Dalla corretta gestione dei ricci di mare un contributo per proteggere le foreste marine e favorire la pesca sostenibile
Si è svolto nelle settimane scorse al Centro di Studi Avanzati di Blanes (Spagna), il kick off meeting del progetto “MUrFOr” (Managing sustainable sea urchin fishery and marine FORestconservation), che ha unito ricercatori da Italia, Spagna, Germania e Francia appartnenti al network Biodiversa+ per definire i passi da intraprendere sul progetto di conservazione che include diverse aree di studio nel Mar Mediterraneo.
Biodiversa+ è una partnership europea per la conservazione della biodiversità, che supporta ricerca di eccellenza per creare un impatto positivo sulle politiche gestionali e sulla società: i partner del progetto provengono dall’Italia con la Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), il Consiglio Nazionale delle Ricerche con l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Cnr-Ias) e l’Università di Sassari; dalla Spagna con il Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) e la Universitat de Barcelona (UB); dalla Germania con la Christian Albrechts-Universitaetzu Kiel (CAU); e dalla Francia con l’Institut Francais de Recherche pour l’Exploitation de la Mer (IFREMER).
In alcune aree del Mediterraneo la pesca intensiva può ridurre l’abbondanza del pesce costiero che si nutre di ricci di mare, i quali ne approfittano per crescere in maniera non controllata fino a spazzare via le foreste di macrofite marine. Questi habitat sono hotspot di biodiversità e supportano numerose specie di organismi oltre ai servizi ecosistemici da loro forniti. Oltre a questo deterioramento ecologico, le attività di pesca stanno prendendo di mira altre specie commerciali, inclusi gli invertebrati, tra i quali i ricci di mare rappresentano una rilevante risorsa economica in alcune Regioni del Mediterraneo. Nelle Aree dove la raccolta dei ricci di mare è intensiva, l’attività sta diventando economicamente insostenibile, e la rimozione sistematica dei riproduttori principali (i ricci di mare più grandi), insieme ad eventi stocastici come eventi estremi di morie massive, può portare al collasso delle popolazioni.
In questo contesto la sfida gestionale è quella di garantire la sicurezza del cibo da risorse naturali ma allo stesso tempo mantenere in salute gli ecosistemi di foreste marine e conservare la biodiversità. A questo scopo è necessario comprendere a pieno i processi che regolano i sistemi ecologici e socioeconomici che includono il riccio di mare Paracentrotuslividus che gioca un ruolo chiave, sia come uno dei principali erbivori mediterranei controllati dai pesci (principalmente da specie commerciali della famigliaSparidae) che come pietanza molto ricercata in certe aree del Mediterraneo.
“MUrFor” è un progetto interdisciplinare che combina diverse expertise, e si basa sui principi della gestione partecipativa tra ricercatori e stakeholder (p.es. industrie ittiche regionali e gestori di Aree Marine Protette). Il progetto sarà basato su due aree di studio principali: la Sardegna, in Italia, caratterizzata da una forte raccolta di ricci di mare, e la Catalogna, in Spagna, dove il sovra-pascolo dei ricci di mare è largamente documentato da decenni.
Secondo Simone Farina (SZD), principal investigator del progetto, “Integrare e accoppiare efficacemente i sistemi socio-ecologici attorno agli habitat delle foreste marine permetterà l’identificazione di scenari di compromesso tra la conservazione a lungo termine degli ecosistemi costieri bentonici e la sopravvivenza delle industrie di pesca su piccola scala sia dei ricci di mare che dei loro predatori”.