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Individuato l’orso che ha ucciso un runner in Trentino: è Jj4

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L’orso che ha ucciso in Trentino il runner Andrea Papi è Jj4, una femmina di 17 anni già responsabile di un’aggressione nel 2020

Si chiama Jj4 l’orso responsabile della morte di Andrea Papi, il runner 26enne morto lo scorso 5 aprile a Caldes in Trentino, in un bosco della Val di Sole. L’esemplare, una femmina di 17 anni nota anche come Gaia, è stato individuato grazie alle analisi genetiche sui campioni di Dna prelevati. Lo conferma la Procura della Repubblica di Trento.

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L’ORSA JJ4 E L’AGGRESSIONE NEL 2020

Non è la prima volta che l’orsa Jj4 finisce sotto i riflettori. Nel giugno 2020 l’esemplare, all’epoca madre di tre cuccioli, aggredì due cacciatori incontrati sulle pendici del monte Pellar. Dopo il ricorso di Oipa e Enpa, il Tar aveva sospeso sia l‘ordinanza di abbattimento che quella di cattura emesse dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

Jj4 è figlia dell’orsa Jurka, tra i primi plantigradi catturati in Slovenia e trasferiti in Trentino nell’ambito del progetto di ripopolamento delle Alpi. Dopo un periodo passato in cattività perché ‘problematica’, Jurka fu trasferita in un santuario in Germania nel 2010.

COLDIRETTI: NON SOLO JJ4, ORSI RADDOPPIATI IN 10 ANNI

“La popolazione di orsi in Trentino è raddoppiata negli ultimi dieci anni (+100%) con una presenza stimata ora di oltre un centinaio di esemplari che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti”. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei rapporti annuali elaborati dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento in occasione della conferma della Procura della Repubblica di Trento sulle responsabilità dell’orso Jj4 dell’uccisione del runner trentino Andrea Papi, di 26 anni. “Negli ultimi anni- sottolinea la Coldiretti- si è registrato un incremento della presenza dell’orso in Trentino con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia”.

Il caso del runner “rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio è ormai al limite considerato che in Trentino in circolazione ci sono anche 26 branchi di lupi o ibridi (erano 17 nel 2020) con intrusioni nelle aziende e allevamenti”, prosegue l’associazione agricola, per la quale “sul territorio trentino il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo”.

“Chi vive nelle montagne le cura e le mantiene ha sempre più paura e serve subito un piano di controllo affinché fatti gravi come questo non capitino mai più”, afferma Gianluca Barbacovi presidente della Coldiretti Trentino Alto Adige, “serve dunque responsabilità nella difesa della popolazione che- conclude
Coldiretti- con coraggio continua a presidiare il territorio e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado e l’abbandono”.

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