La maggior parte delle donne con meno di 40 anni e colpite da un cancro lamenta almeno un disturbo legato al sesso secondo un nuovo studio
La maggior parte delle donne con meno di 40 anni e colpite da un cancro lamenta almeno un disturbo legato al sesso. È quanto emerge da un recente studio, in cui le pazienti hanno riferito di soffrire di disfunzioni sessuali in misura maggiore rispetto a donne della stessa età senza patologie oncologiche. Ciò, nonostante il fatto che più dell’80 per cento, al pari delle donne sane, avessero dichiarato di essere attive sessualmente. “I nostri risultati sottolineano la necessità di valutare regolarmente la salute sessuale nelle cure cliniche e nei follow-up. Oltre a offrire consulenza e aiuti, raccomandiamo di programmare interventi specifici rivolti alle donne” scrivono Lena Wettergren e collaboratori dell’Università di Uppsala, in Svezia, nell’articolo pubblicato sulla rivista Acta Oncologica.
I ricercatori hanno selezionato nei registri nazionali 694 donne tra i 18 e i 39 anni che erano state colpite da un cancro al seno (circa la metà del gruppo di pazienti preso in considerazione), un cancro alla cervice, un cancro ovarico, un linfoma o un tumore cerebrale. Il 53 per cento aveva ricevuto un trattamento giudicato molto intenso o esteso. A un anno e mezzo dalla diagnosi, le partecipanti hanno risposto a domande relative alla loro vita sessuale nel mese precedente, incentrate su otto ambiti, tra cui l’interesse per l’attività sessuale, la capacità di raggiungere l’orgasmo o la presenza di dolore a livello vulvare. I dati sono stati messi a confronto con quelli ricavati da quasi 500 donne svedesi della stessa fascia d’età (19-40 anni) non trattate per un cancro.
La stragrande maggioranza delle donne, sia con il cancro (83 per cento) sia senza (87 per cento), ha dichiarato che nei precedenti 30 giorni era stata sessualmente attiva (con un partner o con masturbazione). La secchezza o il dolore vaginale e il fatto di sentirsi poco attraenti erano le ragioni più frequenti per cui le donne non facevano volentieri attività sessuale. “Tutti e tre i motivi sono potenzialmente correlati al trattamento del cancro” sottolineano i ricercatori.
Due pazienti su tre (il 63 per cento) hanno dichiarato di soffrire di almeno una disfunzione sessuale e in quasi la metà dei casi i problemi erano legati allo scarso interesse. Inoltre le pazienti con un cancro ginecologico (alla cervice od ovarico), al seno, oppure che avevano ricevuto cure più pesanti, erano particolarmente a rischio di avere problemi sessuali. Il disagio emotivo e una percezione perturbata dell’immagine del proprio corpo erano invece i fattori psicologici associati alle maggiori disfunzioni sessuali.
“In una discussione collaborativa con ciascuna paziente, è possibile identificare i problemi relativi al sesso e all’intimità e pianificare azioni per affrontarli” affermano gli autori. Sul piano psicosessuale, le consulenze possono essere fornite alla singola persona, nel contesto di una terapia di coppia oppure di gruppi dedicati.
FONTE: AIRC