Fibrosi polmonare idiopatica: l’impiego di dosi ridotte di pirfenidone non sembra avere un impatto clinico negativo sugli outcome clinici rispetto alla dosi standard del farmaco
L’impiego di dosi ridotte di pirfenidone non sembra avere un impatto clinico negativo sugli outcome clinici rispetto alla dosi standard del farmaco comunemente utilizzate nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica (IPF). Queste le conclusioni di uno studio sud-coreano recentemente pubblicato sulla rivista Frontiers in Pharmacology, che suggerisce come la riduzione della dose possa essere un metodo utile per gestire gli eventi avversi, mantenendo al contempo l’efficacia terapeutica.
Razionale e disegno dello studio
Il trattamento con pirfenidone, un farmaco antifibrotico approvato per il trattamento della IPF, necessita spesso di una riduzione della dose a causa dell’insorgenza di eventi avversi. In questo studio si è voluto valutare se la riduzione della dose di pirfenidone avesse un impatto sugli outcome clinici nei pazienti con IPF.
A tal scopo, i ricercatori hanno attinto ai dati provenienti da uno studio prospettico post-marketing sull’impiego di pirfenidone, condotto in 10 ospedali della Corea del Sud dal 2014 al 2017. Sono stati classificati come interventi di riduzione della dose tutti quelli da sospensione temporanea o permanente del farmaco per gestire gli AE o quelli nei quali la posologia di trattamento non aveva raggiunto il dosaggio standard.
I pazienti dello studio erano stati raggruppati in base alla dose più frequentemente somministrata durante le 48 settimane di follow-up: 1800 mg, 1200 mg e <1200 mg al giorno. A questo punto i ricercatori hanno messo a confronto diversi outcome clinici (morte, ospedalizzazione, esacerbazione acuta, declino della funzione polmonare e cambiamenti nella gravità della dispnea e della tosse) tra i gruppi in studio per rilevare l’esistenza di differenze.
Risultati principali
La durata mediana del follow-up in tutti i 143 pazienti è stata di 11 mesi. Durante il periodo in studio, il 70,6% dei pazienti ha ridotto la posologia di somministrazione del farmaco almeno una volta.
I pazienti trattati con pirfenidone a dose standard erano tendenzialmente giovani e con una capacità di diffusione del monossido di carbonio (DLCO) più bassa (NdR: la DLCO è una misura della capacità dei gas di passare dagli alveoli attraverso l’epitelio alveolare e l’endotelio capillare ai globuli rossi).
Dall’analisi dei dati è emerso che i cambiamenti della funzione polmonare non differivano a seconda della dose di pirfenidone. I tre gruppi non erano significativamente diversi in termini di percentuale di decessi, ricoveri e riacutizzazioni acute.
Da ultimo, anche i cambiamenti dei sintomi sono risultati simili tra i gruppi in studio.
Bibliografia
Kang J, Chung MP, Park MS, Oh IJ, Lee HB, Kim YW, Park JS, Uh ST, Kim YS, Jegal Y, Song JW. Clinical outcomes of dose modification during pirfenidone treatment for IPF: A nationwide post-marketing surveillance study. Front Pharmacol. 2023 Jan 10;13:1025947. doi: 10.3389/fphar.2022.1025947. PMID: 36703754; PMCID: PMC9871582.
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