Osteoporosi: l’integrazione tra i “fracture liason service” (FLS) e i servizi ortopedici, così come la somministrazione di acido zoledronico migliorano i tassi di trattamento
Uno studio Usa pubblicato recentemente su JCEM ha dimostrato che l’integrazione tra i “fracture liason service” (FLS) e i servizi ortopedici, così come la somministrazione di acido zoledronico in regime di ricovero, possono migliorare i tassi di trattamento farmacologico dell’osteoporosi tra i pazienti con fratture da fragilità.
Razionale e disegno dello studio
Le fratture da fragilità, come è noto, aumentano il rischio di fratture successive, nonchè di morbi- mortalità, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. I farmaci per la terapia dell’OP ci sono, sono sicuri ed efficaci ma ancora oggi sottoutilizzati.
I Fracture Liaison Service (FLS) rappresentano il modello di riferimento per il management del paziente adulto, adulto-anziano dopo una frattura da fragilità. Il FLS definisce un percorso diagnostico-terapeutico standardizzato ed individualizzato per la gestione delle complicanze muscolo-scheletriche nel paziente con recente frattura da fragilità, con lo scopo di ridurre il rischio di nuova caduta, ridurre l’incidenza di nuove fratture da fragilità, ridurre la mortalità ad esse correlata e garantire una appropriata gestione delle risorse nei pazienti fragili.
L’obiettivo dello studio è stato quello di verificare il miglioramento del tasso di adesione alle terapie in queste strutture dedicate ai fini della prevenzione secondaria delle fratture osteoporotiche.
A tal scopo, gli autori dello studio hanno effettuato una consultazione sistematica dei dati provenienti dal FLS del Massachusetts General Hospital per i pazienti ammessi al servizio di ortopedia con frattura da fragilità tra febbraio 2016 e dicembre 2019.
I ricercatori hanno stabilito un primo follow-up ambulatoriale con il “fracture liason service” in concomitanza con la visita di follow-up ortopedica post-operatoria.
I pazienti a rischio di mancato follow-up ambulatoriale tempestivo erano stati sottoposti a trattamento con acido zoledronico durante il ricovero per frattura indice.
Gli outcome considerati nello studio sono stati: 1) la percentuale di pazienti con fratture da fragilità avviati alla farmacoterapia per l’osteoporosi; 2) la durata media della degenza; 3) il tasso di riammissione a 30 giorni dei pazienti trattati con acido zoledronico.
Risultati principali
Tra i 1.240 pazienti visitati, in regime di ricovero, presso il FLS del Massachusetts General Hospital, 479 pazienti presentavano fratture pregresse da fragilità.
I ricercatori hanno così scoperto che l’11,5% dei 479 pazienti che erano andati incontro ad una precedente frattura da fragilità erano in trattamento per l’OP prima del ricovero, rispetto al 5,8% dei 761 pazienti che non erano incorsi in precedenti fratture da fragilità.
Il tipo di frattura più comune era quella dell’anca, verificatasi nel 60% dei 1.240 pazienti.
Su 575 pazienti candidati a follow-up post-operatorio combinato ortopedia-FLS, il 53,3% si è presentato alla visita, a fronte di un 33,7% dei pazienti che ha disdetto l’appuntamento e ad un 12,9% di questi che non si è presentato.
I ricercatori hanno riscontrato che il 39% dei 1.060 pazienti potenzialmente idonei era in trattamento farmacologico al momento della visita iniziale di follow-up ortopedico post-operatorio.
E’ stato anche osservato che il 70% dei 589 pazienti idonei al trattamento e di cui si conosceva lo stato terapeutico era in trattamento farmacologico per l’OP.
Dai dati è emerso anche che, a 108 dei 114 pazienti che erano stati sottoposti a trattamento farmacologico ospedaliero era stato somministrato acido zoledronico, ovvero il 26% dei 412 pazienti che avevano confermato di aver iniziato un trattamento farmacologico.
Mettendo a confronto i dati relativi a 60 pazienti con frattura dell’anca che erano stati sottoposti ad infusione di acido zoledronico con quelli relativi a 106 pazienti che avevano rifiutato il trattamento, i ricercatori non hanno riscontrato differenze nella durata della degenza o nei tassi di riammissione a 30 giorni. Pertanto, la somministrazione intra-ospedaliera di acido zoledronico non ha influenzato sia il tempo di degenza che il tasso di nuovo ricovero ospedaliero a 30 giorni.
Riassumendo
Dalla lettura complessiva dei risultati è emerso, dunque, che, rispetto ai tassi di ricorso alla terapia per l’OP iniziali (8-11%) e a quelli di riferimento (5-20%), l’integrazione di FLS al servizio ortopedico, insieme ad una somministrazione appropriata di acido zoledronico in regime di ricovero, ha aumentato i tassi di impiego dei farmaci per l’OP al 70% tra i pazienti con stato di trattamento verificato.
Alla luce dei dati ottenuti, ne consegue che “…l’inizio appropriato della terapia con acido zoledronico in seguito ad una frattura da fragilità in regime di ricovero potrebbe rappresentare un modo efficace per facilitare la chiusura del gap di trattamento dell’osteoporosi, in particolare nei pazienti di età avanzata e presenza di fragilità”.
Bibliografia
Fan W et al. Inpatient Zoledronic Acid and Integrated Orthopedic and Fracture Liaison Services Improve Osteoporosis Treatment Rates, The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, Volume 108, Issue 1, January 2023, Pages 191–197, https://doi.org/10.1210/clinem/dgac508
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