1994 ha vissuto gli ultimi trent’anni della sua vita.
Verdone, sorridente e a tratti commosso, ricorda col sorriso il primo incontro con Brega: “Lo conobbi a casa di Sergio Leone dove stavo mettendo a punto il cast di ‘Un sacco bello’. Mancava il ruolo del padre dell’hippy quando entrò in salotto quest’omone con gli occhiali, una grande croce d’oro al collo, la camicia aperta. ‘A Sergio- dice Verdone imitando la voce di Brega- so’ venuto dai mercati generali, guarda che t’ho portato: melanzane, carciofi, arance, mele…’”. Lo stupore fa sì che il giovane regista interroghi il più anziano: “A Sergio ma chi è questo? E lui dice ‘un amico mio che ha lavorato ai mercati generali e ai film con me…’. È perfetto per fare il padre di Ruggero, l’hippy, un contrasto formidabile“. Così fu, l’incontro portò a scene memorabili, partendo proprio dal famoso scambio col figlio e la fidanzata: “Io non so’ comunista così…”.
Brega, sottolinea Verdone, è stato “un grandissimo caratterista romano amato in tutta Italia. Era un uomo senza paura, pronto a tutto. Lui era così nella vita, ha portato se stesso sul set, uno spavaldo, un coraggioso, un pazzo”. Brega e la sora Lella, gli ultimi di un certo cinema secondo il regista: “Lui ed Elena Fabrizi sono gli ultimi caratteristi che Roma ha avuto e io sono orgoglioso di averli avuti con me, se questi film rimangono nella mente di tutti è anche perché loro hanno dato l’anima vera e la sincerità. Il cinema rende le persone immortali e lui sarà sempre immortale”.