Polipillola per pressione e colesterolo: benefici funzionali ma non cognitivi


Ridurre la pressione arteriosa e la colesterolemia con una polipillola, con o senza aspirina, non ha mostrato alcun effetto protettivo sulla cognizione negli anziani

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Ridurre la pressione arteriosa e la colesterolemia nello studio TIPS-3 con una polipillola, con o senza aspirina, non ha mostrato alcun effetto protettivo sulla cognizione negli anziani con fattori di rischio di malattie cardiovascolari. Lo dimostrano i risultati di un’analisi secondaria, pubblicati online su “JAMA Neurology”.

Durante un follow-up di 5 anni, circa lo stesso numero di partecipanti allo studio TIPS-3 ha sperimentato un sostanziale declino cognitivo sia nel gruppo in trattamento che in quello placebo, scrivono gli autori, guidati da Jacqueline Bosch, della McMaster University di Hamilton (Ontario, Canada).

L’esito primario – un composito di punteggi di deficit cognitivo e funzionale – si è verificato in 6,52 persone per 100 pazienti-anno nel gruppo polipillola e in 6,34 per 100 pazienti-anno nel gruppo placebo (HR 1,05, 95% CI 0,90-1,21, P = 0,55).

Tuttavia, la polipillola ha mostrato un beneficio sul declino funzionale. I punteggi SAGEA (Adjusted Standard Assessment of Global Everyday Activities) per la polipillola rispetto al placebo erano 0,06 vs 0,15 al follow-up e i punteggi per la polipillola più aspirina rispetto al placebo erano 0,01 vs 0,14 (P = 0,01 per entrambi).

«Studi più ampi con follow-up più lungo possono essere giustificati al fine di rilevare piccoli cambiamenti nella cognizione che possono ancora essere rilevanti a livello di popolazione» affermano Bosch e colleghi. «L’uso di valutazioni funzionali può essere una misura di esito più sensibile negli studi internazionali».

Le meta-analisi hanno suggerito che il trattamento antipertensivo può avere un piccolo effetto – dal 7% al 9% – sul declino cognitivo, osservano i ricercatori. «Le valutazioni utilizzate sono sensibili al cambiamento, ma in una popolazione senza malattia vascolare manifesta, il cambiamento può essere lento, almeno inizialmente» aggiungono.

I farmaci associati e i test effettuati
Dal TIPS-3 era emerso che l’aspirina aggiunta a una polipillola riduceva l’incidenza di eventi cardiovascolari nella popolazione a rischio intermedio. La polipillola conteneva atenololo 100 mg, ramipril 10 mg, idroclorotiazide 25 mg e simvastatina 40 mg.

Bosch e colleghi hanno valutato il deficit cognitivo in TIPS-3 utilizzando un risultato composito primario di punteggi di valutazione cognitiva e funzionale. Il composito includeva:

  • il Montreal Cognitive Assessment;
  • il Digit Symbol Substitution, test di velocità, attenzione e funzione esecutiva;
  • il Trail Making Test Part B, per valutare l’attenzione;
  • lo score SAGEA, un risultato riportato dal paziente che ha misurato la capacità di svolgere le attività abituali.

Un cambiamento di 1,5 deviazioni standard è stato considerato una diminuzione sostanziale delle capacità cognitive o funzionali.

Il risultato si basava su punteggi standardizzati per paese. «Questi punteggi sono stati utilizzati per tenere conto delle differenze a livello nazionale nei punteggi, probabilmente a causa di differenze culturali o regionali non registrate» spiegano i ricercatori.

Nessuna differenza significativa tra gruppo attivo e placebo
Complessivamente, 2.098 partecipanti al TIPS-3 con un’età media di 70 anni (60% donne) hanno effettuato le valutazioni di base e di follow-up. I partecipanti provenivano da otto paesi, principalmente Filippine e India, e sono stati seguiti da luglio 2012 a settembre 2020.

La maggior parte dei partecipanti (86%) aveva ipertensione e il 32% aveva livelli ridotti di glucosio plasmatico a digiuno. La pressione arteriosa sistolica media basale era di 146,1 mm Hg, che è diminuita di 5,7 mm Hg nel gruppo polipillola; il livello medio di colesterolo LDL era di 124,3 mg/dL ed è diminuito di 24 mg/dL.

Un totale di 1.076 persone sono state randomizzate alla polipillola e 1.022 persone hanno ricevuto il placebo. All’interno di ciascun gruppo, i partecipanti sono stati suddivisi tra quelli che avevano ricevuto aspirina (75 mg/die) rispetto a quanti non l’avevano assunta.

Lungo 5 anni di follow-up, non ci sono state differenze significative nel numero di partecipanti con declino cognitivo sostanziale (356 nel gruppo polipillola e 328 nel placebo) o demenza (due persone nel gruppo polipillola e quattro nel placebo). I risultati erano simili per coloro che assumevano quotidianamente l’aspirina più la polipillola.

L’interpretazione dei risultati da parte dei ricercatori
Ciò può essere spiegato da diverse ragioni, sostengono Bosch e colleghi. «In primo luogo, l’effetto della modificazione vascolare sul declino cognitivo può essere modesto» scrivono. «Inoltre, i test cognitivi tradizionali possono essere non sensibili alla rilevazione di domini di deterioramento cognitivo vascolare e associati a un aumento dell’errore casuale negli studi internazionali che coinvolgono culture diverse e diversi background educativi».

È possibile che lo studio non abbia valutato adeguatamente il declino cognitivo e anche possibile che i cambiamenti funzionali fossero almeno in parte attribuibili al declino fisico, sottolineano ancora i ricercatori. «Abbiamo usato misure che sono state sviluppate negli studi occidentali ed è incerto se queste misure siano sensibili ai cambiamenti in altre popolazioni».

Bibliografia:
Bosch JJ, O’Donnell MJ, Gao P, et al. Effects of a Polypill, Aspirin, and the Combination of Both on Cognitive and Functional Outcomes: A Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol, 2023 Jan 30. doi: 10.1001/jamaneurol.2022.5088. [Epub ahead of print] leggi