Polmonite batterica ospedaliera ventilata/associata a ventilatore: la mortalità si riduce con ceftolozane/tazobactam rispetto a meropenem
Nei pazienti adulti con polmonite batterica nosocomiale ventilata/associata al ventilatore (vHABP/VABP) che hanno fallito la terapia precedente, la mortalità per tutte le cause risulta essere più bassa in quelli trattati con ceftolozane/tazobactam rispetto a meropenem, nonostante la mancanza di differenze significative nei tassi di guarigione clinica. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc di uno studio clinico, pubblicata su Critical Care.
Razionale e obiettivi dello studio
La terapia antibatterica di combinazione ceftolozane/tazobactam, che comprende una cefalosporina antipseudomonica e un inibitore delle β-lattamasi, è stata approvato per il trattamento dell’HABP/VABP negli adulti in base ai risultati dello studio di fase 3 ASPECT-NP, che ha dimostrato come il trattamento con ceftolozane/tazobactam non sia inferiore a meropenem per il trattamento di HABP/VABP nei pazienti ventilati, sulla base della mortalità per tutte le cause (ACM) a 28 giorni e della risposta clinica.
In ASPECT-NP, i partecipanti erano stati trattati con ceftolozane/tazobactam 3 g (ceftolozane 2 g/tazobactam 1 g) ogni 8 ore o con meropenem 1 g ogni 8 ore.
I pazienti che avevano fallito una precedente terapia antibatterica per l’episodio di HABP/VABP in corso all’ingresso nello studio avevano mostrato tassi di mortalità per tutte le cause a 28 giorni inferiori con ceftolozane/tazobactam rispetto a meropenem.
In questa analisi post-hoc i ricercatori hanno voluto approfondire quanto osservato nel trial, proponendosi di verificare se l’insuccesso di una precedente terapia per gram-negativi avesse avuto un impatto sui risultati di efficacia nello studio ASPECT-NP e, in caso affermativo, se le caratteristiche cliniche o basali fossero associate alla mortalità per tutte le cause a 28 giorni tra i partecipanti allo studio che erano stati sottoposti a trattamento con ceftolozane/tazobactam o meropenem con una storia di insuccesso di una terapia pregressa.
Risultati principali
Nello studio ASPECT-NP, il 12,8% (93 su 726) dei partecipanti (ceftolozane/tazobactam: n=53; meropenem: n=40) aveva fallito una precedente terapia antibatterica all’ingresso nello studio.
La nuova analisi per sottogruppi ha esaminato i tassi di mortalità per tutte le cause a 28 giorni, che sono risultati più elevati nei pazienti trattati con meropenem rispetto a ceftolozane/tazobactam (45,0% [18 su 40] vs 22,6% [12 su 53], rispettivamente; differenza percentuale, 22,4%; IC95%: 3,1-40,1).
L’analisi di regressione multivariabile ha rilevato che l’uso concomitante di vasopressori e il trattamento con meropenem erano fattori significativi associati al rischio di mortalità per tutte le cause a 28 giorni. Inoltre, dopo l’aggiustamento dei dati in base all’impiego di vasopressori, il rischio di morire dopo il trattamento con ceftolozane/tazobactam era circa un quarto rispetto alla mortalità dopo trattamento con meropenem.
I tassi di risposta clinica al test di guarigione sono stati pari al 49,1% (26 su 53) nei pazienti che erano stati trattati con ceftolozane/tazobactam rispetto al 37,5% (15 su 40) nei pazienti trattati con meropenem (differenza percentuale: 11,6%; IC95%:, -8,6-30,2).
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i dati, i ricercatori hanno ammesso, tra i limiti metodologici dello studio, il disegno retrospettivo, la limitata numerosità del campione di pazienti che non avevano tratto beneficio da una precedente terapia antibatterica, la mancanza di informazioni sull’appropriatezza della terapia antibiotica iniziale e la bassa frequenza di alcuni fattori di base, tra cui la batteriemia.
Inoltre, nel sottogruppo di partecipanti all’ASPECT-NP che avevano fallito una precedente terapia antibatterica, è possibile che i tassi di mortalità siano stati influenzati da decessi non correlati alla polmonite. Allo stesso modo, è possibile che nelle analisi post hoc le caratteristiche di base non identificate siano risultate sbilanciate tra i gruppi di trattamento, portando in tal modo alle differenze osservate negli outcome analizzati.
Al contempo, però, i ricercatori hanno sottolineato l’importanza della loro scoperta secondo la quale, dopo aggiustamento dei dati per l’impiego di vasopressori, la mortalità era inferiore di circa il 25% dopo il trattamento con ceftolozane/tazobactam rispetto a meropenem.
In conclusione, “…sulla base dei risultati di questa analisi retrospettiva, ceftolozane/tazobactam può fornire un vantaggio di sopravvivenza rispetto a meropenem in questa popolazione di pazienti con vHABP/VABP refrattaria al trattamento, nonostante la mancanza di differenze significative nel tasso di guarigione clinica tra i bracci di trattamento”.
Bibliografia
Kollef MH et al. Outcomes in participants with failure of initial antibacterial therapy for hospital-acquired/ventilator-associated bacterial pneumonia prior to enrollment in the randomized, controlled phase 3 ASPECT-NP trial of ceftolozane/tazobactam versus meropenem. Crit Care. 2022;26(1):373.
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