Sclerosi multipla: modafinil e terapie riducono la fatigue


La terapia cognitivo-comportamentale, il modafinil e la terapia combinata di entrambe sono risultate tutte collegate alla riduzione della fatigue nei pazienti con sclerosi multipla

Presentati i risultati dello studio DISCOMS, il primo randomizzato di interruzione dei farmaci per la sclerosi multipla (SM)

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), il modafinil e la terapia combinata di entrambe sono risultate tutte collegate alla riduzione dell’affaticamento (fatigue) nei pazienti con sclerosi multipla (SM), sebbene i pazienti abbiano riportato maggiori benefici con la terapia di combinazione. È quanto riporta una ricerca presentata all’8° ACTRIMS (Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) Forum 2023, a San Diego.

«Nessun singolo trattamento è ampiamente efficace per la fatigue correlata alla SM» scrivono i ricercatori, guidati da Tiffany J. Braley, professoressa associata clinica di Neurologia presso la University of Michigan Health.

«Sebbene le terapie comportamentali e farmacologiche esistenti possano ridurre la fatigue per alcuni individui, la loro efficacia comparativa e quella della loro combinazioni simultanee non sono state studiate» aggiungono.

Vantaggi e svantaggi a confronto di tre differenti approcci
Braley e colleghi hanno cercato di confrontare i benefici e gli svantaggi relativi dell’introduzione della CBT basata su contatto telefonico, del trattamento con modafinil o di una combinazione di entrambi gli approcci nell’affrontare la fatica nei pazienti con SM.

Il modafinil è un farmaco stimolante approvato prevalentemente per il trattamento della narcolessia e i disturbi a essa correlati. Il modafinil, come per altri stimolanti, aumenta il rilascio di molti neurotrasmettitori specialmente monoamminici ma innalza anche i livelli di istamina nell’ipotalamo, cosa che ha indotto alcuni ricercatori a considerare il modafinil come un “agente promotore della veglia”.

Il modafinil è anche indicato, sebbene non approvato, nel trattamento di: disturbo da deficit di attenzione/iperattività o ADHD, depressione, sindrome da astinenza da cocaina, malattia di Parkinson, schizofrenia e disturbi relativi all’affaticamento.

Lo studio ha incluso 336 individui che sono stati randomizzati su base 1: 1: 1 a ricevere CBT (n = 114), modafinil (n = 114) o entrambi (n = 108) per 12 settimane. I ricercatori hanno valutato la fatica, misurata mediante Modified Fatigue Impact Scale (MFIS) al basale e alla conclusione dello studio, e hanno considerato fattori modificatori come:

  • la depressione, misurata tramite il Patient Health Questionnaire-8;
  • il sonno, tramite gli Sleep Hygiene Index scores e la Epworth Sleepiness Scale;
  • il livello di disabilità, attraverso la Expanded Disability Status Scale auto-riferita;
  • il sottotipo di SM.

I partecipanti hanno auto-riportato cambiamenti nell’attività, nei sintomi e nella qualità della vita, che sono stati valutati tramite il punteggio PGIC (Patient Global Impression of Change), e i ricercatori hanno analizzato l’effetto del trattamento sul cambiamento nella MFIS attraverso più modelli di regressione lineare.

Efficacia superiore con l’intervento misto
A 12 settimane, i risultati hanno mostrato che sia la CBT, sia il modafinil sia la terapia di combinazione erano associate a riduzioni significative della MFIS, superiori a una deviazione standard: 15,2 (DS = 11,9), 16,9 (SD = 15,9) e 17,3 (SD = 16,2), rispettivamente.

Inoltre, più di due terzi dei pazienti in ciascun gruppo di trattamento hanno avuto una riduzione di almeno 10 punti nel punteggio MFIS complessivo. I ricercatori hanno anche riferito che la CBT ha dimostrato il massimo beneficio in termini di punteggi MFIS nei partecipanti con una peggiore igiene del sonno e che la sonnolenza era legata al cambiamento del punteggio MFIS.

Ancora: i punteggi PGIC medi erano elevati per la terapia di combinazione (5,1 +/- 1,6) rispetto alla sola CBT (4,7 +/- 1,6) o alla monoterapia con modafinil (4,5 +/- 1,7).

«Le differenze fenotipiche e gli obiettivi del trattamento dovrebbero essere considerati quando si selezionano gli interventi, al fine di offrire un approccio più personalizzato alla gestione del paziente», hanno scritto Braley e colleghi.

Fonte: Braley TJ, et al. A comparative effectiveness trial of telephone-delivered cognitive behavioral therapy, modafinil and combination therapy of both interventions for fatigue in multiple sclerosis: primary results from the COMBO-MS trial. Presentato all’ACTRIMS 2023, San Diego.