Entro il 2023 i cookie scompariranno per riportare al centro la privacy degli utenti: ecco come cambieranno i lavori nel digitale
Se fino ad oggi i cookie hanno permesso a editori, influencer, agenzie di marketing e tutti gli “addetti ai lavori” del mondo digital di comprendere meglio l’atteggiamento dei consumatori, con i cambiamenti in atto e le nuove linee guida in vigore da gennaio, dei fantomatici “biscotti del web” bisognerà imparare a fare sempre più a meno.
Fondamentali per chi lavora nel marketing e fastidiosi per l’utente, i cookie lasciano tracce del nostro atteggiamento sul web e monitorano quanto tempo passiamo su una pagina web, rilevano i nostri gusti e preferenze e vengono utilizzati per effettuare campagne di marketing targettizzate.
Ma l’era dei cookies sta cambiando: secondo un’analisi di Salesforce, Safari ha già eliminato i cookie di terze parti, ed entro il 2024 anche Google Chrome farà seguito. Apple, con la nuova funzionalità App Tracking Transparency, ha già lasciato ai clienti la possibilità di scegliere quali app possono accedere ai loro dati a fini pubblicitari mirati.
L’abolizione dei cookie ha l’obiettivo di tutelare l’utente e permettergli di indicare in maniera chiara e definitiva se desidera essere tracciato o meno. Più rispetto della privacy al consumatore dunque, ma meno dati a disposizione per il mondo marketing. Come cambierà il lavoro nel digitale?
La nuova tendenza è chiara: capire ciò che interessa agli utenti online senza utilizzare dati terzi
Secondo Rankit, la piattaforma tecnologica che permette ai brand di sfruttare la potenza del contextual in ambiente digitale, capire ciò che piace ai consumatori è più che possibile anche senza tracciare ogni loro atteggiamento online o dover fare affidamento su dati sensibili.
Per Contextual si intendono tutti quei contenuti pubblicitari presenti all’interno di un sito web in grado di tracciare gli interessi dei consumatori senza basarsi su dati terzi.
Raggiungere l’utente giusto nel momento in cui ne ha bisogno senza utilizzare cookies è possibile creando contenuti sempre più adatti, sempre più contestuali.
Niente più campagne generiche o con target vastissimi: il Contextual in ambiente Social è un formato che consente di raggiungere il proprio target condividendo contenuti organici attraverso nicchie di interesse rappresentate da community verticali e/o content creator profilati e altamente performanti.
La richiesta di trasparenza dei dati è aumentata e la trasparenza è fondamentale non solo per far crescere l’attività di tutti gli operatori digitali, ma anche per offrire ai clienti la migliore esperienza possibile.
Come affermato nel Whitepaper dedicato ai Cookie realizzato da IAB, le principali metodologie disponibili per ovviare alla mancanza dei cookie di terza parte (first party data, Contextual, utilizzo di AI/ Machine Learning, Identificativi persistenti) vengono spesso utilizzate e testate in sinergia tra di loro.
“È probabile che le strategie di digital marketing si svilupperanno all’interno di un nuovo ecosistema in grado di valorizzare ed interconnettere soluzioni cookieless, che permetteranno al mercato digitale di mantenere un elevato standard qualitativo per quanto concerne la profilazione e la misurazione delle attività digitali. Con Rankit vogliamo dare nuovi strumenti ai brand e agenzie e permettere loro di avere ben chiari fin dal principio i risultati che otterranno tramite le proprie campagne” afferma Elena Decorato, co-fondatrice di Rankit.
La proposta di Rankit: targeting contestuale e modello di advertising non ad asta
Nel 2022 sono più di 1500 i canali tra community e content creator che Rankit ha messo a disposizione dei propri clienti per promuovere i propri prodotti, servizi, eventi e valori.
Attraverso una piattaforma tecnologica sviluppata internamente e che opera nel settore dal 2017, Rankit si occupa di categorizzare i canali iscritti per tema, target, interessi del pubblico e geolocalizzazione.
Obiettivo? Permettere agli advertiser che scelgono Rankit di avere accesso veloce a campagne pubblicitarie altamente contestuali in grado di raggiungere milioni di utenti.
“Tradizionalmente, il modello utilizzato dalla maggior parte delle piattaforme di distribuzione pubblicitaria è un modello ad asta, dove è l’investitore che paga di più ad aggiudicarsi lo spazio. Con Rankit invece ci basiamo su un modello del tutto innovativo, non soggetto ad asta: la nostra piattaforma infatti non mette in competizione gli investitori ma offre una soluzione a prezzo fisso, calcolato grazie alla Rankit Bid Machine, una matrice alimentata negli anni dai risultati delle nostre campagne pubblicitarie, in grado di elaborare il prezzo corretto sulla base del quale sarà possibile raggiungere i risultati qualitativi e quantitativi desiderati dall’investitore. In questo modo possiamo basarci su un modello che funziona perfettamente senza ricorrere all’uso dei cookie di terze parti” afferma Alessia Salvatori, co-fondatrice di Rankit e Managing Director dell’area Sales e finanziaria di Rankit.
Dopo aver raggiunto il milione e mezzo di fatturato nel 2021, Rankit chiude il 2022
confermando il successo del suo modello e si prepara ad allargare il proprio team entro la
fine del 2023 per consolidare una penetrazione internazionale del proprio business.