Medio Oriente: i vertici militari di Israele hanno riferito di aver colpito obiettivi legati a gruppi armati palestinesi nel sud del Libano e nella striscia di Gaza
Un monito contro “una pericolosa escalation” è stato diffuso da Unifil, la missione di peacekeeping dell’Onu nel sud del Libano dopo i raid effettuati nella regione dall’aviazione di Israele. Nella dichiarazione, rilanciata anche dal Jerusalem Post e da altri quotidiani anche a Tel Aviv e a Beirut, si evidenza che “le misure adottate nell’ultima giornata sono pericolose”.
I comandi di Israele hanno riferito di aver colpito obiettivi legati a gruppi armati palestinesi sia nel sud del Libano che nella Striscia di Gaza. Stando a questa versione, i bombardamenti sono stati la risposta al lancio ieri di 34 razzi dal Libano nel nord di Israele. Altri razzi sono stati lanciati verso il sud di Israele da Gaza dopo i raid sulla Striscia. Ismail Haniyeh, capo del partito Hamas ieri in visita a Beirut, ha detto che i palestinesi non possono “restarsene a braccia conserte” di fronte all’offensiva di Israele. Tel Aviv ha accusato Hamas dei lanci dal nord del Libano ma il partito non ha confermato proprie responsabilità.
I bombardamenti hanno seguito in settimana raid della polizia israeliana nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme con il ferimento di diverse persone che si trovavano all’interno del luogo di culto e il fermo di centinaia di altre. L’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente è coinciso con le celebrazioni del mese islamico del Ramadan, a partire dal 22 marzo, e con quelle di Pesach, la Pasqua ebraica, cominciate ieri come ricorda la Dire (www.dire.it).