Barconi della speranza: ancora vittime e Cutro diventa democrazia europea. Il 26 febbraio sarà ricordato come un giorno di lutto
Una Calabria che di morti ne ha seppelliti tanti ma di n’drangheta. Mentre sulla spiaggia di Steccato di Cutro, affiorano corpi senza nome e senza pace. Rei di sognare un mondo migliore, innocenti dinanzi al tracollo della speranza. Di passaggio sulla terra che tanto sognavano.
Erano partiti dalle spiagge turche in 200 da come si evince dalla dichiarazione di alcuni sopravvissuti. Un barcone largo 15 metri circa, a bordo famiglie intere. La larghezza della barca era di quattro metri. Facendo due conti ogni passeggero aveva poco spazio attorno, non più di 40 centimetri quadrati, dove è già tanto respirare.
Ma anche, com’è possibile che tutta quella gente abbia percorso un migliaia di miglia su una rotta in cui Frontex avrebbe dovuto avere il controllo e senza alcun rilievo?
Sono 91 fino a oggi le bare Dei naufraghi disposte al centro della città pitagorica dove le preghiere arrivano in mille lingue e altrettante religioni, da tutto il mondo. Laddove l’emigrazione, quella cutrese, ha segnato negli anni 70 picchi incredibili. I feretri bianchi nel Palamilone nella cittadina sono tanti e quando si pensa alla vita negata di questi innocenti la rabbia sale. Iraniani, pachistani, palestinesi somali e siriani. Ma la maggior parte dei corpi erano riconducibili ad afganistani.
Alcuni si trovano ancora in ospedale al San Giovanni di Dio di Crotone. Giovanissimi miracolati da quel Dio che non è stato tanto clemente con i fratelli che non cresceranno per mano del papà e la mamma. Si presuppone siano partiti dalle coste turche in 200, qualcuno dice 180. Ottanta si sono salvati.
I conti non tornano e si pensa che manca qualcuno all’appello e, fuggiti per paura, come lo scafista che si era nascosto per poi darsi alla fuga in Germania. Intanto, la puntatina del Consiglio dei Ministri a Cutro, ha dato una sferzata sulle nuove leggi migratorie. Un Patto su Migrazione e Asilo. Favorire l’immigrazione legale e abbattere la burocrazia, implementare i corridoi umanitari, e, la causa principale punire i criminali, scafisti e compagni.
La lettura dei dati sulla migrazioni dell’OIM è sconcertante
Secondo i dati forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), in 10 anni nelle tre rotte principali del Mediterraneo (Centrale, Orientale e Occidentale) sono morte quasi 26mila persone. Già 225 nel solo 2023, contando anche le vittime accertate del naufragio in Calabria
Le rotte marine che collegano Nord Africa e Turchia all’Italia continuano a essere battute da migranti in cerca di una nuova vita. Secondo i dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza, tra il 1° gennaio e il 24 febbraio 2023 sono sbarcate sulle nostre coste 14.104 persone.
I numeri sono alti: solitamente d’inverno sono più bassi, considerando le difficili condizioni meteo. Nello stesso periodo del 2022 la cifra si fermava a 5.345, nel 2021 a 4.304
La maggior parte dei migranti arrivati in Italia quest’anno – 1772 – dichiarano di venire dalla Guinea. Poi ci sono la Costa d’Avorio (1720), la Tunisia (1031) e il Pakistan (1000). In meno arrivano dall’Egitto (557), dal Bangladesh (462), dall’Eritrea (452), dal Camerun (413), dal Mali (373) e dalla Siria (372). Sono poi 5952 i migranti che hanno lasciato altri Stati ancora senza dati certi.
C’è chi è fuori dal coro e denuncia: “Quanta non verità c’è nelle notizie?”
Mentre tantissime associazioni puntano il dito contro il governo, il professor Giancarlo Cerrelli Presidente di “Popolo e Identità” e Marisa Luana Cavallo consigliera Comunale di KR di “Popolo e Identità, delineano un memoriale su quanta non verità c’è sui dati che “ci propinano”. “Mentre il mare ci restituisce gli ultimi corpi delle vittime del naufragio del 26 febbraio e la burocrazia è alle prese con tutti i problemi, anche economici, per dare una degna sepoltura a chi sognava una nuova vita ed invece ha trovato solo una drammatica morte, occorre cominciare a fare una riflessione su ciò che è successo, ma soprattutto su tutte le polemiche nate intorno a questa storia che, probabilmente, avrebbe meritato più silenzi, più preghiere e meno ipocrisie. E si scagliano contro una sinistra che strumentalizza anche le morti. “Quante menzogne, quanto fango, ma soprattutto quanto falso moralismo. Hanno strumentalizzato i morti, calpestando il dolore dei famigliari delle vittime, pur di attaccare il centro destra che oggi è al Governo, hanno dimenticato che ieri, mentre a morire erano tanti altri immigrati, c’erano proprio loro al comando del Paese, che con i loro slogan porti aperti, hanno incentivato l’immigrazione selvaggia e irregolare.”
La Procura di Crotone, intanto, ha aperto un secondo filone di indagine sul naufragio per comprendere se ci siano state falle nei soccorsi al barcone. Al momento il fascicolo è contro ignoti e senza ipotesi di reato.