Le fiere ripartono: nel 2023 saranno ben 267 le manifestazioni internazionali e 264 gli appuntamenti nazionali per il comparto fieristico Made in Italy
La Conferenza delle Regioni ha predisposto il calendario 2023 degli eventi fieristici internazionali e nazionali di tutti i comparti merceologici, una programmazione che segnerà il ritorno ai numeri precedenti la pandemia, anzi con un aumento che supera mediamente il 10%.
Saranno ben 267 le manifestazioni internazionali e 264 gli appuntamenti nazionali per il comparto fieristico Made in Italy come sottolinea Aefi, l’Associazione esposizioni fiere italiane, ricordando il valore di una proposta in grado di generare un impatto sui territori quantificabile in 22,5 miliardi di euro l’anno, per un valore aggiunto stimato in 10,6 miliardi di euro (pari allo 0,7% del Pil), al netto del business generato dalle imprese in occasione dei b2b fieristici.
«Le fiere rappresentano un anello di congiunzione insostituibile tra l’economia globale e il nostro sistema produttivo – ha detto il presidente di Aefi, Maurizio Danese – intercettare e presidiare i mercati chiave per il Made in Italy è un asset sempre più imprescindibile per lo sviluppo del comparto. Si tratta di una scelta strategica che gli operatori hanno ormai intrapreso, internazionalizzando manifestazioni già esistenti e spingendo l’acceleratore sugli incoming e sulla promozione all’estero, assieme ai partner istituzionali. Oggi anche le piccole fiere si stanno muovendo in questa direzione, con ricadute ugualmente importanti sui territori dove attraggono turisti d’affari alto-spendenti».
Secondo lo studio realizzato da Prometeia per Aefi nel giugno scorso, le fiere operano con un moltiplicatore di 2,4: ogni euro di valore aggiunto generato direttamente dal sistema fieristico (da espositori, organizzatori e visitatori) ne produce ulteriori 1,4 nell’economia nazionale. E protagonisti sul fronte della rappresentatività tra le manifestazioni internazionali in programma sono proprio i settori del prodotto tricolore con una più spiccata propensione all’export, a partire dal tessile (14 % delle manifestazioni) e da “food, bevande e ospitalità” (11%), seguiti da “sport, hobby, intrattenimento e arte”, “tecnologia e meccanica” e “gioielli, orologi e accessori”.