Fernandel riporta in libreria “Come nasce il sogno d’amore” di Lea Melandri


Fernandel ripropone una delle voci più autorevoli del femminismo italiano, Lea Melandri. Come nasce il sogno d’amore è il primo titolo della collana Le tre ghinee

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Pubblicato per la prima volta nel 1988, Come nasce il sogno d’amore è considerato un testo fondamentale del pensiero femminista e non solo, tanto da essere indicato da Alberto Asor Rosa nel suo Un altro Novecento tra i quindici libri più significativi. Il sogno d’amore, il desiderio della fusione di due esseri in uno, o di appartenenza intima a un altro essere, per quanto destinato a incontrare continue delusioni, ricompare di generazione in generazione quasi immutato nel vissuto di uomini e donne. Se la sessualità è stata al centro del movimento delle donne degli anni Settanta, non si può dire lo stesso per l’amore, rimasto si potrebbe dire un tabù anche per il femminismo. Per parlare del bisogno d’amore, del suo prolungamento dall’infanzia alla vita amorosa adulta, del passaggio dall’estasi dell’innamoramento a una coniugalità fatta di buoni affetti e abitudini, ci vuole, come scrive Sibilla Aleramo – a cui sono dedicate le pagine centrali di questo libro – una «selvaggia nudità», il coraggio di portare «nella mischia» quello che è ancora considerato il «sentimentalismo o la miseria femminile». Da un vissuto personale, da cui nascono I racconti del gelo con cui si apre il libro, ai Diari di Sibilla Aleramo, alla figura di Carlo Michelstaedter, il giovane filosofo goriziano morto suicida dopo aver scritto una singolare tesi di laurea sulla «dipendenza affettiva», il filo conduttore del libro è il tentativo di sottrarre il sogno d’amore alla storica svalutazione che ha subito, per vederlo invece come il fondamento della cultura alta, in quanto ricongiungimento di ciò che la civiltà ha separato e contrapposto: il maschile e il femminile, la natura e la cultura, il sentimento e la ragione, l’individuo e la società.

«A difesa di un sogno, minacciato dalle leggi della sua stessa civiltà, l’uomo ha innalzato la barriera del pudore. La nostalgia di una felicità originaria, che rinasce in ogni incontro amoroso, poteva conservarsi solo al riparo da un ordine sociale che divide e contrappone. Eretto a confine, tra il tenero desiderio del figlio e la dura necessità del padre, il sentimento del pudore ha finito per rappresentare, nel pensiero colto come nel senso comune, una specie di porta che sta tra la terra e il cielo, tra un orizzonte limitato e un’ampiezza senza limiti, tra il tempo e l’eternità. Per quel residuo di onnipotenza, che l’infanzia consegna alla storia degli uomini, l’amore costruisce ogni volta, dietro il velo della privatezza, il disegno di un’armonia divina, ideale ricomposizione di opposti, che è figura del mondo al suo nascere, o al suo punto d’arrivo».

Lea Melandri è una delle figure più significative e autorevoli del femminismo italiano, di cui è attivista fin dagli anni Settanta. È autrice di testi teorici basilari per comprendere il processo del grande cambiamento personale e collettivo che il femminismo ha portato nella vita di tante. Fra i suoi libri: Lo strabismo della memoria (La Tartaruga, 1991), La mappa del cuore (Rubbettino, 1992; Enciclopedia delle donne, 2021), L’infamia originaria (Manifestolibri, 1997), L’erba voglio. Il desiderio dissidente (Baldini & Castoldi, 1998), Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia (Bollati Boringhieri, 2001), Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà (Bollati Boringhieri, 2011), Alfabeto d’origine (Neri Pozza, 2017).

La collana Le tre ghineeTeorie e pratiche femministe di ieri e di oggi pubblica testi legati alla teoria e alla pratica del femminismo, a partire dal recupero di libri importanti del Novecento, ormai introvabili e fuori catalogo. Le tre ghinee è un saggio di Virginia Woolf che svela l’interdipendenza tra sistema patriarcale, militarismo e regimi totalitari, mondi da cui le donne sono storicamente escluse. Tuttavia l’esclusione è per Woolf una virtù, poiché le “estranee” possono costruire una società nuova.