Tra le donne in post-menopausa il fumo di sigaretta è risultato associato in modo dose-dipendente a un rischio più elevato di sviluppare la psoriasi
Tra le donne in post-menopausa il fumo di sigaretta è risultato associato in modo dose-dipendente a un rischio più elevato di sviluppare la psoriasi, e la cessazione del fumo nelle fumatrici moderate a un rischio ridotto. Sono i risultati di uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Dermatology.
La relazione tra consumo di alcol e psoriasi è controversa, hanno premesso gli autori. Il fumo è stato più spesso associato a un maggior rischi di sviluppare la malattia, anche se questo non è stato adeguatamente valutato nelle donne in post-menopausa, come anche a una peggiore gravità della malattia e a una mancanza di risposta alla terapia. L’abitudine al fumo è stata inoltre associata sia all’uso di alcol che alla psoriasi, facendone un importante fattore di confusione.
I ricercatori si sono pertanto posti l’obiettivo di valutare se il consumo di alcol (per stato, frequenza e sottotipo di alcol) fosse in grado di modificare il rischio di psoriasi correlato al fumo nelle donne in post-menopausa e di stabilire l’effetto della cessazione del fumo sul rischio di sviluppare la malattia cutanea in queste pazienti.
Hanno quindi condotto una revisione che includeva 118mila donne in post-menopausa collegate ai dati Medicare che erano state arruolate nella Women’s Health Initiative (WHI) tra il 1993 e il 1998. Per identificare le pazienti con diagnosi di psoriasi hanno utilizzato i codici della Medicare International Classification of Diseases, nona revisione (ICD-9), assegnati da dermatologi o reumatologi. I questionari compilati al basale dalle pazienti hanno fornito informazioni sulle abitudini al fumo e all’alcol, nonché anamnesi e dati demografici.
I criteri di ammissibilità WHI includevano un’età compresa tra 50 e 79 anni, lo stato post-menopausale (nessun periodo mestruale per almeno 6 mesi se di età pari o superiore a 55 anni e 12 mesi se di età compresa tra 50 e 54 anni) e l’intenzione di risiedere nella stessa area per almeno 3 anni. Le donne sono state reclutate da 24 stati e dal Distretto di Columbia, escludendo quelle con diagnosi di psoriasi prima dell’arruolamento al WHI (periodo di ricerca di 2 anni) e quelle prive di dati sull’abitudine al fumo o all’alcol, per una coorte analitica finale di quasi 107mila partecipanti.
Le donne che consumavano più alcol avevano maggiori probabilità di essere di razza bianca, di avere un’istruzione superiore, di svolgere lavori manageriali/tecnici e di percepire un reddito più elevato. Quelle che non bevevano o che avevano bevuto in passato avevano maggiori probabilità di mantenere un lavoro nel settore dei servizi/industria, svolgere meno attività fisica e avere un indice di massa corporea più elevato. Una percentuale maggiore di non bevitrici o ex bevitrici presentava comorbilità come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, malattie del fegato, ictus e cancro della pelle.
Fumo di sigaretta associato in modo dose-dipendente al rischio di psoriasi
Durante 21 anni di follow-up (media 12,6 anni), i ricercatori hanno identificato 2.837 (2,7%) nuove diagnosi di psoriasi. Il modello statistico iniziale ha rivelato che le consumatrici di alcolici passate e attuali avevano un rischio maggiore di sviluppare psoriasi rispetto alle non bevitrici (P<0,001 per il trend). Dopo l’aggiustamento per il fumo di sigaretta, non è stata tuttavia rilevata alcuna associazione tra consumo di alcol e rischio di psoriasi (P= 0,478 per il trend). Non è inoltre emersa nessuna associazione con la psoriasi per l’effetto dell’alcol in base allo stato di consumo, frequenza o sottotipo di alcol assunto (vino, birra o liquore).
I ricercatori hanno rilevato un aumento del rischio di psoriasi con un numero più elevato di pacchetti di sigarette/anno rispetto alle non fumatrici: 1,10 per <5 pacchetti/anno, 1,28 tra 5 e 20 pacchetti/anno e 1,53 per più di 20 pacchetti/anno (P<0,001 per il trend). Le donne che avevano smesso di fumare avevano un rischio inferiore di sviluppare la psoriasi rispetto alle attuali fumatrici moderate (5-14 sigarette al giorno) (rapporto di rischio, HR, 0,67) e non moderate (HR 0,65), evidenziando quindi un aumento dose-dipendente del rischio.
I limiti dello studio includevano un’incidenza di psoriasi (2,7%) basata sui codici ICD-9 superiore alla prevalenza della popolazione statunitense (2,2%), che potrebbe influire sulla generalizzabilità dei risultati, il periodo relativamente breve di ricerca (2 anni), l’arruolamento limitato alle donne in post-menopausa con dati disponibili sui reclami Medicare, la non disponibilità dei Codici ICD-9 prima del 1991 che potrebbero aver perso la psoriasi non diagnosticata negli anni precedenti, i dati auto-segnalati che possono includere dei bias di risposta e l’ipotesi non confermata che le abitudini di consumo di alcol e fumo siano rimaste invariate durante il periodo di osservazione.
«Il fumo di sigaretta, ma non il consumo di alcol, è risultato essere un fattore di rischio indipendente per la psoriasi nelle donne in post-menopausa» hanno concluso gli autori, aggiungendo che il fumo di sigaretta è associato a una peggiore gravità della malattia e alla mancanza di risposta alla terapia. Hanno raccomandato una maggiore enfasi sull’astinenza dal fumo e sulla consulenza per la cessazione, dato che entrambi possono essere di aiuto ai pazienti che presentano altri fattori di rischio per la psoriasi.
Referenze
Li W et al. Alcohol and Smoking Cessation as Potential Modulators for Smoking-Associated Psoriasis Risk in Postmenopausal Women: The Women’s Health Initiative. Am J Clin Dermatol. 2023 Mar;24(2):325-332.