Attivisti di Ultima Generazione bloccano il traffico al Colosseo, poi dopo 25 minuti di blocco sono stati trascinati via e portati in Questura
Nuovo blocco degli attivisti di Ultima Generazione a Roma. Verso le 7 di questa mattina sei persone aderenti alla campagna ‘Non paghiamo il fossile’ sono state fermate dalla polizia a Roma. Nonostante questo episodio, verso le 10.20, altri otto cittadini e cittadine aderenti alla stessa campagna di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico a Roma in Piazza del Colosseo, all’incrocio con via Labicana. Così in una nota gli attivisti.
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Per tutta la durata dell’azione i cittadini hanno discusso con gli automobilisti e con i passanti presenti della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della politica per mitigarne i danni. Verso le 10.25 sul posto sono arrivate le Forze dell’ordine che alle 10.46 hanno spostato i presenti dalla strada. Infine gli attivisti di Ultima Generazione sono stati portati in Questura. Il tempo effettivo del blocco è stato di circa 25 minuti.
“L’unico modo che abbiamo per farci ascoltare è rendere la protesta inascoltabile: deve essere impossibile ignorarci e per fare questo, purtroppo, dobbiamo creare del disagio. La cosa peggiore che sta capitando alle persone in questo momento non è di essere bloccate nel traffico, e la cosa peggiore che sta capitando a me non è quella di rischiare la fedina penale o di farmi male, ma il continuo disinteresse del governo verso le nostre vite e il continuo investire nei combustibili fossili, che già ci sta togliendo l’acqua potabile, l’acqua per irrigare i campi, il cibo che cresce dalla terra e le nostre vite”, ha dichiarato un’attivista che sostiene la campagna Non paghiamo il fossile. Delle sei persone fermate dalle forze dell’ordine questa mattina non si hanno ancora notizie. Come potrete inoltre vedere dal materiale multimediale, le forze dell’ordine sul posto dell’azione sono intervenute con visibile prepotenza nei confronti dei cittadini pacifici e non-violenti”.
“Provvedimenti governativi come il disegno di legge relativo al danneggiamento di beni culturali e artistici spostano irresponsabilmente l’attenzione dalla necessità di agire contro la crisi climatica a quella, ingiustificata e ingiustificabile, di reprimere drasticamente azioni di protesta pacifiche”. Queste le parole di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International per l’Italia. Con l’annuncio di ben 3 ddl, si vuole intimidire e distogliere l’attenzione dalla propria incompetenza. Mentre l’agricoltura è in ginocchio, la mancanza di piogge non pesa solo sulle bollette. Secondo Coldiretti per il 2023 sono a rischio oltre 3.000 imprese, dopo le migliaia che hanno già chiuso nel 2022, con conseguenze soprattutto sul carrello della spesa, con rincari di oltre il 10,8% per la frutta e dell’11,8% della verdura; dopo una batosta che nel 2022 è costata oltre 8,1 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, quest’anno si farà il bis. La spesa per la sanità pubblica aumenta esponenzialmente: nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi del ministero della Salute. Dirottando da subito i 41,8 miliardi di euro (dato 2021) di soldi pubblici degli investimenti fossili, si potrebbe immediatamente non solo spingere ricerca e investimenti nelle energie rinnovabili, rendendo concreta una transizione ecologica ad oggi solo fatta di slogan, ma anche mettere il sistema-Paese nelle condizioni di contrastare gli effetti già drammatici per la catastrofe climatica, partendo dalla siccità e dal dissesto idrogeologico. Le azioni della campagna continueranno fino a quando la richiesta non sarà accolta dal Governo. Ultima Generazione chiede che i sovvenzionamenti pubblici ai combustibili fossili vengano immediatamente cessati.