I pazienti pediatrici con dermatite atopica hanno maggiori probabilità di segni più gravi associati alla malattia, mentre gli anziani hanno meno lesioni
I pazienti pediatrici con dermatite atopica hanno maggiori probabilità di manifestare sintomi in siti classici come le ginocchia e hanno segni più gravi associati alla malattia, mentre gli anziani tendono a presentare meno eczema nelle aree di flessione e meno lesioni cutanee. Sono i risultati di uno studio a singolo centro pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology (JAAD) che mirava a identificare i fenotipi clinici legati all’età nell’eczema.
«Studi precedenti hanno trovato differenze nelle caratteristiche cliniche della dermatite atopica a seconda dell’età di insorgenza, dell’origine etnica e della gravità della malattia» hanno scritto l’autore senior Jonathan Silverberg, direttore della ricerca clinica nel dipartimento di dermatologia presso la George Washington University (GWU) e il coautore Sheena Chatrath. «Tuttavia non sono stati finora confrontati in modo prospettico le caratteristiche cliniche e i segni associati per fascia di età. Una migliore comprensione dei fenotipi clinici dell’eczema può aiutare a guidare la scelta del trattamento e migliorare gli esiti di salute».
I due ricercatori hanno analizzato in modo prospettico i questionari auto-riportati che sono stati completati da 380 pazienti prima della loro visita alla clinica per l’eczema della GWU tra il 2013 e il 2019. Le domande includevano l’età di insorgenza della dermatite atopica, i dati sociodemografici, il punteggio su scala analogico visiva (VAS) dell’intensità del prurito e del disturbo del sonno, il punteggio su scala numerica (NRS) per il dolore cutaneo. Per valutare la gravità della malattia è stato utilizzato l’Eczema Area Severity Index e la pelle di tutto il corpo è stata esaminata da un dermatologo per rilevare la distribuzione del coinvolgimento cutaneo e i segni associati.
Del campione di pazienti il 6,1% aveva un’età inferiore ai 18 anni, il 46,3% erano giovani adulti di età compresa tra 18 e 39 anni e il 47,6% erano adulti di almeno 40 anni.
Differenze in segni e sintomi a seconda dell’età
Rispetto ai pazienti pediatrici, gli adulti sia giovani che più anziani avevano meno probabilità di sviluppare dermatite atopica alle caviglie (odds ratio aggiustato, aOR, rispettivamente 0,41 e 0,43), lesioni da moderate a gravi sulle aree di flessione (aOR 0,47 e 0,30), pitiriasi alba (aOR 0,24 e 0,07), lesioni trasudanti (aOR 0,44 e 0,35) ed escoriazioni da moderate a gravi (aOR 0,49 e 0,44).
Nei bambini il prurito grave era più comune, riportato nel 47,1%, rispetto al 43,4% dei giovani adulti e al 38,6% degli adulti più anziani, e in generale era meno grave tra i giovani e gli anziani. «È interessante notare che, nonostante un maggior prurito nei pazienti pediatrici, non abbiamo riscontrato differenze nella gravità del dolore cutaneo in tutte le fasce d’età» hanno scritto i ricercatori. «Inoltre i pazienti pediatrici hanno riportato dolore cutaneo meno spesso rispetto a quelli adulti, forse per differenze di percezione del dolore legate all’età».
Rispetto ai soggetti pediatrici, i giovani adulti avevano maggiori probabilità di sviluppare la malattie intorno agli occhi (aOR 2,92), mentre gli adulti più anziani avevano meno probabilità di manifestarla su gomiti (aOR 0,34), capezzoli (aOR 0,40) e ginocchia (aOR 0,27) e meno probabilità di avere cheratosi pilare (aOR 0,38) e lichenificazione (aOR 0,47).
Identificate 4 classi per distribuzione, segni e sintomi della dermatite atopica
Gli autori hanno utilizzato l’analisi delle classi latenti per identificare quattro classi per la distribuzione delle lesioni atopiche. In questo modello, la classe 1 aveva basse probabilità di coinvolgimento di tutte le aree cutanee mentre la classe 2 di coinvolgimento del cuoio capelluto, del viso e del piede e una probabilità intermedia in tutte le altre zone del corpo. La classe 3 aveva basse probabilità di coinvolgimento di mani e piedi, alta di eritema facciale e intermedia di tutti gli altri segni della malattia, mentre la classe 4 aveva probabilità intermedia di coinvolgimento retroauricolare e del piede e alta di coinvolgimento di tutte le altre aree cutanee.
I pazienti pediatrici erano più frequentemente in classe 4 (33,3%), seguiti dalla classe 1 e 2 (26,7%) e meno spesso in classe 3 (13,3%). Nei giovani adulti, le classi 4 e 1 erano più comuni (32,4% e 29,4%), seguite dalla classe 2 (27,9%) e meno dalla classe 3 (10,3%). Negli adulti più anziani, la classe 1 era più comune (40,3 %), seguita dalla classe 4 (23,6%) e meno frequentemente dalle classi 2 e 3 (18,1%).
L’analisi delle classi latenti è stata anche utilizzata per identificare quattro classi per i segni e i sintomi della dermatite atopica. In questo modello, la classe 1 aveva una probabilità zero-bassa e la classe 2 aveva una probabilità bassa di tutti i segni della malattia. La classe 3 aveva un’alta probabilità di lesioni trasudanti e una bassa probabilità di tutti gli altri segni, mentre la classe 4 aveva un’alta probabilità di xerosi, una probabilità intermedia di ittiosi e iperlinearità palmare e una bassa probabilità di tutti gli altri segni.
In tutti e tre i gruppi, la classe più comune era la classe 1 (85,6% degli anziani, 81,8% dei giovani adulti e 82,6% dei pazienti pediatrici). «Tra i pazienti pediatrici la classe 3 è stata la seconda più comune (8,7%), seguita dalla classe 2 e 4 (4,4%)» hanno osservato i ricercatori. «Tra i giovani adulti, il 9,7% era in classe 2, il 5,7% in classe 4 e il 2,8% in classe 3, mentre tra gli anziani l’8,3% era in classe 4, il 4,4% in classe 2 e l’1,67% in classe 3.
Risultati da approfondire
Tradizionalmente la dermatite atopica è considerata una malattia dei bambini che coinvolge principalmente le aree di flessione, ma questo studio fornisce ulteriori evidenze a sostegno del fatto che si tratta più di una semplice patologia dell’infanzia con una presentazione clinica fissa ed è invece eterogenea e con una presentazione clinica variabile tra i diversi gruppi di popolazione» ha commentato Zelma Chiesa Fuxench del dipartimento di dermatologia presso l’Università della Pennsylvania, a Filadelfia.
Anche se forniscono informazioni sulle differenze cliniche che possono essere osservate tra i gruppi di persone con eczema, «questi risultati vanno interpretati con attenzione dal momento che lo studio è stato condotto in un solo centro e si basa su dati raccolti durante una singola visita» ha aggiunto. «La dermatite atopica non è una malattia statica; la sua presentazione può rimanere la stessa in un paziente ma in altri può variare anche per tutta la vita. Un passo avanti per comprendere meglio se queste differenze fenotipiche esistono davvero sarebbe condurre studi di natura più prospettica, che valutano il cambiamento nella presentazione clinica utilizzando più misure nel tempo».
Referenze
Chatrath S, Silverberg JI. Phenotypic Differences of Atopic Dermatitis Stratified by Age. JAAD International (2022).