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Malattia di Crohn luminale: le terapie biologiche funzionano

Per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da malattia di Crohn e malattia fistolizzante nasce il Manifesto #Sharethesolution

Malattia di Crohn luminale: nuova analisi pubblicata su Gut analizza l’efficacia di varie terapie biologiche e small molecule

Un recente meta analisi di rete pubblicata su Gut analizza l’efficacia di varie terapie biologiche e small molecule autorizzate per il trattamento dei pazienti con Crohn luminale, in base all’induzione di remissione clinica, risposta clinica e mantenimento della remissione clinica, e tenendo conto di una eventuale precedente esposizione o mancata esposizione a farmaci biologici.

Esistono numerose terapie biologiche e small molecule autorizzate per la malattia di Crohn luminale, ma sono state spesso studiate in studi controllati con placebo, e quindi l’efficacia relativa è incerta.
Dall’avvento dell’infliximab, un farmaco anti-TNF-α che ha dimostrato efficacia negli studi clinici per l’induzione della remissione nella malattia di Crohn (CD) luminale attiva, la prevenzione della ricaduta del CD luminale quiescente e la guarigione e prevenzione della recrudescenza della malattia fistolizzante, sono stati sviluppati diversi nuovi farmaci.

Questi includono altri farmaci mirati al TNF-α, come adalimumab o certolizumab e farmaci che agiscono sulle integrine o altre citochine pro-infiammatorie implicate nella patogenesi del Crohn, come vedolizumab, ustekinumab o risankizumab.
Più recentemente sono state valutate, nella malattia infiammatoria intestinale, le small molecule, che possono essere somministrate per via orale e su base giornaliera, Questi includono inibitori della janus chinasi, come tofacitinib, filgotinib e upadacitinib.

I farmaci TNF-α, come infliximab e adalimumab, sono i più efficaci, in tutti i pazienti,e in quelli con precedente esposizione all’anti-TNF-α. Tuttavia, anche dopo la più recente di queste meta-analisi di rete, sono stati pubblicati nuovi studi su risankizumab, inibitore dell’interleuchina-23 nella subunità p-19 e su upadacitinib, inibitore preferenziale della janus chinasi-1, nel CD luminale. Inoltre, ci sono altri studi che non erano inclusi nella precedente meta-analisi di rete.

Per tale motivo la dott.ssa Brigida Barbiero dell’Università di Padova insieme a ricercatori inglesi hanno condotto una meta-analisi di rete in cui è stata analizzata la letteratura fino al 1 luglio 2022, valutando l’efficacia in base all’induzione di remissione clinica, risposta clinica e mantenimento della remissione clinica, e secondo a precedente esposizione o mancata esposizione a farmaci biologici.

Per l’analisi è stato usato un modello a effetti casuali e i dati sono stati riportati come rischi relativi aggregati (RR) con intervalli di confidenza (CI) al 95%; i farmaci sono stati classificati in base al punteggio P.
Sono stati identificati 25 studi riguardo all’ induzione della remissione (8720 pazienti). Sulla base del mancato raggiungimento della remissione clinica, infliximab 5 mg/kg si è classificato al primo posto rispetto al placebo (RR=0,67; 95% CI da 0,56 a 0,79, P-score 0,95), con risankizumab 600 mg al secondo e upadacitinib 45 mg una volta al giorno come terzo.

Tuttavia, il risankizumab 600 mg si è classificato al primo posto per la remissione clinica nei pazienti naïve ai biologici (RR=0,66; 95% CI da 0,52 a 0,85, P-score 0,78) e nei pazienti esposti a biologici (RR=0,74; 95% CI da 0,67 a 0,82, punteggio P=0,92).
In 15 studi sul mantenimento della remissione (4016 pazienti), basati sulla ricaduta dell’attività della malattia, upadacitinib 30 mg spiaccava al primo posto (RR=0,61; IC 95% da 0,52 a 0,72, P-score 0,93), adalimumab 40 mg a settimana al secondo e infliximab 10 mg/kg 8- terzo settimanale.

Adalimumab 40 mg settimanali si è classificato al primo posto nei pazienti naïve ai biologici (RR=0,59; 95% CI da 0,48 a 0,73, P-score 0,86) e vedolizumab 108 mg 2 volte a settimana prima nei biologici esposti (RR=0,70; 95% CI da 0,57 a 0,86, P-score 0,82).

In conclusione, questa meta-analisi di rete evidenzia l’importanza di infliximab 5 mg/kg come primo farmaco per l’induzione della remissione clinica in tutti i pazienti con malattia di Crohn luminale, ma il risankizumab 600 mg è risultato il più efficace nei pazienti naïve ai biologici ed esposti ai biologici e upadacitinib 30 mg il migliore per il mantenimento della remissione.

Brigida Barberio et al., Efficacy of biological therapies and small molecules in induction and maintenance of remission in luminal Crohn’s disease: systematic review and network meta-analysis Gut. 2023 Feb;72(2):264-274.
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