Emoglobinuria parossistica notturna: Roche ha annunciato i risultati positivi dello studio globale di fase III COMMODORE 2, che valuta l’efficacia e la sicurezza di crovalimab
Roche ha annunciato i risultati positivi dello studio globale di fase III COMMODORE 2, che valuta l’efficacia e la sicurezza di crovalimab in persone con emoglobinuria parossistica notturna (EPN) non trattate in precedenza con inibitori del complemento. Lo studio ha soddisfatto i suoi endpoint co-primari di efficacia: evitamento delle trasfusioni e controllo dell’emolisi (la continua distruzione dei globuli rossi misurata dai livelli di lattato deidrogenasi).
I risultati hanno dimostrato che crovalimab, un nuovo anticorpo monoclonale anti-C5 riciclante sperimentale, somministrato con iniezione sottocutanea ogni quattro settimane, ha portato al controllo della malattia e dimostrato la non inferiorità rispetto a eculizumab – l’attuale standard di cura che viene somministrato per via endovenosa ogni due settimane.
I dati di efficacia e sicurezza dello studio separato di fase III COMMODORE 1, condotto su persone con EPN che hanno effettuato lo switch dagli inibitori del C5 attualmente approvati a crovalimab, supportano il favorevole profilo rischi-benefici di crovalimab, come osservato anche nello studio registrativo COMMODORE 2.
“Le persone affette da EPN beneficiano di diverse opzioni per ottenere il controllo stabile della malattia, con intervalli di trattamento meno frequenti”, ha dichiarato Levi Garraway, MD, PhD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development presso Roche. “Come i primi dati globali di fase III per crovalimab, anche questi risultati sottolineano il potenziale del medicinale nel soddisfare queste esigenze. Siamo impazienti di sottoporre questi dati alle Autorità Regolatorie, avvicinandoci di un passo al momento in cui saremo in grado di mettere crovalimab a disposizione delle persone affette da EPN in tutto il mondo”.
La EPN è una malattia ematologica rara e potenzialmente fatale, a causa della quale i globuli rossi vengono distrutti dal sistema del complemento. Questo causa sintomi come anemia, affaticamento, trombi e nefropatia. Gli inibitori del C5 possono essere efficaci nel trattamento di questa patologia. Crovalimab è stato concepito per essere re-immesso nella circolazione, consentendo un’inibizione prolungata del complemento attraverso una somministrazione sottocutanea a basso dosaggio ogni quattro settimane.
I dati di entrambi gli studi saranno inviati alle Autorità Regolatorie di tutto il mondo e presentati in occasione di un prossimo congresso medico. I dati positivi dello studio di fase III COMMODORE 3, condotto in Cina, sono stati presentati al Congresso ed Esposizione annuale dell’American Society of Hematology (ASH) il 10 dicembre 2022. I dati dello studio COMMODORE 3 sono stati presentati tramite l’iter di designazione di Breakthrough Therapy (“terapia fortemente innovativa”) del Centro cinese per la valutazione dei farmaci. Questa sottomissione è stata accettata nell’ambito della revisione prioritaria (Priority Review) per approvazione da parte della National Medical Products Administration cinese.
Gli studi COMMODORE 1 e 2
COMMODORE 2 è uno studio di fase III, randomizzato, in aperto, che valuta l’efficacia e la sicurezza di crovalimab rispetto a eculizumab nelle persone con emoglobinuria parossistica notturna (EPN) non trattate in precedenza con inibitori del complemento C5. Gli endpoint co-primari di efficacia dello studio misurano evitamento delle trasfusioni e il controllo dell’emolisi (la continua distruzione dei globuli rossi misurata dai livelli di lattato deidrogenasi). Gli adulti arruolati nello studio sono stati randomizzati 2:1 per essere trattati con crovalimab sottocutaneo (SC) ogni quattro settimane o eculizumab per via endovenosa (IV) ogni due settimane. I partecipanti di età inferiore a 18 anni sono stati inclusi in un braccio di trattamento non randomizzato, e sono stati trattati con crovalimab SC ogni quattro settimane.
COMMODORE 1 è uno studio di fase III, randomizzato, in aperto che valuta la sicurezza di crovalimab nelle persone con EPN che hanno effettuato lo switch dagli inibitori del C5 attualmente approvati. Le misure degli esiti dello studio valutano la sicurezza, la tollerabilità, la farmacocinetica e le proprietà farmacodinamiche di crovalimab. Lo studio ha incluso soggetti (a partire dai 18 anni di età) attualmente trattati con eculizumab. In un braccio non randomizzato, lo studio ha incluso anche pazienti pediatrici (attualmente trattate con ravulizumab, persone attualmente trattate con dosi off-label di eculizumab (superiori cioè alla dose approvata per la EPN: più di 900 mg per dose e/o più frequentemente di ogni due settimane) o persone con mutazioni note del gene C5 che non rispondono alle attuali terapie.
Crovalimab
Crovalimab è un nuovo anticorpo monoclonale anti-C5 riciclante sperimentale progettato per bloccare il sistema del complemento, una parte vitale del sistema immunitario innato che funge da prima linea di difesa dell’organismo contro le infezioni. Crovalimab è stato sviluppato per soddisfare i bisogni clinici delle persone che soffrono di malattie mediate dal complemento e per ovviare ad alcuni dei problemi caratteristici delle opzioni terapeutiche attualmente disponibili.
Crovalimab si lega al C5, bloccando l’ultima fase della cascata del complemento e venendo re-immesso in circolo (riciclato) consente in tal modo un’inibizione rapida e prolungata. L’azione di riciclo di crovalimab consente anche la somministrazione sottocutanea a basse dosi ogni quattro settimane. Inoltre, crovalimab si lega a un sito di legame del C5 diverso rispetto ai trattamenti attuali, il che ha il potenziale per fornire un’opzione terapeutica efficace alle persone con specifiche mutazioni del gene C5, che non rispondono alle terapie attuali. Crovalimab è oggetto di studio in un vasto programma di sviluppo clinico che comprende cinque studi globali di fase III, tuttora in corso. Infatti, oltre che per l’emoglobinuria parossistica notturna, crovalimab è in studio anche per la sindrome emolitico-uremica atipica, per l’anemia falciforme e per altre malattie mediate dal complemento.