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Il Consiglio dei ministri approva il Def: ecco le novità

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Via libera del Consiglio dei ministri al Def. Tre miliardi le risorse in deficit per il taglio del cuneo fiscale, Meloni: “Stabilità, credibilità e crescita”

Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza. Per il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti “la prudenza di questo documento è ambizione responsabile. Abbiamo davanti a noi grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo del nostro Paese”. “Le riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuro – prosegue Giorgetti – tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi. Inoltre riconoscerà lo spirito imprenditoriale quale motore di sviluppo economico, promuovendo il lavoro quale espressione essenziale dell’essere persona”. Giorgetti aggiunge: “È realistico puntare per i prossimi anni ad un aumento del tasso di crescita del Pil e dell’occupazione, lungo un sentiero di innovazione e investimento all’insegna della transizione ecologica e digitale”.

DEF. MEF: QUADRO RESTA INCERTO E RISCHIOSO

In merito al Documento di economia e finanza la nota diffusa dal Mef sottolinea che: “Il Def tiene conto di un quadro economico-finanziario che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale”.

DEF. 3 MLD LE RISORSE IN DEFICIT PER IL TAGLIO DEL CUNEO

Nella nota si legge che “a fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”.

DEF. DEFICIT AL 4,5% QUEST’ANNO, 3,7% NEL 2024 E SCENDE AL 3% IN 2025

Il governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre: 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024, 3% nel 2025, fino al 2,5 nel 2026. Il deficit nel 2024 resta dunque abbondantemente sopra al 3% per poi scendere al tetto previsto in Europa dal vecchio patto di stabilità solo nel 2025.

DEF. MEF: INVESTIRE PER RAFFORZARE PAESE, NON BASTA SOLO IL PNRR

Per il Mef “il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata del Pnrr. Sono in corso le interlocuzioni con le istituzioni europee per la revisione e la rimodulazione di alcuni degli interventi previsti dal Pnrr e delle relative milestone e target. È inoltre in fase di elaborazione il capitolo del programma relativo al REPowerEU, che comprenderà tra l’altro anche nuovi investimenti”. E ancora: “Per rendere il nostro Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il PnrrÈ necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso di quello del Piano e che consenta di creare condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. È questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche in Europa”.

DEF. PIL ALL’1% QUEST’ANNO E AL 1,5% NEL 2024

Il Pil programmatico è previsto all’1% quest’anno, all’1,5% nel 2024, all’1,3 e all’1,1 nel 2025 e 2026. Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il pil è previsto crescere dello 0,9% nel 2023 – dato rivisto al rialzo in confronto al Dpb di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6% – dell’1,4% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026. La stima per il 2024 viene pertanto rivista al ribasso (dall’1,9 %) in confronto allo scorso novembre. La proiezione per il 2025 è in linea con il Dpb, mentre la decelerazione prevista per il 2026 è dovuta a prassi metodologiche concordate a livello di Unione europea.

MELONI: POLITICA ECONOMICA DI STABILITÀ, CREDIBILITÀ E CRESCITA

“Il Governo oggi ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita. Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l’Italia si presenta in Europa”. Così la presidente del consiglio Giorgia Meloni.

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