Autismo: ne soffre 1 bambino su 36 secondo gli ultimi dati del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CDC) americano. Attenzione ai fattori ambientali
“L’Autismo è in costante e progressivo aumento di incidenza: considerata una condizione rara che colpiva 1 bambino su 5000 negli anni 80, è divenuta oggi la patologia neurologica dell’infanzia più frequente: 1 bambino su 36 secondo gli ultimissimi dati del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CDC) americano pubblicati nel 2022”.
Lo afferma il Dr. Nicola Antonucci, neuropsichiatra, ricercatore, autore di numerose pubblicazioni, direttore scientifico dell’Autism Biomedical Treatment Center di Bari, in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo di oggi.
“La consapevolezza che dobbiamo avere è che l’Autismo è anche un disturbo ambientale. Questa nuova dimensione appare solo da pochi anni sul sito dell’OMS quando discute dei casi relativi a questo disturbo.
Pertanto non è più possibile descrivere l’autismo come una patologia meramente genetica, ma come una interazione tra una potenziale vulnerabilità genetica di alcuni bambini che si ammalano quando esposti ad uno o più fattori ambientali – afferma l’esperto – L’autismo non e’ semplicemente un disturbo ma e’ una malattia organica. Un recente studio su larga scala che ha esaminato le cartelle mediche di circa 2,5 milioni di individui ha trovato un livello significativamente più alto della norma di patologie mediche negli adulti affetti da Autismo incluso le patologie gastro-intestinali, epilessia, dislipidemia, compromissioni della vista e dell’udito, ipertensione, malattie autoimmunitarie, asma e allergie”.
“Inoltre, si sta sempre meglio chiarendo il tipo di compromissione cerebrale che impedisce a questi bambini di comunicare, imparare e che altera i comportamenti. Una recente review pubblicata da un team di ricercatori svizzeri ha sintetizzato chiaramente un nuovo traguardo di consapevolezza sull’autismo, come una sorta di “Encefalopatia” (sofferenza del cervello, quindi malattia organica) infiammatoria, scatenata dalla compromissione patologica delle cellule neurogliali del cervello: microglia, astrociti e oligodendrociti. Pertanto numerosi e recenti studi stanno descrivendo in maniera sempre più chiara l’autismo come una malattia su base neuroinfiammatoria. Si instaura un unico network infiammatorio che si autoalimenta e cronicizza a causa di una esposizione cronica e non permette alle cellule nervose di svilupparsi e funzionare “regolarmente”, aggiunge il Dr. Antonucci.
“Bisogna agire sulla neuroinfiammazione con l’utilizzo di molecole capaci di agire sul controllo delle cellule neurogliali. Un approccio efficacie è sicuramente la Palmitoiletanolamide ultra-micronizzata (PEA-um), una molecola con note proprietà anti-neuroinfiammatorie e neuroprotettive – afferma l’esperto –.Già da diversi anni, con il mio collega il dott. Dario Siniscalco dell’Università della Campania, abbiamo approfondito il ruolo del sistema endocannabinoide nell’autismo infantile, studiando un modello cellulare monocitario e macrofagico; abbiamo evidenziato un forte coinvolgimento del sistema endocannabinoide, la cui regolazione è cruciale nel tentativo di controllare e ridurre i processi di neuroinfiammazione. Sappiamo, infatti, che la Palmitoiletanolamide è in grado di migliorare l’attività del sistema endocannabinoide e di agire, quando usata nella forma ultra-micronizzata, su specifici recettoriespressi dalle cellule neurogliali (microglia e astrociti in primis), dimostrandosi così un ottimo candidato per controllare i processi neuroinfiammatori cerebrali, tipici dell’autismo. E da quel primo studio sulla Palmitoiletanolamide ultra-micronizzata applicata alla terapia dell’autismo ad oggi, negli ultimi 8 anni sono stati pubblicati diversi studi da gruppi di ricerca in diverse parti del mondo proprio sull’efficacia della molecola”.