“Gli istrici di Schopenhauer non avevano letto Lacan” è il nuovo libro di Marco Isaia disponibile nei negozi fisici e online
Come viene ad indicarci il filosofo tedesco, in questo precario equilibrio sospeso tra il calore di un abbraccio e il dolore della sua stretta, si ritrova un mondo, si trovano l’essere umano ed il soffio che intimamente lo abita, l’energia che lo scalda. La storia di Enrico, raccolta in queste pagine, diventa allora, in un excursus tra filosofia e linguistica, arte e psicanalisi, uno dei numerosi e svariatissimi esercizi d’equilibrismo che quotidianamente cercano d’inventarsi, d’immaginarsi, rispetto al come cavarsela con una condizione tanto delicata quanto essenziale. Condizione che proprio a fronte di questa sua fragilità e delle dolorose conseguenze che porta, sembra essere in qualche maniera sempre più temuta, se non scientemente evitata. Per sua grande fortuna però Enrico, potrà contare su un bravo e bislacco maestro, Jaques lo stregone, che a proposito dell’amore, ne sapeva qualcosina in più.
Marco Isaia nasce a Torino, è psicologo psicoanalista. Membro dell’Association Lacanienne Internationale di Parigi ha conseguito un PhD in psicoanalisi e psicopatologia all’Università Paris 7 Diderot. Per diversi anni ha lavorato nei servizi di psichiatria e dipendenze patologiche degli istituti penitenziari della regione parigina, insegnando in parallelo psicologia ed arte all’Università di Poitiers. Autore di traduzioni ed articoli per Castelvecchi e Paginaotto, nel 2021 ha pubblicato con le edizioni L’Harmattan “L’autobiographie criminelle ou la plainte d’Antigone. Réflexion entre la parole du sujet détenu et l’écriture autobiographique”. Oggigiorno lavora in studio, dove continua ad ascoltare e a ricevere tante storie.