Berlusconi soffre di leucemia mielomonocitica cronica: parla Fabrizio Pane, professore di Ematologia all’Università Federico II di Napoli e membro del comitato scientifico dell’Ail
“La leucemia mielomonocitica cronica è una malattia neoplastica del sangue, o meglio ancora del midollo osseo dove vengono prodotte le cellule del sangue. È una malattia caratterizzata da un incremento dei monociti, quei globuli bianchi che poi hanno funzioni immunitarie abbastanza centrali”. Lo spiega all’agenzia Dire (www.dire.it) il professore di Ematologia all’Università Federico II di Napoli, direttore Uoc di Ematologia e Trapianti di midollo e membro del comitato scientifico dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (Ail), Fabrizio Pane.
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“Il sistema immunitario è piuttosto complesso- prosegue l’ematologo- e prevede l’interazione dei meccanismi molto sofisticati, alcuni dei quali, cruciali, sono gestiti dall’attività di queste cellule. Non è detto che le cellule neoplastiche, i moniciti neoplastici, non funzionano in tutti i pazienti, ma ci possono essere gradi diversi di alterazione del processo immunitario”.
La leucemia mielomonocitica cronica- precisa Pane- è una malattia che, però, può avere una manifestazione clinica estremamente etrogenea: ci sono casi in cui prevalgono gli aspetti proliferativi, con un aumento generale dei globuli bianchi, e altre forme, quelle displastiche, in cui a prevalere sono le carenze di tutte le cellule del sangue, quindi globuli rossi, piastrine e globuli bianchi”.
I SINTOMI DELLA LEUCEMIA MIELOMONOCITICA CRONICA
L’ematologo accende poi i riflettori sui sintomi della leucemia mielomonocitica cronica. “È una malattia piuttosto subdola- rende noto- e specialmente in Paesi industrializzati, in cui i controlli sono frequenti, spesso si notano alterazioni dell’esame emocromocitometrico senza una chiara sintomatologia. Altre volta possono essere presenti delle infezioni o sintomi di malessere generale”.
COME SI CURA?
Come si cura questo tipo di malattia del sangue? “Nei pazienti più giovani- afferma il professor Pane- l’obiettivo principale è quello di portare nelle condizioni migliori possibili e gestire il malato per poi sottoporlo al trapianto di midollo in tempi ragionevolmente rapidi. Il trapianto di midollo, più propriamente di cellule staminali del midollo, è l’unica terapia in grado di guarire. Nelle persone più anziane, invece, in cui questo tipo di terapia non è fattibile e in cui i rischi sono nettamente superiori rispetto ai possibili benefici, si tenta di contenere il più possibile la malattia, specialmente nei casi con iper proliferazione, ricorrendo all’uso di prodotti citoriduttivi”.
“In questo momento- conclude- quelli più usati sono gli agenti ipometilanti, farmaci biologici di nuova concezione che in alcuni ambiti funzionano molto bene e nella fattispecie della leucemia mielomonocitica cronica molto meno bene che non in altre sindromi mielodisplastiche. Questo è comunque il meglio su cui possiamo fare affidamento”.