Streptococco e scarlattina: boom di casi nelle scuole di Roma


A Roma boom di casi di streptococco e scarlattina nelle scuole. Gli esperti spiegano quando fare il tampone e quale è la terapia da seguire

disturbi dell'interazione Ibutamoren ormone della crescita

Sicuramente c’è un aumento di casi di positività allo streptococco Beta Emolitico di gruppo A“. Così risponde Alberto Villani, direttore del Dipartimento di Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, interpellato dalla Dire in merito ad una forma violenta di streptococco (il batterio che causa la scarlattina) che si sta diffondendo nelle scuole di Roma, come testimonia una circolare del ministero dell’Istruzione e l’allarme lanciato dai pediatri, a margine della presentazione a Roma dell’Osservatorio ONsAR (Osservatorio Nazionale sull’Antimicrobico Resistenza), di cui Villani fa parte.

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STREPTOCOCCO, QUANDO FARE IL TAMPONE

Ma qual è il comportamento corretto da tenere in merito all’esecuzione dei tamponi? “Se un bambino ha dei sintomi, che sono in genere una faringotonsillite febbrile, cioè avere la tonsillite, le placche, la febbre e magari anche delle macchie sulla cute, allora è giusto fare il tampone su consiglio del pediatra- ha risposto Villani-. Se il tampone venisse positivo si somministra un antibiotico“.

Il tampone, insomma, va eseguito “nel caso ci siano dei sintomi che giustifichino la sua effettuazione. Avere la positività di un tampone in un bambino che non ha sintomi non è invece meritevole di attenzione- ha spiegato ancora Villani- e senz’altro non deve essere praticata nessuna terapia”. Il consiglio per i genitori, quindi, è che se ci sono sintomi bisogna interpellare il pediatra, il quale in base ai sintomi consiglierà l’esecuzione o meno di un tampone: “Se il tampone venisse positivo è giusto fare una terapia antibiotica- ha ribadito il pediatra del Bambino Gesù- Non c’è nessun motivo di fare terapie antibiotiche nei soggetti che siano stati accanto o vicino a dei bambini che erano positivi e che fanno la terapia, perché non c’è una contagiosità di questo tipo, ma soprattutto se non ci sono sintomi. Quindi se un bambino è stato accanto ad un altro bambino, che è risultato positivo e sta facendo la terapia, se non ha sintomi deve stare tranquillo”. In conclusione, il tampone ha una sua indicazione e “quando e se c’è indicazione a farlo venisse positivo, solo allora va praticata la terapia antibiotica”, ha concluso Villani.

STREPTOCOCCO A ROMA, RICCIARDI: “STA TORNANDO IN MANIERA MOLTO FORTE

“Bisogna prendere atto che le malattie infettive si stanno riaffiancando alle malattie croniche come grandi determinanti di malattie e purtroppo di mortalità, quindi bisogna affrontarle in maniera decisa”, spiega il professore Walter Ricciardi, ordinario di Igiene presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

“Non è più come un tempo in cui si considerava che le malattie infettive fossero trascurabili o addirittura sparite- ha proseguito Ricciardi- oggi stanno ritornando in maniera fortissima e importante e, purtroppo, abbiamo sempre meno strumenti per combatterle perché l’antimicrobico resistenza significa che per molte di queste malattie ormai non abbiamo più strumenti terapeutici”. Per questo, secondo Ricciardi, è “straordinariamente importante la vaccinazione, quando ci sono i vaccini per prevenire queste malattie- ha sottolineato- ed è molto importante l’organizzazione degli ospedali e delle strutture assistenziali per prevenire le infezioni”.

A ROMA AUMENTANO I CASI DI SCARLATTINA

Intanto i casi di scarlattina nella Capitale sono saliti del 30% secondo i pediatri, con picchi del 50%, e nelle scuole si sta diffondendo la richiesta di effettuare un tampone di controllo. “La conoscenza dei fenomeni- ha commentato ancora Ricciardi- è sempre propedeutica alla loro risoluzione. Se tu ignori il fenomeno, poi lo stesso esplode nel momento in cui sei meno preparato. Quindi tutto quello che serve per monitorare e anticipare, come tamponi e analisi, fatti ovviamente in maniera organizzata e non casuale, è funzionale a combattere il fenomeno”. In merito all’antimicrobico resistenza, infine, secondo l’esperto è “fondamentale” combatterla, mentre nel nostro Paese “sembrano quasi tutti rassegnati o non in grado di dare una risposta forte”, ha concluso.